Con il tempo le relazioni sociali si evolvono in maniera naturale. Infatti, i condizionamenti esterni, gli sviluppi della società e del vivere insieme influiscono profondamente sul modo in cui ci rapportiamo agli altri, sia che si tratti di amici e parenti sia del partner. In questo senso, anche la tecnologia sta influenzando profondamente i rapporti con il prossimo, talvolta in senso positivo, in altri casi no. Un esempio del tutto negativo è quello del fenomeno del phubbing.
Che cos’è il phubbing?
Il termine phubbing è un neologismo che deriva dall’unione di due parole, snubbing, ovvero snobbare, e phone, telefono. Indica, appunto, l’atto di ignorare qualcuno per prestare attenzione al proprio smartphone. Con ciò, non significa solo prendere il cellulare e iniziare a chattare con un’altra persona, ma anche controllare i social network, le notifiche, le mail o anche solamente tirare fuori il dispositivo per verificare che non ci siano messaggi. Sono tutte azioni che possono essere considerate “banali”, ma che ormai ognuno di noi fa senza rendersene conto, privilegiando l’utilizzo del telefono all’interazione con chi abbiamo di fronte fisicamente e non virtualmente.
Con questa premessa, è facile capire come chiunque abbia ripetutamente praticato e/o subito il phubbing in diversi contesti che vanno dall’uscita con gli amici alla serata di relax con il partner. Tuttavia, commettere il phubbing non è solo un gesto “maleducato” perché può diventare un’azione che mettere a rischio le relazioni, portando all’esclusione sociale.
Perché il cellulare è sempre più presente nella nostra vita?
Che lo smartphone sia diventato un mezzo molto importante nella nostra vita è risaputo. In un oggetto di modeste dimensioni sono custodite informazioni e dettagli fondamentali del nostro lavoro e della carriera lavorativa, a partire dalle mail o persino dall’agenda, sempre più digitale e meno cartacea. Oltre a ciò, però, è sempre sul telefono che troviamo frammenti della nostra vita privata, fatti di chat, social network, foto, audio, playlist e altri contenuti multimediali.
Quindi, lo smartphone ci permette di tenere con noi costantemente quello che riteniamo ci definisca come persone e anche di controllare qualsiasi aspetto. infatti, solo virtualmente, possiamo scegliere se rispondere a un messaggio oppure no, decidere di mettere like a un post di Facebook o a una foto di Instagram e di accettare o cancellare a piè pari un’amicizia. Nella vita reale, invece, tutto questo non può accadere così facilmente. Le dinamiche di un’amicizia in carne e ossa, di una relazione d’amore e di un rapporto con i familiari sono più complesse e imprevedibili.
Quando lo smartphone danneggia le relazioni
Non importa molto in quale relazione si pratichi o si subisca il phubbing. Può essere di lavoro, di amicizia o di amore, ma il messaggio sottinteso è essenzialmente che quella conversazione o quel rapporto non ci interessi un granché. Inoltre, ci sono delle ricadute più gravi se si attua il phubbing nei confronti del prossimo ripetutamente. Infatti, se controllare o addirittura chattare attraverso il cellulare diventa il modus operandi tipico di una persona, questa rischia di andare incontro all’esclusione sociale e non solo perché non sarà più in grado di interagire senza schermo con gli altri, ma anche perché potrebbero essere anche coloro che le stanno vicino a non volerci avere più niente a che fare.
Nel caso contrario, ovvero quello di subire ripetutamente il fenomeno del phubbing, restano comunque molti rischi perché esso va a incidere sulla mente e l’emotività del soggetto. Una ricerca dell’Università di Kent ha dimostrato come il phubbing sia un metodo di esclusione sociale a doppio senso e, quindi, chi lo vive sulla propria pelle può sentirsi minacciato nei suoi bisogni umani fondamentali come l’appartenenza, l’autostima, il senso di realizzazione e il controllo.
