Le restrizioni imposte dal coronavirus ci hanno trasformato: chi si sfoga sui fornelli azzardando piatti complicati e laboriosi che mai avrebbe pensato di affrontare, chi approfitta per fare finalmente lunghe chiacchierate con vecchi amici che non aveva avuto mai tempo per chiamare, chi sta imparando tecniche di meditazione e di ginnastica da salotto.
Va bene così, se questo ci aiuta a restare a casa e sostenere così la schiera di medici, infermieri e operatori sanitari che ogni giorno affrontano per noi la situazione più dolorosa che abbiamo mai sperimentato nelle nostre vite.
Perché pochi di noi hanno il ricordo della guerra, e non ci era mai capitato di riflettere così profondamente sui privilegi che davamo per scontati.
Molti si augurano che questa esperienza apocalittica ci renda migliori, e lo spera anche l’attivista Naomi Klein riflettendo sulla rapacità del nuovo capitalismo che ha sempre avuto la perversa capacità di guadagnare anche dalle crisi più devastanti.
Klein, in un interessante intervento su YouTube di qualche giorno fa, si augura che questa esperienza ci aiuti finalmente a capire dove ci ha portato una politica dissennata, basata sul profitto di pochi a scapito di milioni di persone che fanno fatica a condurre una vita dignitosa, mentre tuttavia mandano avanti le strutture vitali dei paesi.
Oggi più che mai dobbiamo stare in guardia affinché le devastanti conseguenze di questo collasso economico globale non ricadano sulle spalle dei più fragili, che sono la maggioranza degli abitanti del pianeta.
Rileggere oggi Il mondo in fiamme. Contro il capitalismo per salvare il clima può essere uno stimolo per le nostre coscienze disorientate. Si tratta di un libro in qualche modo premonitore che ci spingeva, solo pochi mesi fa, a cambiare la direzione del nostro futuro.
Ora che un virus ha messo a nudo le debolezze di questo sistema e ci ha costretto a cambiare totalmente il nostro stile di vita, forse ragionare su come affrontare la ricostruzione può trasformarsi in una grande occasione per affrontare la sfida di un vero cambiamento.
Credo per esempio che mai come in queste ore abbiamo tutti capito l’importanza della sanità pubblica, della ricerca e il valore di coloro che continuano a lavorare nelle filiere alimentari, dall’agricoltura fino ai supermercati, sfidando il pericolo per assicurarci il nostro cibo quotidiano.
Non credo che ce ne dimenticheremo. O almeno, questo è l’augurio altissimo che faccio a tutti noi mentre sperimentiamo nuove ricette per la gioia delle nostre famiglie.
Tutti gli articoli di Serena Dandini.
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