Un Fondo per aiutare gli orfani di femminicidio

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Sono bambini che hanno bisogno di tutto: assistenza psicologica, giuridica, sostegno scolastico, aiuto economico, affetto. Hanno perso la madre, uccisa dal padre spesso dopo anni di violenze alle quali hanno assistito. E devono ripartire da zero. «Difficile trovarli, non c’è neanche una statistica ufficiale», dice Carlo Borgomeo, presidente dell’impresa sociale Con i bambini, nata nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Con i bambini ha appena lanciato il bando “A braccia aperte” che mette a disposizione 10 milioni di euro per interventi a favore degli orfani di femminicidio (le imprese del Terzo settore interessate possono candidarsi online entro il 26 giugno).

Un tema di grande attualità: dall’inizio del lockdown sono già 8 le donne uccise dai loro compagni in casa, e sono in aumento vertiginoso le richieste di aiuto: al numero nazionale antiviolenza 1522 nei primi 18 giorni di aprile sono arrivate 1.039 chiamate contro le 397 dello stesso periodo nel 2019. Solo stress da quarantena? No, naturalmente. Violenza di genere, piuttosto. I figli delle vittime restano completamente soli anche perché, 8 volte su 10, nei femminicidi l’assassino è il loro padre.
«Il nostro intervento sarà in 3 fasi», puntualizza Borgomeo. «Prima di tutto ci sarà una presa in carico, un accompagnamento che affiancherà le famiglie affidatarie, spesso parenti dei piccoli. poi ci satà l’orientamento scolastico, il reinserimento sociale e quindi, per i più grandi, l’orientamento al lavoro. Si farà un piano di attività, con l’obiettivo finale dell’autonomia. Noi valuteremo prima i candidati, che dovranno avere esperienza, mentre il progetto si farà solo dopo, insieme, perché è materia delicata e va trattata con attenzione».

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Il Fondo per il contrasto alla povertà educativa ha già selezionato negli anni 355 progetti, che hanno coinvolto 480mila bambini e ragazzi, per un contributo di 281 milioni. “A braccia aperte” è un’iniziativa del tutto nuova, e che farà da apripista: «Vogliamo sperimentare le migliori policy, in modo che poi vengano seguite dal settore pubblico» conclude Borgomeo.


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