L’importante non è QUANTO amiamo ma COME amiamo

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amore possessivo

L’amore non dovrebbe mai essere una scusa. Non dovrebbe essere una scusa per controllare l’altro. Limitarlo. Generargli il senso di colpa. Manipolarlo … L’amore è libero o non lo è. Purtroppo il confine tra amore e possesso è spesso così sottile che non è difficile superarlo.

Pertanto, quando qualcuno giustifica i propri comportamenti possessivi dicendo che ci ama molto e si assume persino il potere di prendere decisioni al posto nostro, affermando che lo sta facendo per il “nostro bene”, devono scattare tutti gli allarmi.

Amore possessivo che nasce dall’ego

Quando qualcuno ci dice che ci ama molto, le sue parole generano una risonanza emotiva, così che trascuriamo il fatto che è una scusa piuttosto scarsa. Non ci rendiamo conto che l’amore possessivo può diventare una camicia di forza che, sebbene a volte possa essere dolce, non smette di limitarci.

L’amore possessivo è l’espressione di un ego che cerca di soddisfarsi attraverso l’altro e la relazione. Il problema è che l’ego di solito ha una visione molto limitata della realtà, accetta solo il suo punto di vista e il suo modo di amare.

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L’ego vuole che le cose vadano secondo i suoi piani, che il mondo si pieghi ai suoi desideri, e se qualcosa non soddisfa le sue aspettative, è probabile che faccia i capricci, come un bambino piccolo. Per questo motivo motivo l’ego cercherà di controllare la persona amata.

Il meccanismo di controllo a cui ricorre è l’amore. Usa l’amore come arma per adattare la relazione ai suoi schemi perché, in fondo, crede che tutto valga quando si ama. Così finisce per usare l’amore per giustificare i suoi comportamenti possessivi e in alcuni casi diventa persino una merce di cambio.

L’amore possessivo si può presentare sotto diverse maschere:

• Necessita che soddisfiamo i suoi desideri mentre i nostri sono continuamente relegati in secondo piano

• Ricorre a meccanismi di manipolazione come ricatto emotivo, minacce o persino l’uso del silenzio per ottenere ciò che vuole

• Finge di essere una vittima, facendoci sentire in colpa perché non lo o la amiamo tanto quanto lui o lei presumibilmente ama noi

• Sviluppa comportamenti controllanti al punto da voler prendere delle decisioni al posto nostro, sostenendo che è per il nostro bene e per la relazione

L’amore possessivo non rispetta l’altro né cerca il suo appagamento, ma vuole tenerlo in ostaggio per soddisfare le richieste dell’ego. Pertanto, non sorprende che diversi studi abbiano scoperto che in amore, i comportamenti possessivi e la gelosia portano spesso a una relazione insoddisfacente e a comportamenti distruttivi.

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Imparare ad amare

Nella vita, la quantità tende ad avere la meglio sulla qualità. È più facile contare che apprezzare. Parlare in termini di quantità è più facile che immergersi nel ricco universo degli aggettivi che potremmo usare per qualificare le cose. Questo è il motivo per cui molte volte finiamo per dare la priorità alla quantità rispetto alla qualità. Ma l’amore non si misura, si sente.

L’amore non è una competizione. Non conquistiamo l’affetto di qualcuno amandolo di più, ma amandolo meglio. Amare meglio significa aprirsi a quel mare di piccoli dettagli qualitativi che arricchiscono un rapporto oltre i termini ristretti del “molto” o del “poco”.

Amare meglio significa poter disattivare il nostro ego per permettere all’altra persona di amarci in totale libertà. Amare meglio significa sostenere la crescita dell’altro, incoraggiandolo a volare con le proprie ali. Amare meglio significa lasciare spazio alla spontaneità e all’autenticità, piuttosto che voler controllare tutto.

L’amore maturo è quello che si offre liberamente e che rispetta la libertà dell’altro, in modo che ogni progetto personale abbia un posto nella relazione. Implica riconoscere che connettersi emotivamente con qualcuno non significa avere potere o diritti su quella persona.

Lasciarsi alle spalle l’amore possessivo per addentrarsi nell’amore maturo

La maggior parte di noi sperimenta un po’ di paura e insicurezza nelle nostre relazioni più strette. Non appena abbiamo qualcosa, siamo assaliti dalla paura di perderla. Questi sentimenti possono derivare da lotte più profonde o anche dalla nostra infanzia. Uno studio condotto presso l’Università di Houston, ad esempio, ha rivelato che le persone con uno stile di attaccamento ansioso tendono ad essere più gelose, si fidano meno del proprio partner e sono più inclini a ricorrere all’abuso psicologico.

Bassa autostima, scarsa fiducia in se stessi, paura del rifiuto o anche un ego debole che ha bisogno di riaffermarsi continuamente possono essere alla base di quelle emozioni che generano il desiderio di controllo. Tuttavia, alcune persone, invece di cercare di capire da dove provengono quei sentimenti, li proiettano semplicemente su di noi e iniziano a controllarci, sperando di alleviare quei sentimenti dolorosi.

Sfortunatamente, poiché quei sentimenti sono radicati nella loro storia di vita, raramente, se non mai, riescono a ottenere la rassicurazione che cercano applicando quei meccanismi di difesa. Invece, si limitano a ripetere schemi disadattivi che hanno appreso e che introducono nelle loro relazioni attuali, soffocando il partner, gli amici o i figli.

Rendersi conto che queste insicurezze provengono dal passato è un passo importante per liberarsi del loro fardello in modo che non guidino più le decisioni e i comportamenti. Ma è anche importante sviluppare la dignità personale; cioè, essere consapevoli che siamo tutti degni di essere amati. Quando ci amiamo abbastanza, non abbiamo bisogno di legare nessuno con una camicia di forza. Poi l’amore fa il salto di qualità e smettiamo di pensare a quanto amiamo per concentrarci su come amiamo.

Fonti:

Rodriguez, L. M. et. Al. (2015) The Price of Distrust: Trust, Anxious Attachment, Jealousy, and Partner Abuse. Partner Abuse; 6(3): 298–319.


Elphinston, R. A. et. Al. (2013) Romantic Jealousy and Relationship Satisfaction: The Costs of Rumination. Western Journal of Communication; 77: 293-304.

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