Tennistavolo, la leggerezza del suono

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Il tennis tavolo è uno degli sport più praticati nel mondo, specie grazie alla spinta della Cina, ed è sport olimpico dal 1988, ma è talmente caratterizzato dal suo particolarissimo suono che è conosciuto maggiormente con il suo nome onomatopeico ping pong.

Evidentemente il “ping” rappresenta il colpo della racchetta sulla pallina mentre il “pong” è l’impatto della pallina stessa sul tavolo. In uno scambio di riscaldamento di buon livello quindi i due suoni si alternano in una sequenza dal ritmo inconfondibile.

Il giocatore in cerca del luogo della partita avvertirà sicuramente il suono familiare del gioco prima di riuscire a vedere i primi tavoli e si sentirà immediatamente nel posto giusto, quasi a casa. Quando si disputa un torneo tutta la palestra diventa un concerto di “ping” e di “pong” che si mischiano, si sovrappongono e si confondono fra loro mentre ogni altro suono è difficilmente tollerato dai giocatori.


tennistavolo

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L’aspetto fisico

A dispetto del pensiero di molti, il tennis tavolo impone una componente fisica importante per poter competere, anche a livelli non eccezionali. In particolare, poiché in uno scambio lo stesso giocatore può dover colpire la pallina quasi ogni secondo, l’esplosività, specie delle gambe, è una caratteristica fondamentale per eseguire tanti piccoli movimenti tutti a velocità massima. Se da un lato lo spazio da coprire è ridotto, dall’altro il tempo di reazione è minimo.

Ѐ la dimensione temporale dunque il vero fattore sfidante del tennis tavolo (qui un esempio: 24 colpi in 14 secondi). Ogni movimento è dunque ridotto all’essenziale e qualsiasi spreco si paga a caro prezzo al colpo successivo. La pulizia tecnica da sola non basta poiché arrivare male o in ritardo sulla pallina non permette di eseguire il gesto in maniera corretta, costringendo a correzioni improvvisate, effettuate tipicamente con il polso o con il braccio, chiaramente più rischiose.

Anche l’esecuzione del colpo deve essere rapidissima e non c’è un attimo per fermarsi a guardare la pallina o l’avversario, che vanno tenuti d’occhio mentre si è in moto. Non è dunque richiesta grande resistenza sul lungo periodo come in altri sport, ma sicuramente esplosività, rapidità, elasticità e riflessi non possono mancare.

giocatore ping pong

Non bisogna inoltre sottovalutare che è necessario stare sempre piegati sulle gambe durante un punto per avere gli occhi quasi all’altezza del tavolo e per essere pronti a reagire in frazioni di secondo.

Avere la lucidità, caratteristica più fisica che mentale, per eseguire correttamente un colpo, anche se facile, al termine di uno scambio duro, fa la differenza fra perdere o vincere quel punto e la relativa fiducia che ne deriva.

La racchetta

La racchetta del giocatore di tennis tavolo agonista non è un pezzo unico ma viene assemblata. In particolare è composta dal telaio, il supporto in legno/carbonio comprensivo del manico, e dalle due gomme che vi vanno incollate sopra.

Le due gomme, una rossa e una nera, sono in genere diverse fra loro, potenzialmente anche molto, e quindi sono specifiche una per il dritto e una per il rovescio. La scelta delle gomme è molto ampia e questo permette di calibrare al meglio le caratteristiche della racchetta su quelle del giocatore per la miglior resa possibile.

Un giocatore con un buon dritto d’attacco sceglierà quindi una gomma molto offensiva per esaltare al massimo il suo colpo migliore, mentre per il rovescio potrebbe optare per una soluzione più conservativa che gli consenta di non subire troppo da quel lato di campo. Anche il telaio va scelto con cura in quanto ne esistono diversi tipi con caratteristiche difensive, intermedie o offensive e che vanno valutate insieme alle gomme scelte.

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racchetta ping pong tennistavolo

Le racchette così composte permettono di dare alla pallina una forza e soprattutto degli effetti assolutamente sconosciuti alle loro omologhe utilizzate da chi gioca nel suo giardino di casa o in spiaggia e delimitano quindi in maniera netta i due mondi (in Italia il tennis tavolo conta su circa diecimila tesserati fra uomini e donne).

Di pari passo con la racchetta va il tavolo che nella sua versione professionale, da utilizzare rigorosamente indoor, restituisce un rimbalzo più alto e regolare, a cui è associato un suono più dolce, oltre ad essere più “amico” degli effetti.

La leggerezza

Nel tennis tavolo si possono fare scambi intensi, divertenti e molto belli da vedere senza arrivare a livelli eccelsi. La soddisfazione di aver fatto un bel punto è uno dei motivi maggiori di affezione al tennis tavolo e in una partita anche di serie C se ne possono vedere molti, con il risultato di un incontro godibile per eventuali spettatori esterni, ma soprattutto per i giocatori stessi.

Chi vince uno scambio intenso o esegue qualche colpo fuori dal comune può lasciarsi andare anche ad un’esultanza vigorosa, non concessa invece su errori dell’avversario.

A differenza poi di quasi tutti gli sport che prevedono un confronto squadra contro squadra o uno contro uno, il tennis tavolo è semplicissimo da arbitrare, tanto che nelle partite di campionato a livello regionale le due squadre si alternano all’arbitraggio in autonomia senza alcun problema. Le possibili situazioni di discussione sono davvero minime e la maggior parte delle partite si chiude senza punti nemmeno leggermente contestati.

L’uso della tecnologia in aiuto all’arbitraggio non è previsto neanche ai massimi livelli per il semplice motivo che non serve. Questo particolare sottovalutato rende tutta l’atmosfera meno pesante e rabbiosa rispetto ad altri ambienti ed elimina un enorme punto di scontro: l’arbitro. Anche il rapporto fra i giocatori ne beneficia, tanto che non sono rare le situazioni in cui si commenta un proprio incontro con l’avversario stesso.

Nella sconfitta, ci si potrà appellare al massimo alla fortuna dell’avversario che ha preso una retina o uno spigolo di troppo se proprio non si accetta di mettere in discussione il proprio gioco.

Infine il tennistavolo, più di tanti altri sport, educa alla consapevolezza e alla serenità mentale. Infatti è necessario rimanere sempre focalizzati sulla partita senza farsi prendere dalle ansie del punteggio per poter vincere tutti quegli incontri equilibrati dove la differenza tecnica è esigua o nulla.

Ti possono essere dati consigli fra i set o nei timeout ma poi sul tavolo sei sempre da solo e devi risolvere la partita con i tuoi colpi e la tua lettura del gioco in quei 20-30 minuti in cui si giocano al massimo un centinaio di punti.

Comprendere che gli scambi decisivi sono la parte vitale di questo sport e che possono essere giocati anch’essi con leggerezza e agonismo allo stesso tempo, non è affatto banale ma, oltre a portare il giocatore consapevole più spesso alla vittoria, riporta anche il tennistavolo a quello che in fondo è: un divertente e sincopato alternarsi di ping e di pong.

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Redazione MusaNews
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