Punture di zecca: sintomi e malattie trasmesse dal morso

0
- Annuncio pubblicitario -

Le punture di zecca possono essere pericolose perché il grado di trasmettere all’uomo alcune malattie infettive, dalla malattia di Lyme all’encefalite. Il loro morso o puntura può portare diversi sintomi che è bene riconoscere per poter procedere alla rimozione della zecca e rivolgersi al proprio medico per evitare un peggioramento delle condizioni.

Le zecche sono degli artropodi che appartengono alla classe degli Arachnidi, proprio come ragni, acari e scorpioni. Si tratta di parassiti esterni che possono essere grandi da pochi millimetri fino a un centimetro. Hanno un corpo tondeggiante munito di un rostro in grado di penetrare la pelle con una morso e succhiare il sangue all’uomo: per questa ragione le punture di zecca non perdonano!

Le zecche sono diffuse in tutto il mondo e ne esistono circa 900 specie differenti. Quella con una maggiore diffusione in italia è la cosiddetta “zecca dei boschi” (“Ixodes ricinus”), ma sono presenti anche la “Dermacentor reticulatus”, la “Hyalomma marginatum” e la “Ixodes persulcatus”.

Scopriamo subito assieme come può avvenire il morso di questo insetto, quali sono i sintomi della punture di zecca, quali malattie infettive vengono trasmesse e come rimuovere questi animaletti parassiti dalla nostra pelle.

- Annuncio pubblicitario -
© GettyImages-1124684553

Come si comportano le zecche? Come avviene il “morso”?

Le zecche attraversano quattro stadi differenti nel loro ciclo di vita: da uovo diventano larva, poi ninfa e, infine adulto. Il passaggio da uno stadio al successivo (fatta esclusione, ovviamente, per il primo) abbisogna di un pasto di sangue, che può appartenere allo stesso ospite o a ospiti diversi. Il pasto di sangue è necessario alle femmine adulte anche per poter poi rilasciare le uova.

Il corpo-ospite può essere di specie diversissime tra loro: si va dai cani e i cervi fino all’uomo. La zecca può restare attaccata alla pelle per poche ore, oppure addirittura per giorni o settimane intere! Di solito le punture di zecca sono più frequenti nei mesi caldi, quando la temperatura è più alta e c’è più umidità: col freddo tendono a rifugiarsi nei muri o sottoterra, nella vegetazione.

Le zecche preferiscono infatti i luoghi erbosi, ma l’importante è che ci siano ospiti da parassitare! Non a caso è facile trovarle dove ci sono diversi animali, dalle cucce alle stalle. Il loro morso avviene in questa maniera: le zecche si appostano all’estremità di una pianta e aspettano il passaggio di un possibile ospite, che si tratti di un animale o di un uomo. Avvertono la sua presenza grazie all’anidride carbonica che emettono e al loro calore. Le punture di zecca consistono in un vero e proprio “conficcarsi” del loro rostro nella pelle: dopo il morso, cominciano a succhiare il sangue.

Quali sono i sintomi delle punture di zecca?

Di solito le zecche, se non vengono rimosse, restano attaccate all’uomo per uno o due giorni, nutrendosi del suo sangue. Non è difficile accorgersi della loro presenza anche al di là di possibili sintomi: nella maggior parte dei casi la zecca è visibile a occhio nudo ed è bene rimuoverla (poi vedremo come) il prima possibile.

Dopo la rimozione della zecca il sintomo più comune che si presenta è il segno del morso, gonfio, rosso e pruriginoso. Se però una persona non si accorge di aver subito delle punture di zecca, potrebbe essere più complesso riconoscere i sintomi di una possibile malattia infettiva trasmessa, come la malattia di Lyme.

Se si sa con certezza di essere stati punti, è bene rivolgersi al proprio medico curante, che potrà chiedere al paziente di monitorare la presenza di determinati sintomi, quali un’arrossamento della pelle attorno al morso, possibili eruzioni cutanee, sensazioni di malessere che vanno da dolori muscolari a febbre o mal di testa.

