Le stoviglie compostabili all’interno delle quali sono servite le pietanze nelle mense scolastiche dei nostri bambini sono sicure? Un nuovo test ha analizzato 11 campioni per capire se contenessero fluoro, un possibile indicatore della presenza di Pfas.
Fondamentale trovare alternative alla plastica, anche per quanto riguarda i contenitori per alimenti ma sempre più spesso si discute del fatto che le stoviglie in bioplastica o compostabili, realizzate con diverse tipologie di fibre naturali, non siano poi così tanto “pulite” e neppure particolarmente amiche dell’ambiente come comunemente si crede.
A sostenerlo diversi test di cui vi abbiamo parlato, l’ultimo è quello di Que Choisir che ha analizzato 57 prodotti scoprendo che, purtroppo, anche le alternative alla plastica, contengono composti dannosi per l’ambiente e la salute, tra cui proprio i Pfas. (Leggi anche: Stoviglie in bioplastica: trovati Pfas, pesticidi e metalli pesanti in più della metà di piatti e cannucce).
A questi si aggiunge ora una nuova indagine della rivista Il Salvagente, effettuata dai laboratori dell’Istituto di Fisica nucleare di Firenze su stoviglie compostabili (piatti, bicchieri, coperchi per lunch box) comunemente utilizzati nelle mense scolastiche di diverse città italiane, da Roma a Milano.
Nello specifico si trattava di 7 piatti, 2 bicchieri, 2 coperchi/coperture dei lunch box e, a titolo di confronto, a queste è stato unito anche un piatto compostabile acquistato in un negozio di Roma. Tutti i campioni sono stati analizzati per capire se contenessero fluoro, un possibile indicatore di Pfas.
Il rischio per la salute dei Pfas è ormai noto, lo Iarc li considera potenziali cancerogeni e interferenti endocrini.
Ma tornando al test, i risultati ottenuti non sono stati molto rincuoranti: tutti i piatti contenevano fluoro e uno dei due bicchieri analizzati conteneva fluoro a 470 ppm (parti per milione). Il livello massimo riscontrato in una stoviglia è stato di 2.030 ppm.
Il secondo bicchiere analizzato, però, aveva un livello di fluoro non rilevabile (sotto i 200 ppm) e lo stesso è accaduto per uno dei due coperchi. Questo testimonia che è possibile avere stoviglie compostabili ma allo stesso tempo prive di sostanze potenzialmente dannose.
La presenza di fluoro è comunque solo un indizio, non una certezza che queste stoviglie contengano Pfas ma visto quanto scoperto anche da altri test, i dubbi ovviamente restano.
Tra l’altro, già Altroconsumo aveva effettuato un test su prodotti simili venduti in Italia (nello specifico stoviglie in bambù) scoprendo che potrebbero rilasciare formaldeide e melamina. (Leggi anche: Stoviglie in bambù, per Altroconsumo non sono green, né sicure: potrebbero rilasciare formaldeide e melamina).
Alcuni paesi stanno già agendo per fronteggiare il rischio Pfas nelle stoviglie usa e getta. Vi abbiamo parlato della Danimarca, il primo paese a vietare l’uso di Pfas nei contenitori per il cibo, ma anche della Svizzera che ha proposto di mettere al bando le stoviglie che contengono Pfas o altre sostanze potenzialmente pericolose.
E in Italia? Speriamo che anche da noi vengano presto presi provvedimenti e condotte indagini più approfondite per capire il reale rischio della presenza di Pfas nelle stoviglie in bio-plastica e i pericoli per la salute di adulti e bambini.
Fonte: Il Salvagente
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