Lasciarsi. E poi provare rabbia, tanta rabbia da fare qualcosa di spregevole: condividere le foto e i video intimi su social e app. Il revenge porn è prima di ogni altra cosa un reato. Continuando a leggere scoprirai come difenderti da questa nuova mania che spopola sul web. Una coppia affiatata può fare qualsiasi gioco e divertirsi a sperimentare ma se non conosci al 100% chi hai di fronte tieni gli occhi aperti!
Cosa è il revenge porn
In italiano potremmo tradurlo con “pornovendetta”. Vuol dire vendicarsi di un ex sbattendo in rete le sue immagini e i video intimi, senza il suo consenso o in altri casi senza che fosse nemmeno a conoscenza di essere protagonista di questo materiale digitale. Il revenge porn è una forma di violenza che sottintende sempre un abito di natura psicologica o anche sessuale. La causa scatenante può essere la fine di una relazione sentimentale con l’istinto di vendicarsi o anche semplicemente il desiderio di guadagnare qualcosa distribuendo materiale pornografico.
Parlare di vendetta, parlando di revenge pornography è un po’ riduttivo: come abbiamo detto si tratta di un abuso in piena regola, di una violenza fatta per umiliare, ferire, vendicarsi o semplicemente sfruttare l’immagine di qualcuno.
Come viene punito il revenge porn
Questa nuova tipologia di reato ha portato nel mondo la nascita di nuove leggi e normative volte a ridurne la portata. I paesi del mondo che hanno preso maggiori provvedimenti in materia sono l’Australia, la Germania e gli Stati Uniti: chi commette questa tipologia di reato può subire diverse tipi di accuse, si va dalla molestia, alla diffamazione, alla violazione della privacy fino all’istigazione al suicidio. Anche l’Italia si è schierata in prima linea contro questo fenomeno digitale con un disegno di legge che ha introdotto questo nuovo reato nel codice penale. In Italia infatti chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 5.000 a euro 15.000. E la pena viene anche aumentata se a commettere il redato è un coniuge o anche un ex o una persona legata da qualunque tipo di relazione affettiva.Inoltre anche solo contribuire alla diffusione di tali contenuti costituisce un grave reato.
Cosa si prova quando finisce una relazione
Il desiderio di rivalsa e vendetta non è un sentimento sano. Quando finisce una storia d’amore è normale provare dolore e anche arrivare ad odiare l’altro che magari ha non poche colpe, prima ad esempio quello di averci tradito. Ma quando subentra il desiderio di umiliare e ferire, ecco che dal dolore si passa alla molestia vera e propria. Non a caso chi pubblica contenuti intimi relativi a una propria ex sui social e sulle app specifiche spesso non tralascia mai di inserire dettagli rilevanti dell’altro per permetterne il riconoscimento agevole da parte dalla community: qui insieme ai video sessuali e hai dettagli più intimi vengono messi in piazza dai gusti alle abitudini, agli indirizzi fino alle informazioni che solitamente andrebbero protette dalla privacy.
Lasciarsi non è mai facile ma a volte sarebbe più opportuno chiedere aiuto, un supporto psicologico per affrontare questa tempesta che si prospetta all’orizzonte. Anche se, soprattutto tra i vip, c’è chi giura che rimanere amici con la propria ex si può…e si deve!
Cosa succede sul web
Sui social network come Instagram, in apposite pagine rapidamente scovate dalla polizia postale o su app come Telegram ogni giorno si consuma il massacro virtuale di decine e decine di donne. Vengono riversate online foto delle proprie ex ma anche materiale pedopornografico: il rischio di rovinare la vita per sempre a qualcuno sembra non sfiorare neppure la mente dei soliti leoni da tastiera.
Il maggiore network di Revenge porn italiano si trova proprio su Telegram, una chat virtuale in cui è facile accedere ed assistere a questi stupri di gruppo che seppur virtuali fanno realmente molto male. Qui non mancano mai ad accompagnare immagini e video molto espliciti i numeri di telefono, i nomi e i cognomi e tutti i dettagli intimi, indispensabili perché la perversa vendetta sia davvero completa. E non mancano neppure video con protagonisti minori, bambini inconsapevoli di essere filmati, che diventano oggetto di attenzione di questo incontrollabile branco che si sente forte nascondendosi dietro lo strumento più potente che ha: l’anonimato. I gruppi nascono e si popolano, si riempiono di contenuti vietati fino ad esplodere, fino a quando ili dato diventa cosi evidente e manifesto che gli amministratori di Telegram e la polizia postale riescono a bloccare il gruppo e a zittirlo: ma solitamente dura poco, il tempo di creare un nuovo gruppo e si ricomincia.
Qualche numero per capire il problema
Secondo una recente ricerca di Amnesty International, in Italia almeno una donna su cinque ha subito molestie e minacce online. Chi mette le tue foto intime sul web potrebbe essere un estraneo ma anche un amico di cui magari non sospetteresti mai. È importante non sottovalutare mai che le foto di donne vittime del revenge porn finiscono nel web non solo per vendetta ma anche come moneta di scambio in un mercato in cui una foto più vale quanto più è intima, rubata e reale. Ecco perché una foto di Instagram vale poco rispetto ad un contenuto postato ad esempio come story con la finalità di scomparire dopo 24 ore. Pensaci sempre quando crei un contenuto che ti riguarda destinato ai canali social o in generale al web!