- Annuncio Pubblicitario -

Se nel giro di un mese dal morso non compare alcun sintomo, è probabile che non sia stata trasmessa dalle zecche nessuna malattia infettiva. Starà comunque al medico decidere come procedere e se approfondire la situazione. Ecco a te, intanto, un video su come riconoscere le punture di zecca e quelle di altri insetti molto comuni:

Quali malattie portano le punture di zecca?

La zecca dei boschi è in grado di trasmettere all’uomo molte malattie infettive. Le principali sono: la malattia di Lyme, anche detta “borreliosi”; l’encefalite da zecca (o Tbe); la rickettsiosi (trasmessa principalmente dalla zecca dei cani); la febbre ricorrente da zecche; la tularemia; l’encefalite da zecche (o “meningoencefalite da zecche”) e l’ehrlichiosi.

Nella maggior parte dei casi, una terapia antibiotica cominciata per tempo riesce a risolvere il problema. Solo in casi più rari (l’Istituto Superiore di Sanità valuta circa un 5% dei casi) queste malattie infettive in bambini o anziani possono essere pericolose per la vita.

La malattia di Lyme comincia a manifestarsi a distanza di 2-4 settimane dalle punture di zecca: il primo sintomo è una macchia circolare di colore rosso che si espande lentamente in un vero e proprio eritema detto “eritema migrante”. Un pronto trattamento antibiotico porta a migliorare i sintomi già entro un mese. Se la malattia di Lyme non viene trattata prontamente, dopo qualche settimana o anche a distanza di mesi è possibile che si verifichino infiammazioni del sistema nervoso centrale o periferico, oppure alterazioni del ritmo cardiaco.

L’encefalite da morso di zecca si presenta a distanza di 7-14 giorni dalle punture. I sintomi con cui si manifesta sono simili a quelli dell’influenza: febbre, mal di testa. stanchezza, dolori articolari e muscolari. La febbre scende di solito da sé in meno di una settimana. In circa un terzo degli infetti può presentarsi, dopo una settimana dall’avvenuta guarigione, una seconda fase dell’encefalite con febbre alta, cefalea e infiammazione di encefalo e meningi.

© GettyImages-171137658

Rimozione della zecca: come fare?

L’Istituto Superiore di Sanità, in caso di punture di zecca, raccomanda di non tentare mai di rimuoverle tramite alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, né oggetti arroventati, fiammiferi o sigarette per evitare che la sofferenza indotta possa provocare il rigurgito di materiale infetto.


La zecca, invece, deve essere afferrata con una pinzetta e rimossa tirando dolcemente con un leggero movimento rotatorio. Durante la rimozione è importante fare attenzione a non schiacciarla, in modo da evitare la trasmissione di agenti patogeni. Non bisogna, inoltre, toccare la zecca con le mani, che è bene proteggere con dei guanti e poi lavare come si deve. Prima e dopo la rimozione della zecca è bene disinfettare la zona, evitando quei disinfettanti come la tintura di iodio che colorano la pelle.

Capita spesso, inoltre, che il rostro rimanga all’interno della cute, ed in questo caso lo si deve estrarre con un ago sterile. Dopo la rimozione, la zecca va bruciata ed è bene effettuare una profilassi antitetanica. Bisogna rivolgersi al proprio medico che vi chiederà certamente di monitorare l’eventuale comparsa di altri segni di infezione nel mese successivo. Sarà lui, inoltre, a dirvi se è il caso di agire con una terapia antibiotica o meno.

Per ulteriori informazioni scientifiche sulle punture di zecca, puoi consultare Epicentro, il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica.

© Getty Images
Fuori all’aria aperta, soprattutto in inverno© Getty Images
La luce del sole è la migliore fonte di vitamina D© Getty Images
La vitamina D è importante per le ossa© Getty Images
Per evitare una carenza, si dovrebbe spesso uscire all’aria aperta© Getty Images
I raggi del sole sono la migliore fonte di vitamina D© Getty Images
La vitamina D influenza il nostro sistema immunitario© Getty Images
Perdita di capelli© Getty Images
Mancanza di concentrazione© Getty Images
Stanchezza© Getty Images
- Annuncio pubblicitario -