Una location paradisiaca, piscine, champagne e un gruppo di belli e bellone tutti single
: le premesse per un dating show in piena regola ci sono tutte, con qualche twist anticlimax. Ecco gli ingredienti che hanno fatto di Too Hot to Handle – nuovo reality targato Netflix che si potrebbe tradurre con “troppo bona/o da maneggiare” – il programma stabile al primo posto da giorni, pur essendo arrivato da pochissimo sulla piattaforma. Sarà perché seguire una trama anche semplice in quarantena è faticosissimo, sarà perché i balconi sono spazi affettuosi ma certo non hanno l’aspetto di un’insenatura tropicale.
Per chi comunque ha familiarità col genere, l’inizio della stagione – perché ce ne saranno altre, attenzione – non sembra introdurre alcuna novità. Cinque ragazzi e cinque ragazze poco inclini alle relazioni serie ma per i quali il sex appeal occupa una posizione piuttosto elevata nella scala delle priorità.
Sicché dopo pochi momenti passati nella villa di lusso che li ospita per diverse settimane ognuno ha già messo gli occhi su uno o più potenziali partner. Ma allo scattare della dodicesima ora, ecco l’introduzione di una regola diabolica.
La regola “castrante”
È Lana, un’assistente virtuale che dovrebbe aiutare i concorrenti a legarsi tra loro, a rivelare il twist di Too hot too handle
Eccolo qui: i protagonisti dovranno astenersi dal contatto fisico. Niente baci, niente sesso, niente autoerotismo. E se qualcuno cede? Allora l’ammontare del premio finale – 100mila dollari da spartire al termine del programma – calerà di volta in volta. Se vi state chiedendo quanto si può perdere con un bacio, la risposta è: 3mila dollari, cifra che sale intorno ai 20mila per ogni atto sessuale. Non c’è scampo, Lana – che tutto vede e tutto sa – è ovunque, pronta a registrare qualsiasi promiscuità.
I concorrenti
Provengono da paesi anglofoni diversi, sono tutti tra i 20 e i 29 anni, e sono accomunati dalla prestanza fisica quanto disinteressati a rapporti profondi. C’è Chloe, provenienza Regno Unito, per cui le app di incontri sono come un “secondo lavoro”; Harry, che ci ha provato su Instagram con una o due Kardashian; Sharron, del New Jersey, che si definisce subito “femminista”, facendo forse alzare qualche sopracciglio.
Ma soprattutto c’è Francesca Farago: travel influencer di 25 anni canadese i cui account social stanno esplodendo. “Spirito libero e cercatrice di brividi (noi aggiungiamo felini)”, Francesca gestisce anche una linea di costumi da bagno (Farago The Label) prodotta con tessuti biodegradabili, è restia a impegnarsi e a inizio dating ha confessato di essersi tatuata il nome di un ex, dice da qualche parte sulla lingua. A guardarla viene in mente una Elettra Lamborghini meno prosperosa, un look che però l’ha messa subito in luce rispetto alle altre.
Il fascino del trash
Le puntate di Too hot too handle sono in tutto otto e, tra stereotipi e giochi di parole a sfondo sessuale, volano via che è una bellezza. Complice il momento storico che stiamo vivendo, isolamento e momenti difficili possono essere facilmente riempiti dalla leggerezza di questo dating show. Già il fatto che i personaggi non possano avere alcun contatto fisico ci fa guardare con simpatia le situazioni assurde in cui vengono testati i loro limiti.
C’è da dire infatti che il programma è poco clemente con i suoi concorrenti. Mentre loro cercano di controllare gli ormoni, le prove a cui sono sottoposti prevedono livelli di intimità che vanno dall’appuntamento “civilizzato” al workshop sullo Shibari, pratica di bondage giapponese che ha l’intento di migliorare il sentimento di fiducia nella coppia.
Se navigare nell’infinità di contenuti è diventato sempre più difficile durante il lockdown, può essere giunto il momento di lasciarsi andare a questo guilty pleasure. Non giudicatevi e non siate troppo duri con voi stessi se dopo il primo episodio non potrete fare a meno di divorare quelli successivi.
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