Il Coronavirus ha stravolto la nostra vita, cambiando sensibilmente le nostre abitudini e la percezione di tutto ciò che ci circonda. Oltre a essere una minaccia per la salute di chiunque, la paura della pandemia, del contagio e i conseguenti lockdown hanno influito in modo significativo sulla psiche di ognuno. Infatti, l’essere costretti a rimanere in casa senza poter uscire o dover rinunciare alla propria normalità ha provocato disturbi di varia intensità a livello psicologico. Uno di questi è la cosiddetta Sindrome della capanna e in questo articolo scopriremo di che cosa si tratta.
Che cos’è la Sindrome della capanna
La Sindrome della capanna non nasce a causa del COVID-19, ma sicuramente la pandemia ha fatto aumentare esponenzialmente il numero di persone che ne hanno sofferto o che stanno ancora cercando di superarla. È detta anche Cabin fever o Sindrome del prigioniero e si tratta di uno stato di malessere psicologico all’idea di uscire di casa dovuto a un periodo più o meno lungo passato tra le mura domestiche e completamente distanziati dalla società. Non sorprende, quindi, che questo disturbo nasca in seguito a un lasso di tempo di distacco con la realtà e che si manifesti proprio quando si potrebbe tornare almeno in parte alla normalità.
I sintomi
Molte persone hanno dichiarato di aver iniziato a soffrire della Sindrome della capanna dopo il primo lockdown causato dalla pandemia, durante i mesi primaverili. Infatti, secondo la Società Italiana di Psichiatria, quando ci si stava avvicinando alla cosiddetta fase 2 e si parlava dell’eventualità delle riaperture e della possibilità di uscire di casa o incontrare familiari e amici, in tanti hanno accusato un forte senso di smarrimento e di angoscia. Queste forme di malessere a livello psicologico spingono l’individuo a restare nel proprio rifugio, ovvero quel luogo sicuro che sono le pareti domestiche.
Perciò, vediamo brevemente quali sono i sintomi principali che si manifestano a causa della Sindrome del prigioniero:
- Un continuo stato d’ansia;
- Tristezza, frustrazione e angoscia;
- Frequenti episodi di irritabilità;
- Mancanza di entusiasmo, energia e voglia di fare;
- Senso di smarrimento, solitudine e fallimento;
- Difficoltà di concentrazione;
- Disturbi del sonno.
Quali sono le cause
Come abbiamo accennato, la Cabin fever o Sindrome della capanna esisteva già prima in psicologia, ma il Coronavirus e la strategia dei lockdown hanno portato questo disturbo all’attenzione di tutti. Rapportandolo alla situazione attuale, la cause all’origine di tale malessere sono diverse. Innanzitutto, stando sempre in casa, si instaura una routine secondo cui le pareti domestiche sono l’unico rifugio sicuro. Si fa tutto in un unico posto: lavoro in smart working, allenamenti tramite app o video, call con gli amici attraverso uno schermo, attività ricreative con la famiglia o i bambini solo all’interno. Insomma, si riorganizza la propria vita senza cambiare mai ambiente. Così facendo la propria abitazione viene vista come il solo luogo protetto, al di fuori del quale regnano pericoli e incertezze.
Inoltre, la tendenza a rimanere in casa anche quando se ne potrebbe fare a meno può essere dovuta anche alla paura stessa del contagio. Tutto ciò perché, nonostante possano venire stabiliti degli allentamenti delle regole e dei divieti, il Covid-19 non è ancora scomparso e il timore di potersi ammalare blocca ancora oggi centinaia di persone all’interno del loro “nido”.
Riassumiamo, quindi, quali possono essere le cause principali dietro alla Sindrome del prigioniero:
- Paura e angoscia verso il mondo esterno;
- Terrore di ammalarsi;
- Timore di contagiare familiari e amici;
- Sconforto nell’uscire di casa e non ritrovare la situazione di normalità pre-pandemia.
Le “vittime” della Cabin fever
La condizione di isolamento sociale protratta per molti mesi ha toccato ognuno di noi dal punto di vista psicologico. Si sono visti sintomi quali ansia, irritabilità e mancanza di energie in soggetti di fasce d’età molto differenti tra loro, anche nei bambini. Tuttavia, come hanno fatto notare gli esperti in psicologia, ci possono essere categorie di persone che rischiano maggiormente di manifestare questa sindrome. Si tratta soprattutto di:
- Ipocondriaci, ovvero soggetti particolarmente apprensivi rispetto alla propria salute;
- Individui di per sé restii ai cambiamenti e con difficoltà di adattamento;
- Persone con già precedenti disturbi psichiatrici o altre fobie.
Come affrontare e superare la Sindrome della capanna?
Nonostante i sintomi e le cause di questa sindrome siano importanti e debbano essere tenuti in seria considerazione, è possibile affrontare tale malessere. È bene dire che secondo il parere degli esperti, la Sindrome della capanna dovrebbe se non sparire almeno diminuire in modo “automatico” con il progressivo miglioramento della situazione pandemica. Tuttavia, mentre si attende di tornare a una vera condizione di normalità, si possono mettere in atto una serie di stratagemmi e consigli per superare questa paura da reinserimento sociale.
Innanzitutto, bisogna accettare le proprie emozioni, senza cercare di nasconderle o colpevolizzarsi. Essere alle prese con tutti i problemi causati dal Covid e il periodo di isolamento non è semplice, anzi: è normale sentirsi scossi a livello emotivo e mentale. Per questa ragione, ti consigliamo di scendere a patti con ciò che provi e prenderti cura di te con dei piccoli gesti quotidiani. Se senti che questo sconforto non migliora, considera l’idea di parlarne con qualcuno, anche uno specialista, con cui tu ti possa confrontare.
Inoltre, per cercare di recuperare parte dell’entusiasmo che la pandemia sembra essersi presa, fissati degli obiettivi giornalieri. Infatti, stando sempre in casa si rischia di lasciarsi andare alla pigrizia e all’indolenza. Porsi dei traguardi o dei compiti quotidiani, invece, aiuta a farci sentire utili, ad aumentare la propria autostima e allontanare dalla mente le preoccupazioni. Questi obiettivi possono essere di vario tipo, da un’organizzazione puntuale del lavoro a una regolare attività fisica.
Infine, pratica la gratitudine. È un periodo difficile per tutti e sappiamo quanto sia complicato trovarne un lato positivo o “la luce in fondo al tunnel”. Allo stesso tempo, però, gli ultimi mesi ci hanno aperto gli occhi su quanto tutto ciò che davamo per scontato sia invece ricco di valore, dalla semplice cena con gli amici alla possibilità di viaggiare e spostarsi liberamente. Forse il più grande insegnamento di questa pandemia è proprio l’apprezzamento delle piccole cose e delle persone che amiamo.
Fonte articolo Alfemminile