Se la notizia della morte di Paolo Rossi è stata pari ad un pugno allo stomaco (ed al cuore), assistere al suo funerale, trasmesso in diretta televisiva, è stato come sfogliare i primi capitoli della mia vita. Quelli che trattavano l‘adolescenza e la giovinezza, con tutte le passioni che, naturalmente, iniziavano a maturare.
Per l’ultimo saluto, a colui che a 13/14 anni chiamavo amichevolmente Paolino Rossi, erano presenti, infatti, tanti campioni del passato, più o meno recente. I compagni che hanno militato con lui nei vari club nei quali ha giocato, molti dei quali, poi, ritrovava nei vari raduni della Nazionale azzurra.
Tutti insieme, con la maglia azzurra, hanno condiviso 2 campionati Mondiali straordinari.
Argentina 1978, dove l’Italia concluderà il torneo al 4°posto. Probabilmente, è stata la più bella nazionale degli ultimi cinquant’anni. Gli esordi, in maglia azzurra, di due giovani, grandi talenti: Antonio Cabrini e Paolo Rossi.
Spagna 1982, Italia Campione del Mondo e paolinopablitorossi capocannoniere con 6 reti.
Erano tutti lì, uno accanto all’altro, con gli occhi rossi e la mascherina sul volto che nascondeva, malamente, i loro singhiozzi. I loro visi segnati dal dolore e dall’età. I loro capelli bianchi, grigi o brizzolati come i miei.
Erano tutti lì, o quasi. Qualcuno era assente. Probabilmente, per ragioni di sicurezza, causa pandemia in atto o, forse, perché non ce l’ha fatta a salutare, per l’ultima volta, un caro amico. Troppo doloroso.
Erano tutti lì, i miei campioni, uno accanto all’altro. Elencando i loro nomi si poteva creare una formazione fortissima da mandare in campo, con tanto di ricambi di alta qualità:
Stefano Tacconi
Claudio Gentile
Antonio Cabrini
Massimo Bonini
Gabriele Oriali
Gianpiero Marini
Fulvio Collovati
Franco Causio
Bruno Conti
Marco Tardelli
Roberto Baggio
Giancarlo Antognoni
Roberto Bettega
Giuseppe Galderisi
Erano tutti lì, i miei campioni, che ogni domenica vedevo con gli occhi dell’immaginazione, ascoltando la radio, immaginando le loro giocate.
Erano tutti lì, i miei campioni, che, con le loro imprese, hanno abbracciato due decenni della mia vita.
Erano tutti lì, i miei campioni, quelli di cui ritagliavi le foto per attaccarle sul diario della scuola e sui muri della camera.
Erano tutti lì, i miei campioni, per salutare un amico, un compagno di tante battaglie sportive.
Soprattutto, un uomo GRANDE, come il suo sorriso.
Tutti i grandi film hanno, di solito, uno splendido tema musicale ai titoli di coda. Alla vita straordinaria di Paolino Rossi, straordinaria come un filmed interrotta troppo presto, vorrei dedicare un tema musicale bellissimo, nato dal genio di Ennio Morricone, anche lui rapito per sempre da questo maledetto 2020.
Il titolo è perfetto per l’occasione: “Un AMICO”.
A Paolino Rossi, un amico di sogni, dispensatore di sorrisi e di gioie incancellabili.