Il blocco economico del 2020 ha spinto l’industria della moda a pensare ad un nuovo ciclo di vita di abiti e accessori optando così ad un nuovo scenario.
I continui lockdown hanno permesso l’apertura di nuove strade affacciandosi così’ alla possibilità di trovare pezzi di seconda mano sui siti di vendita dei grandi marchi di lusso.
Si parla dunque di un progetto in grado di eliminare il concetto di “comprare-indossare-eliminare” ma al contrario che sia in grado di incentivare ogni brand a sviluppare un rapporto personalizzato all’economia circolare, così’ da trasformare lo shopping in “comprare-indossare-rivendo”.
Immaginiamo quindi la possibilità di rimettere in vendita i propri capi acquistati direttamente sul sito di quel marchio, così da poter, da parte del brand, attirare oltre ai vecchi, nuovi clienti, giovani e con mentalità sostenibile e far diventare “normalità” quello che prima era un vero e proprio tabù, dunque un rivendere o riciclare vecchi acquisti per finanziarne dei nuovi.
La priorità della gente (in questo preciso momento storico della nostra vita) è la salute e la parola “lusso” dovrebbe avere a che fare solo con il benessere. Al posto di acquistare un oggetto prezioso solo per sentirsi “qualcuno”, oggi il significato della parola lusso dovrebbe essere un’interconnessione tra le persone, di comfort e di gioia.