Tanti Auguri grande Adriano da Musanews!

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Adriano Celentano, il ragazzo della via Gluck spegne 80 candeline

Il “Molleggiato” della canzone italiana festeggia il compleanno con lʼennesimo successo: il cofanetto ʼTutte le miglioriʼ, che raccoglie i più bei duetti con Mina è al terzo posto in classifica

Adriano Celentano compie 80 anni. Tra i protagonisti assoluti della cultura popolare del nostro Paese, cantante, attore e mattatore, il “Molleggiato” non ha nessuna intenzione di uscire di scena e mentre si attende il suo ritorno in tv con “Adrian”, la serie realizzata con Milo Manara per Mediaset, “Tutte le migliori”, il cofanetto che raccoglie i duetti con Mina e alcuni dei loro più grandi successi, è terzo in classifica.

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Precursore, sempre un po’ sopra le righe, “scandaloso” quanto basta per non allinearsi mai a niente e nessuno, Celentano nasce a Milano il 6 gennaio 1938 in quella che è diventata una delle vie più famose della musica italiana, ovvero via Gluck (al 14, ndr).
Figlio di immigrati pugliesi, va a scuola e si diletta in molti lavori, tra i quali quello di orologiaio. Nel maggio del 1957, per l’esattezza il 18, il ragazzo della via Gluck che amava il rock ed era rimasto folgorato dalla musica rivoluzionaria di Bill Haley, (dopo che la madre gli aveva regalato un suo 45 giri “Rock Around The Clock”), partecipa al Palazzo del Ghiaccio di Milano, al primo festival del rock’n’roll con il suo gruppo i Rock Boys: suonano “Ciao ti dirò”.


E’ l’inizio della sua carriera: il cantante vince il concorso e il suo primo contratto discografico.
Il suo passatempo preferito era imitare Jerry Lewis (aveva anche vinto un concorso di imitatori) ma è cantando che la sua carriera decolla. Nel 1959 grazie a “Il tuo bacio è come un rock”, ottiene un successo clamoroso e vende oltre 300mila copie in una sola settimana. Nello stesso anno gira anche il primo film di successo, “I ragazzi del juke-box”, con la regia di Lucio Fulci, che vede tra gli interpreti Fred Buscaglione, Betty Curtis e Tony Dallara.

La carriera musicale e cinematografica è lanciata, Celentano sconvolge il mondo della canzone italiana: ha una contagiosa vis comica, canta come un apostolo del primo rock’n’roll e si muove in un modo mai visto. Nasce il mito del “molleggiato”.
La sua prima esibizione al Festival di Sanremo, dove comincia a cantare dando le spalle alla platea, nel 1961 lo consacra al pubblico. Canta “24 mila baci” e arriva secondo ma la canzone è un successone. Celentano, che all’epoca faceva il servizio militare, partecipò grazie a una dispensa firmata dal ministro della Difesa Giulio Andreotti.

Da quel momento, Celentano è uno dei dominatori della musica italiana: si muove tra rivoluzione e predicazione alternando tematiche ambientaliste ante litteram, come “Il ragazzo della via Gluck” e “L’albero di 30 piani” a posizioni conservatrici tipo “Tre passi avanti”, “Pregherò”, “Chi non lavora non fa l’amore” (che ha vinto Sanremo nel 1970), “La coppia più bella del mondo”, capolavori come “Una carezza in un pugno”, “Azzurro” (musica di Paolo Conte), “Storia d’amore”. Con “Prisencolinensinainciusol” anticipa il rap. Anche nella gestione della sua carriera è stato un anticipatore, perché fin dagli anni ’60 ha cercato, con molti problemi, la sua indipendenza dalle case discografiche, fondando il Clan, che più che ad un’etichetta assomiglia ad un collettivo artistico.

Sempre al suo fianco, dal 1964, la moglie-manager Claudia Mori, conosciuta sul set di “Uno strano tipo” con la quale forma ancora oggi una coppia indissolubile e che sposa in gran segreto nel 1964 nella chiesa di San Francesco a Grosseto. Dal matrimonio nascono tre figli: Rosita Giacomo e Rosalinda.

Celentano ha attraversato la storia della canzone, dall’epoca d’oro del 45 giri al digitale, travalicando i confini della musica: tra gli anni ’70 e ’80 è stato campione d’incassi con film commerciali, conoscendo un confortante successo come regista con “Yuppi Du” e una cocente delusione con “Joan Lui”.



