Il romanzo di Louisa May Alcott ha segnato intere generazioni di ragazze. Ma il nuovo adattamento cinematografico di Greta Gerwig parla alle little women di adesso, emancipate sì ma altrettanto vogliose di scrivere la loro storia
Ognuna di noi è stata una piccola donna. Il romanzo Little women, scritto nel 1868 da Louisa May Alcott, è stato un inno, il primo, al girl power grazie alla figura di Jo, vogliosa di indipendenza più che di un marito al suo fianco, e delle tre sorelle, ciascuna, a suo modo, diversa dallo stereotipo di donna di quegli anni. Indimenticabile il film del 1949, diretto da Mervyn LeRoy, con una sorprendente June Allyson nel ruolo di Jo, una indimenticabile Elizabeth Taylor nei panni di Amy (anche grazie a quella molletta per i panni che si metteva sul naso per renderlo di forma e dimensione perfetti) e un affascinante Peter Lawford nel ruolo di Laurie.
Quando arrivò la notizia dell’ennesimo adattamento di questo intramontabile romanzo, da parte della regista emergente Greta Gerwig, alcune delle eterne “piccole donne” aveva arricciato il naso. Altre, invece, avevano gioito nel vedere un cast così irriverente a ridare voce alla storia che tutte le donne dovrebbero prendere a esempio per crescere in maniera esemplare. E le seconde hanno fatto bene a pensare che questa nuova dedica al ruolo della donna, quella di oggi, emancipata e moderna, potesse funzionare alla perfezione. Certo, imbattibili i tempi del primo film e indimenticabili Mervyn LeRoy ed Elizabeth Taylor, ma alquanto deliziose le new entry di Hollywood e inaspettata la “piega” della morale di piccole donne.
C’è Saoirse Ronan che è il cuore di questo film e, insieme a lei, l’amico e forever fidanzato sul grande schermo Timothée Chalamet, che porta una ventata di freschezza. C’è il fascino francese (ebbene sì, francese… non tedesco) di Louis Garrel, c’è una ironicamente austera Meryl Streep nel ruolo di zia March, una Laura Dern amabile come sempre e le tre adorabili sorelle di Jo interpretate da Emma Watson, Florence Pugh ed Eliza Scanlen. E ci sono quattro modelli dfferenti di donne in cui identificarsi: l’uragano Jo, la responsabile Meg, la dolcissima Beth e la vanitosa Amy.
Quello che vi piacerà, infatti, sarà la narrazione della Gerwig, tutta nuova e su due linee temporali differenti ben raccontate a suon di flashback che vi faranno evolvere insieme alle sorelle. Una nuova lettura fresca, innovativa e coraggiosa proprio come le piccole donne di oggi che, rispetto alle generazioni precedenti, sono ambiziose, tenaci e costantemente vogliose di sfiare e superare i propri limiti. Insomma donne che vogliono creare una storia, la loro, con o senza un partner al proprio fianco.
Il film, nelle sale italiane dal 9 gennaio, ha tutto quello che Jo vorrebbe veder sbocciare in una donna – ovvero mente, anima, cuore e ambizione – in un vortice di citazioni, da Simone de Beauvoir alle sorelle Brönte, fino a più recenti point of views come le Girls di Lena Dunham.
L’articolo Le piccole donne di oggi sembra essere il primo su Vogue Italia.