Perché è così difficile chiedere aiuto e come chiederlo efficacemente

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Perché è così difficile chiedere aiuto?

Orgoglio? Vergogna? Paura di venire rifiutati? Non volere ammettere di avere bisogno? Temiamo il giudizio altrui in un momento in cui ci mostriamo più “deboli”?

Non lo so, ognuno ha un po’ i suoi motivi, ma chiedere aiuto ad amici, parenti, conoscenti o talvolta anche a dei professionisti (penso al caso dello psicologo, cui ci si rivolge sempre quando si è arrivati all’ultima spiaggia) è per molte persone un problema.

Il vero problema, in realtà, non è chiedere aiuto, ma non saperlo chiedere

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Intanto perdiamo la possibilità di sperimentare la bontà degli altri e di arricchire il nostro punto di vista. Inoltre, tutti noi abbiamo dei limiti e dovremmo riconoscerli prima di oltrepassarli in maniera rovinosa…

Allora vediamo oggi assieme 5 indicazioni per chiedere aiuto in modo più efficace possibile.

 

1. Vedilo come un atto di coraggio

Il primo punto è relativo all’atteggiamento mentale verso il chiedere aiuto. Troppo spesso lo associamo a una nostra debolezza che dovremmo nascondere invece di mettere in mostra. 

Questa dinamica, da un certo punto di vista, io la osservo spesso nel mio lavoro di psicologo clinico, dove la gente arriva nel mio studio come ultima spiaggia perché lo psicologo è visto come il medico dei deboli: un pregiudizio tanto diffuso quanto pericoloso.

La cosa curiosa è che lavorando con questa gente ti rendi conto che non sono per nulla deboli.


Io ho dei pazienti che ti raccontano la loro vita e ti rendi conto di avere di fronte gente forte, resiliente. Si mette in gioco, affronta le paure, cerca di migliorarsi, cade e si rialza, è disposta ad andare nel profondo di alcuni vissuti spiacevoli.

Così come lo psicologo non è il medico dei deboli ma dei coraggiosi, allo stesso modo chi chiede aiuto ha la forza di riconoscere i suoi limiti, di accettare di lavorarci sopra al fianco di persone che hanno altre esperienze, idee e valori per potere così uscire più arricchito di prima.

Dopo il primo doveroso punto sull’atteggiamento mentale davanti al chiedere aiuto, andiamo ora su aspetti più pratici.

2. Ascoltati

Un punto importante nell’ottica di migliorare la nostra richiesta di aiuto è quello di ascoltarci e mettere a fuoco le nostre paure.

Ci serve capire dove siamo più vulnerabili, perché solitamente è laddove siamo particolarmente sensibili che abbiamo difficoltà a chiedere aiuto

Magari senti che avresti una grande resistenza a chiedere aiuto per tenere il tuo peso sotto controllo o rimanere aderente ai tuoi obiettivi. Sono buoni segnali del fatto che devi prendere il coraggio di chiedere.

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Personalmente ho sempre avuto timore di chiedere alle persone di comprare i miei servizi e prodotti. Mi sentivo come se stessi disturbando le persone o che potessero pensare che ero affamato di soldi. Ho preso queste paure come segnali del fatto che quella sarebbe una buona area di crescita su cui lavorare chiedendo aiuto: ho iniziato a consultare esperti, leggere libri, confrontarmi con altri professionisti e richiedere questo aiuto mi ha aiutato a essere una persona più completa. 

3. Parti dal perché

In molti mi chiedono come abbia fatto a coinvolgere i più importanti psicologi italiani e non all’interno dei miei progetti divulgativi, dalle interviste per il canale YouTube a scrivere per la rivista Psicologia Contemporanea.

Per chiedere il loro aiuto mi sono rifatto al concetto di “Golden Circle” che Simon Sinek bene illustra nel suo Ted.

In breve, i grandi leader e aziende capaci di aggregare tante persone a loro seguito, in grado di ispirare masse di individui a muoversi, a fare e seguire le loro indicazioni, non partono mai nelle loro comunicazioni dal prodotto che vogliono piazzare sul mercato o dall’idea che vogliono “vendere”, ma dal perché hanno deciso di imbarcarsi nell’avventura di creare quel prodotto.

Secondo Sinek, gli step da seguire sempre quando comunichiamo, sono questi:

  1.  partire dal perché: perché faccio quello che faccio;
  2.  spiegare come lo faccio, in che modo sono unico;
  3. raccontare cosa faccio, arrivare quindi al “sodo”. 

Solo dopo puoi aggiungerci “Vuoi essere nella mia squadra e offrirmi il tuo aiuto per farlo al mio fianco?”.

Solitamente la gente fa il contrario: parte dalla richiesta di aiuto, racconta cosa fa, spiega come lo fa e infine, se non se lo dimentica, ci aggiunge il come mai.

4. Sapere quello che vuoi nello specifico

Metti bene a fuoco quello che vuoi e rendilo il più possibile specifico.

Prendi anche una cosa semplice e “leggera”: magari vuoi chiedere a qualcuno di ricondividere sulla sua pagina Facebook un tuo articolo. Puoi dirgli “Ehi mi aiuti a diffonderlo?”. Oppure “Puoi ricondividere quello che ho scritto? Mi serve per diffondere l’idea xy in cui credo molto. Ti metto qui di seguito un breve testo di esempio per te, puoi modificarlo come meglio credi”.

Se sai quello che vuoi è più facile che le persone ti aiuteranno. 

 

5. Parti dalle piccole cose

Infine, se ti senti bloccato nel chiedere aiuto, ti suggerisco di allenarti iniziando a chiedere piccole cose, e poi osservare gli altri come si posizionano rispetto alla tua richiesta.

Chiedi un bicchiere d’acqua, di accompagnarti al cinema, di darti una porzione extra di ketchup per le patatine… vale tutto purché siano richieste che ti mettano a disagio un po’, ma non troppo per paralizzarti e farti desistere dal compito. 

L’argomento è ampio, ma per ora mi fermo qui e se volete confrontarvi con una community di persone interessate alla crescita personale vi aspetto sul gruppo Facebook “Officina per la mente”: https://www.facebook.com/groups/231102253669273/

 

L’articolo Perché è così difficile chiedere aiuto e come chiederlo efficacemente sembra essere il primo su Psicologo Milano.

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