Un libro racconta (con ironia) la vita dei single

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Serena Dandini

Si è molto parlato in questo periodo di quarantena di come passare il tempo rinchiusi, giustamente, dentro casa per arginare la diffusione del virus: tutti si prodigano in consigli su come intrattenere i figli, suggeriscono nuove ricette per cucinare piatti prelibati, segnalano letture edificanti per sollevare l’animo; soprattutto, abbondano in rete le battute sulle coppie che rischiano di scoppiare a forza di stare gomito a gomito tutto il giorno.

Era dagli anni ’50 che non si stava così tanto in famiglia eppure, al di là della giusta ironia, utilissima per alleggerire la tensione che stiamo vivendo, si è anche creato un nuovo clima di complicità e collaborazione, quasi di tenerezza tra i conviventi forzati che hanno instaurato nuovi regimi casalinghi e divisione dei lavori una volta impensabile.

Ma c’è una categoria trascurata di cui si parla poco e che dovremmo ricordare: come se la stanno passando i single? Non scherzo: dopo aver parlato al telefono con un’amica storica, single incallita, mi sono resa conto che sono diventati una categoria a rischio solitudine più di tutti gli altri.

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Privati di aperitivi, cinema, viaggi e feste varie, loro capisaldi esistenziali, si immergono in sedute non-stop di serie tv di ogni genere e magari, e dopo averle consumate tutte, cominciare da capo rivedendo Downtown Abbey dalla prima stagione.

“L’amore va nell’umido? Raccolta differenziata dei miei disastri sentimentali” di Daniela Delle Foglie (Mondadori).

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Chi può illuminarci sullo stato attuale della singletudine è Daniela Delle Foglie, giovane scrittrice che ha appena pubblicato per Mondadori L’amore va nell’umido? Raccolta differenziata dei miei disastri sentimentali.

La ragazza possiede talento e alterna la scrittura di romanzi e serie tv a un’attività di stand up comedian con un punto di vista sempre corrosivo e originale.

Delle Foglie non ha pudori e ci racconta con sincerità i tentativi di accoppiamento urbano attraverso le più frequentate app per incontri, mettendoci al corrente dei suoi fallimenti più cocenti.

Compila un esilarante catalogo di uomini inadeguati, anche se poi la sua forza è la potente autoironia che si abbatte come una scure sulle sue imperfezioni. Impossibile non identificarsi nella sua scrittura e, ancora di più, impossibile non ridere, insieme a lei, di sé stessi.

La regola per cui ridere delle proprie imperfezioni fortifica, possiamo dirlo con un sospiro di sollievo, è sempre valida.

Se infine è vero che una risata irrobustisce anche il sistema immunitario, allora L’amore va nell’umido? è una buona medicina in questi tempi fin troppo depressi.

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