Palpebra cadente: cause e rimedi della ptosi palpebrale

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Al contrario di quanto si potrebbe pensare, l’invecchiamento non è tra le prime cause di palpebra cadente, la causa più comune infatti, è lo sviluppo improprio del muscolo elevatore della palpebra. Se già alla nascita è presente il problema, meglio intervenire subito per evitare ulteriori disturbi.

Gli occhi e lo sguardo in generale, sono il punto cruciale di tutto il viso. Abbiamo pensato che potesse interessarti scoprire dei rimedi naturali per gli occhi gonfi.

Sintomi della ptosi palpebrale

Ptosi palpebrale è il nome tecnico per indicare il problema della palpebra cadente, ma quali sono i sintomi che ti fanno accorgere che qualcosa non va? Quello più evidente è sicuramente l’abbassamento di una o entrambe le palpebre.

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Altri sintomi comprendono:

  • Difficoltà nel chiudere o aprire gli occhi
  • Cedimento medio/grave della pelle sopra e intorno alla palpebra
  • Stanchezza e dolori intorno agli occhi, soprattutto nel corso della giornata
  • Cambiamento dell’aspetto del viso

L’aspetto della palpebra cadente può rimanere stabile nel tempo, svilupparsi gradualmente negli anni o essere intermittente. Inoltre, la palpebra cadente può essere solo appena accennata, oppure coprire completamente la pupilla e l’iride.

Nei casi più gravi la ptosi palpebrale può arrivare ad impedire completamente la vista soprattutto quando colpisce entrambe le palpebre. In altre situazioni invece, può essere solo appena accennata e quindi non subito individuabile.

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La palpebra cadente può anche semplicemente cambiare l’aspetto di una persona senza comprometterne la salute, ma a volte può essere un segnale di avvertimento per un disturbo più grave, che interessa muscoli, nervi, occhi o cervello.

La ptosi palpebrale può manifestarsi anche solo per qualche giorno o per qualche ora ed è segno di gravi problemi medici. In questi casi avverti subito il medico.

Inoltre questo disturbo a volte è associato allo strabismo e quando colpisce i bambini, la tendenza è quella di reclinare la testa all’indietro ed alzare le sopracciglia per cercare di vedere meglio. Questo comportamento, ripetuto nel tempo, può portare a mal di testa e a “torcicollo oculare“, causando problemi al collo e ritardo nella sviluppo.

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Palpebra cadente: le cause

La palpebra cadente di solito insorge con l’invecchiamento, poiché i muscoli delle palpebre s’indeboliscono. Negli adulti, la causa più comune di ptosi è lo stiramento del muscolo elevatore, dovuta a lesioni o ad effetti collaterali di alcuni interventi di chirurgia oculare.

Altre cause che portano alla palpebra cadente sono:

  • infortuni
  • tumori oculari
  • disturbi neurologici
  • diabete
  • assunzione di farmaci oppioidi
  • uso e abuso di droghe

A seconda della causa, possiamo distinguere diversi tipi di ptosi palpebrale:

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  • Ptosi miogena: è dovuta ad un indebolimento del muscolo elevatore, comune nei pazienti affetti già da altre patologie dell’occhio.
  • Ptosi neurogena: quando sono coinvolti anche i nervi che controllano il muscolo elevatore della palpebra.
  • Ptosi aponeurotica: riferita all’avanzare dell’età o ad effetti post-operatori.
  • Ptosi meccanica: deriva da un appesantimento della palpebra che ne impedisce il corretto movimento. La ptosi meccanica può derivare dalla presenza di una massa come fibromi e angiomi.
  • Ptosi traumatica: avviene in seguito a lacerazione della palpebra con recisione del muscolo elevatore.
  • Ptosi neurotossica: è un classico sintomo di avvelenamento, che richiede un trattamento immediato.
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La diagnosi del medico

L’unico a poter diagnosticare la palpebra cadente è il medico e meglio ancora, che farà un esame attento di entrambe le palpebre, osservando tutta l’orbita oculare.
Prima di procedere con la valutazione del problema, vengono effettuate in modo preciso le seguenti misurazioni:


  • Fessura palpebrale: distanza tra la parte superiore e la palpebra inferiore in allineamento verticale con il centro della pupilla;
  • Distanza marginale riflessa: distanza tra il centro del riflesso pupillare alla luce e il margine palpebrale superiore e inferiore.
  • Funzione del muscolo elevatore.
  • Distanza della piega cutanea dal margine palpebrale superiore.

Altre caratteristiche che possono aiutare a determinare la causa della ptosi palpebrale sono:

  • Altezza delle palpebre;
  • Forza del muscolo elevatore;
  • Movimenti dell’occhio;
  • Anomalie nella produzione di lacrime;
  • Incomoleta chiusura della rima palpebrale;
  • Presenza/assenza di visione doppia, stanchezza o debolezza muscolare, difficoltà a parlare o deglutire, mal di testa, formicolio.

Per arrivare a delineare il trattamento più efficace, a volte vengono svolte dall’oculista ulteriori indagini. Ad esempio, se il paziente presenta segni di un problema neurologico o se l’esame degli occhi evidenzia una massa all’interno della cavità oculare. In questo caso, saranno prescritti esami specifici.

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Come curare la palpebra cadente

Nei casi meno gravi di palpebra cadente, possono bastare degli esercizi mirati per rinforzare il muscolo idoneo al sollevamento della palpebra. Esistono degli occhiali e delle lenti a contatti specifici per poter sostenere la palpebra ed evitare l’intervento chirurgico.

Per correggere un grave caso di ptosi palpebrale, l’unica soluzione è ricorrere alla chirurgia, attraverso un intervento che riattacca e rinforza i muscoli elevatori, con ottimi risultati anche per quanto riguarda l’estetica.

Se durante l’operazione il chirurgo si accorge che i muscoli elevatori della palpebra sono molto deboli, può decidere di collegare la palpebra al sopracciglio, così saranno i muscoli della fronte ad avere il compito di sollevarla.

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Dopo l’intervento è normale non riuscire a chiudere del tutto gli occhi, e soprattutto è importante sapere che questo fenomeno potrebbe protrarsi per almeno 2 o 3 settimane.

In casi eccezzionali è possibile che sia necessario un secondo intervento soprattutto per rendere perfettamente simmetriche le due palpebre.

Le complicazioni che possono verificarsi dopo la blefaroplastica comprendono:

  • eccessivo sanguinamento
  • infezione nell’area operata
  • cicatrici e danno ai nervi o ai muscoli facciali

I pazienti affetti da ptosi palpebrale, devono essere regolarmente esaminati da un oculista per monitorare l’andamento del problema, anche se non si sono sottoposti all’intervento chirurgico.

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Malattie associate alla palpebra cadente

Esistono tutta una serie di malattie che possono aumentare il richio di sviluppare ptosi palpebrale. Quali sono? Ecco l’elenco.

  • Diabete
  • Sindrome di Horner
  • Miastenia grave
  • Ictus
  • Trauma alla nascita
  • Tumore al cervello o altre neoplasie che possono influenzare le reazioni nervose o muscolari
  • Paralisi o lesione del 3° nervo cranico (nervo oculomotore)
  • Traumi alla testa o alle palpebre
  • Paralisi di Bell (danneggiamento del nervo facciale)
  • Distrofia muscolare
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