L’incidenza del phubbing sulla vita di coppia
Probabilmente il caso più studiato per quanto riguarda il phubbing è la sua incidenza sulla vita di coppia. Snobbare il partner a favore del proprio telefono è una pratica più che diffusa e ne si può essere testimoni in molte occasioni. Per esempio, quante volte abbiamo visto una coppia a un ristorante che non si scambiava neanche uno sguardo perché troppo intenta a controllare i rispettivi smartphone? Ecco, gli esperti spiegano che normalmente si faccia phubbing solo perché si vede l’altro farlo. Magari uno dei due partner aspettava di ricevere le dovuti attenzioni dal compagno intento a chattare o a monitorare le notifiche e così, per noia e riflesso, ha deciso di utilizzare a sua volta il cellulare.
Episodi del genere ripetuti costantemente possono portare una percezione di basso interesse del partner nei propri confronti. Si pensa di essere poco interessanti rispetto a chi si ha di fronte e in questo modo si va a creare insoddisfazione all’interno della coppia, che in certi contesti degenera in depressione. Il phubbing può rovinare la comunicazione dei due partner – fondamentale per qualsiasi relazione – e anche la loro complicità. Infine, alcuni studi hanno notato come trascurare il compagno per il proprio telefono faccia calare il desiderio sessuale o, addirittura, che il sesso venga visto da parte del partner “snobbato” come l’unico mezzo per distrarre l’altro da chat, notifiche e social network.
Come dire basta al phubbing
Non si può trovare solo una fascia della popolazione che pratica il phubbing. Dato che gli smartphone sono ormai di tutti, chiunque mette in atto questo fenomeno, anche se i giovani tra i 15 e i 30 anni tendono a prevalere.
Se ultimamente ti sei resa conto di “snobbare” i rapporti sociali o la relazione con il tuo partner a favore del tuo cellulare, ti suggeriamo queste semplici mosse affinché il telefono non diventi il terzo in comodo nella tua vita di coppia o in qualsiasi legame della tua vita.
1. Tieni lontano il cellulare in alcune occasioni
Se sei abituata a controllare spesso il telefono, il primo passo da compiere è sicuramente quello di tenerlo lontano da te quando sai che il suo utilizzo non ti è indispensabile. Non appoggiarlo sul tavolo mentre stai mangiando, non portarlo con te sul divano mentre stai guardando un film in compagnia di qualcuno o lascialo in borsa quando passeggi tranquillamente per le strade della città: queste sono solo alcune delle circostanze in cui lo smartphone non è proprio necessario ma il solo averlo a portata di mano potrebbe tentarti nell’usarlo.
Inoltre, se vedi che il phubbing sta incidendo particolarmente sulla tua vita di coppia, puoi anche decidere insieme al tuo lui di spegnere entrambi i vostri cellulari in diversi momenti della giornata. Così facendo, riscoprirete il bello di stare insieme senza nessuna distrazione, comunicando e beandovi solo della vostra presenza.
2. Scarica delle app di “controllo”
Per chi usa in modo eccessivo il proprio telefono sono state inventate delle app di controllo, anche chiamate app “detox da smartphone”. Si tratta di applicazioni che tengono monitorato l’utilizzo del dispositivo e che possono bloccare la ricezione di notifiche e messaggi in un certo lasso di tempo. Potresti scegliere di affidarti a queste app quando ha in programma un’uscita con gli amici e non vuoi nessuna distrazione “virtuale” oppure durante una giornata in cui vuoi dedicarti interamente al tuo partner.
3. Apprezza il presente
Il phubbing è solo uno dei tanti esempi che mostra come, molto spesso, si dia la precedenza alla tecnologia e al mondo virtuale che c’è dietro di essa piuttosto che alla realtà vera e propria. Per questo motivo, bisogna iniziare a vivere di più il presente dando meno importanza a tutto ciò che, invece, serve solo a testimoniarlo.
Impara ad apprezzare ogni singolo momento perché è unico e non si ripeterà più. Fai sentire importanti le persone a cui tieni e che sono nella tua vita, offrendo loro il tuo interesse, il tuo affetto e la tua empatia. Se metterai in atto questa semplice regola costantemente, vedrai che diventerà naturale e che lo smartphone tornerà ad assumere il ruolo che merita: quello di uno strumento utile ma non in grado di sostituire nessun essere umano.
Fonte articolo Alfemminile