Prove di tinta per capelli fai da te al tempo di #iorestoacasa: diario beauty per niente serio

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È bastato un post su Facebook sull’emergenza “ricrescita” per scatenare il dibattito. Perché quando parli di capelli, tinta, colori, taglio… si apre una specie di canale di autocoscienza femminile trasversale nel quale tutte, ma proprio tutte hanno qualcosa di più o meno serio da dire. In queste settimane poi… Sembra che tutte le italiane siano state sorprese dal Dpcm (il decreto del presidente del Consiglio dei ministri) fatale, quello che chiudeva i negozi e ci blindava in casa, alla vigilia di un appuntamento cruciale con il parrucchiere. Quello della vita: il taglio che avrebbe cambiato la percezione di sé, il colore che ci avrebbe regalato dieci anni di meno. L’hair look che avrebbe rinvigorito la self confidence.

E adesso?

Adesso niente, tanto dove dobbiamo andare? Osa dire qualcuna. Già, e le riunioni via skype?
Per quelle basterebbe mantenere una distanza decorosa dal monitor… suggerisce un’altra.
E comunque c’è sempre quella sfida intima quotidiana dalla quale non possiamo sottrarci: il confronto con lo specchio.
Ho fatto un rapido sondaggio: in ogni casa o appartamento ce ne sono almeno tre. Tre bocche della verità, tre voci della coscienza, tre stronzi.
Soluzione melodrammatica: coprirli come la Contessa di Castiglione, la famme fatale del Risorgimento italiano, che non sopportava di vedere il suo decadimento fisico. Esagerato.
Soluzione pratica: la tinta fai da te. Eccoci.
In verità l’ho già fatta, anni fa. Ma l’effetto color-pelo-di-topo mi aveva dissuaso dal ripetere l’esperienza, preferendo le mani esperte del parrucchiere. 


Però siamo in emergenza…

Così durante una delle necessarie (quelle sì) spedizioni al supermercato ho indugiato, con un po’ di senso di colpa, davanti agli scaffali delle tinte. Smarrimento. Orientarsi tra le tipologie richiede skills di cui sono sprovvista: permanente, semi permanente, naturale, con ammoniaca, senza ammoniaca, spry coprenti, maschere riflessanti, gloss schiarenti…

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Ho fatto la mia scelta, l’ho condivisa sui social con le amiche per avere un loro riscontro. Dalle reazioni ho capito una cosa: alla prova tinta fai da te le donne si dividono in 6 categorie.

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1. La scientifica

Prima di acquistare il prodotto, studia on line le tipologie sul mercato, controlla su wikipedia la tossicità degli ingredienti, si guarda i tutorial di Clio Makeup e poi va sicura al banco del supermercato o in farmacia. Convinta di aver fatto la migliore scelta possibile, la applica seguendo con rigore le istruzioni. Nell’illusione che la tinta sia una scienza esatta. Non lo è mai.

2. La sperimentatrice

Come la scientifica ama documentarsi, ma lei va oltre: cerca le foto delle celeb su instagram, si documenta sui siti di beauty riguardo alle tendenze dettate dagli hairstylist famosi nella convinzione di poter replicare l’effetto nel proprio bagno di casa. Il massimo per lei sarebbe ottenere, per esempio, le shadow roots: radici scure, lunghezze chiare. Se ci riesce (a volte capita) inonderà Instagram dei suoi selfie.

3. L’ottimista

Si fida dell’immagine fotografata sulle confezioni, fa un rapido check e poi sceglie d’istinto. Il suo motto è: comunque vada, non potrò essere peggio di come sono adesso. Non è detto…

4. La cauta

Non osa la tinta permanente, sceglie “il riflessante” perché ha paura degli effetti devastanti. Quando poi si si accorge che il riflessante sul grigio… resta grigio, passa agli spray coprenti. E si ritrova, di solito, con la radice di un tono diverso da tutto il resto. Ma siccome lei non è una “sperimentatrice” (vedi sopra) a questo punto si dispera.

5. L’ardita

Non legge mai fino in fondo quello che c’è scritto sulla scatola, si butta nell’avventura tinta con l’incoscienza e il coraggio di un’adolescente. E siccome siamo in ballo, perché non osare l’inosabile? Così sceglie il rosa. Prima o poi i parrucchieri riapriranno.

6. La rassegnata

Il suo motto è: chissenefrega. Spesso è una ex cauta che non ha avuto il coraggio di osare. Oppure è arrivata a questa consapevolezza dopo tre passaggi: aver visto gli esperimenti delle amiche, non aver trovato il prodotto giusto per lei (non si applica mai molto a leggere le etichette), aver visto la foto di Gwyneth Paltrow con la ricrescita grigia bene in vista. Se lo fa lei…

ps: Io mi sono scoperta “cauta”. Ma non è detto che non possa cambiare.

>Il nostro Speciale #iorestoacasa

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