Se la televisione, grazie alle sue partecipazioni come “ospite evento” era stato il mezzo ideale per veicolare i suoi successi, dal 1987, con “Fantastico 8”, è diventata lo strumento utilizzato per imporre la sua nuova dimensione di “predicatore”, oggi diffusa anche attraverso un blog molto attivo. I suoi spettacoli, seguiti da ascolti record, da “Francamente me ne infischio” a “125 milioni di caz… te” e “Rockpolitick” fino alla molto discussa partecipazione al festival di Sanremo del 2012, hanno suscitato polemiche e discussioni a non finire fino quasi a mettere in secondo piano il cantante rispetto all’opinionista specializzato in monologhi dalle proverbiali pause e sceso in campo a favore del movimento di Beppe Grillo. Nel 1998, l’album registrato con Mina (da sempre una delle sue migliori amiche) e trainato dal brano “Acqua e sale” ha venduto 1.600 mila copie. Nel 2016 la super coppia replica con “Le migliori”, arrivato al sesto disco di platino.

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Nel 2012, a 18 anni di distanza dal suo ultimo concerto, è tornato a cantare dal vivo all’Arena di Verona in due serate, intitolate “Rock Economy” e trasmesse da Canale 5 con grande successo. Sono state le sue ultime uscite pubbliche, se si eccettuano un’intervista a “Ballarò” nel 2015 e un video messaggio per il suo amico Gianni Bella.


CANALE 5 LO FESTEGGIA CON “SPECIALE ROCK ECONOMY” – Sabato 6 gennaio, in prime time, Canale 5 festeggia gli 80 anni del “Molleggiato” con una serata evento a lui dedicata, riproponendo “Speciale Rock Economy”. Nel 2012, 18 anni dopo la sua ultima esibizione live, era tornato infatti a esibirsi dal vivo con due concerti evento all’Arena di Verona, trasmessi su Canale 5 (con un ascolto record di oltre 20 milioni di spettatori).

TONY RENIS LO CELEBRA SU “SPY” – “Ho tentato più volte di portarlo in America, sarebbe diventato come Frank Sinatra, ma trovava sempre delle scuse. Per me ha commesso un sacrilegio, ma devo dire che non gli è andata male, no? (ride, ndr). E poi me lo lasci dire: a 80 anni Adriano è ancora un bravo ragazzo”. Così, sul numero di Spy in edicola venerdì 5 gennaio, Tony Renis festeggia gli 80 anni di Adriano Celentano. “Ci siamo conosciuti a 6 anni all’oratorio san Lorenzo a Milano, dove ci sono le Colonne, giocavamo a calcio nella stessa squadra dove giocava anche Sandro Mazzola. Per me è come un fratello, quasi gemello. Ma lo sa che siamo stati i primi rocker in Italia? Andavamo all’ufficio collocamento spettacolo tutti i giorni ad aspettare che qualche impresario ci ingaggiasse. E così facevamo il nostro numero su una panchina, avevamo studiato anche tip tap e cantavamo ‘That’s amore’. Dino Risi voleva fare un film sui nostri inizi, un film straordinario sui nostri sogni: sa che secondo me a Hollywood piacerebbe?”. E rivela: “Ho chiamato Adriano il giorno di Natale per fargli gli auguri. ‘Sto lavorando’, mi ha risposto. Da oltre cinque anni sta lavorando ad ‘Adrian’, il film di animazione che andrà in onda su Canale 5. Gli ho detto: ‘Vai un paio di giorni a riposare ad Asiago’, ma lui mi ha risposto: ‘Non posso, devo lavorare’, perché lui quando fa una cosa segue tutto dall’inizio alla fine, farebbe anche il fabbro se servisse”.

LINUS: “È UN MATTO CHE HA CAMBIATO IL MONDO” – Nel 2001, per il suo show “125 milioni di cazz..te” scelse fra gli autori Linus, direttore artistico di Radio Deejay. “Ricordo che stavamo preparando l’ultima puntata”, racconta Linus, “e Adriano si era rotto una gamba. Così arrivò in riunione con la canottiera e la gamba ingessata. Stava decidendo quali canzoni fare e io presi la parola e gli dissi: “Non hai ancora fatto Storia d’amore”. “Eh, hai ragione, ma non so se me la ricordo”. Era vero, non ricorda nemmeno il testo di ‘Azzurro’, ma prese la chitarra e la cantò per i cinque e sei che c’erano lì, è un ricordo che conservo». E aggiunge. “Lui è matto come devono essere gli artisti, ha costruito un rapporto nuovo fra la canzone e la rappresentazione del mondo che ci circonda, è andato al di là della canzone. E ha influenzato l’arte, tanto che il prossimo singolo di Jovanotti, ‘Sbagliato’, è ispirato dichiaratamente a ‘Un albero di trenta piani’. Celentano è moderno, è internazionale e solo la sua pigrizia lo ha confinato nel nostro piccolo orticello. Altrimenti negli Anni 60 con il suo stile fra Elvis Presley e Jerry Lewis avrebbe conquistato il mondo. Anche se per noi lo ha fatto lo stesso”.

da: tgcom24.it

Loris Old

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