“The L Word – Generation Q”. Su Sky Atlantic il revival della serie tv orgoglio LGBTQ+

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Dieci anni fa andava in onda l’ultimo episodio di The L Word

. Si chiudeva così la rivoluzionaria serie che negli anni 2000, certo con alcuni limiti, ha cambiato le regole della rappresentazione della comunità LGBT+ in televisione. L’eredità dello show, uno dei primi a portare in scena un gruppo di donne lesbiche come protagoniste – e non come personaggi secondari o osservati attraverso l’univoco sguardo maschile eterosessuale – viene ora raccolta dall’atteso revival, The L Word – Generation Q, in onda su Sky Atlantic a partire da questa sera, alle 21.15.

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Gli otto episodi della prima stagione saranno anche disponibili su NOW TV.

The L Word, la vecchia guardia

“The L Word”

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La serie originale prodotta da Ilene Chaiken, in onda dal 2004 al 2009, è stata all’epoca un primo punto di riferimento per molte donne queer, estremamente sottorappresentate sul piccolo schermo.

Le sei stagioni originali, disponibili on demand dal 7 maggio su Sky Box Sets e Now TV, seguivano le complesse vicende di un gruppo di donne della comunità LGBT+. Portando in scena sesso, passioni e storie d’amore tanto intricate da rendere necessaria la creazione di un grafico, chiamato “The Chart”, perchè il pubblico riuscisse a districarsi nel labirinto della trama. Il cast originario comprendeva Jennifer Beals nei panni di Bette, personaggio che ritroveremo anche nel revival insieme a Katherine Moennig che interpreterà ancora Shane, parrucchiera con la tendenza a lasciarsi alle spalle uno stuolo di cuori infranti, affiancate da Leisha Hailey, nel ruolo di Alice, giornalista bisessuale.

The L Word - Generation Q

The L Word – Generation Q

I punti in comune tra le due serie sono tanti, per esempio il focus sulle relazioni amorose e alcuni dei personaggi. Ma non è necessario aver visto The L Word per godersi il suo spin-off. Certo, tornano in scena dieci anni dopo le storiche protagoniste dello show originale, ma le loro vite si intrecciano con quelle di un nuovo gruppo di protagonisti appartenenti ad una generazione più giovane. Sophie (Rosanny Zayas) e Finley (Jacqueline Toboni) lavorano entrambe al talk show di Alice.

Mentre Dani, la fidanzata di Sophie interpretata da Arienne Mandi, lascia la società di famiglia per trovare un nuovo impiego com PR nella campagna elettorale di Bette, in corsa per diventare il primo sindaco donna e apertamente gay di Los Angeles. Shane intanto è tornata in città, dopo aver venduto alcuni negozi della sua catena di saloni di bellezza. Al cast più giovane si unisce Leo Sheng nei panni di Micah, professore transessuale con una cotta per il vicino di casa.

The L Word, ieri e oggi

Il nuovo show, come il suo predecessore, dà spazio a tematiche come l’identità di genere e l’emancipazione femminile, ma anche al ritratto di una sessualità priva di tabù, con la differenza che oggi questo, per fortuna, suscita meno scalpore. The L Word – Generation Q cerca anche di riempire alcuni vuoti lasciati nella serie originale, soprattutto nella rappresentazione un po’ rigida e stereotipata di personaggi bisessuali e transgender. La nuova serie di Marja-Lewis Ryan supera alcuni di questi limiti mettendo in scena in modo più inclusivo la comunità queer, anche provvedendo alla scarsa diversità del cast della serie degli anni zero, composto quasi esclusivamente da donne bianche e privilegiate.

In questo nuovo confronto generazionale, seppur non condividendo la portata pionieristica del suo predecessore, il revival riesce comunque a delineare in modo più vario e fedele la comunità LGBTQ+.

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