Le frasi sessiste e obsolete di Raffaele Morelli

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Nella giornata di ieri hanno – giustamente – destato molto scalpore alcune frasi controverse pronunciate dallo psichiatra Raffaele Morelli. Il professore è intervenuto durante “No Stop News”, programma d’informazione mandato in onda dall’emittente radiofonica Rtl, in difesa dell’aforisma del giorno, oggetto di grandi polemiche.

Una visione distorta delle donne

La scelta infelice è ricaduta su una frase della scrittrice francese Françoise Sagan che recita testuali parole “Un vestito non ha senso a meno che ispiri gli uomini a volertelo togliere di dosso”. Praticamente un’incitazione allo stupro. A questo punto, dopo che il popolo del web è prevedibilmente insorto, giudicando l’aforisma di un sessismo becero ed esagerato, il dottor Morelli ha pensato bene di rincarare la dose e buttare altra carne sul fuoco.

“Se una donna esce di casa e gli uomini non le mettono gli occhi addosso, deve preoccuparsi perché vuol dire che il suo femminile non è in primo piano”. Toc, toc, è il 2020, Signor Morelli apra e torni al presente. É evidente, d’altronde, che questo gran signore sia rimasto fermo e immobile a qualche era geologica fa. La realtà, infatti, è molto diversa da come la racconta lui. Le donne non sopportano gli sguardi invadenti di uomini sconosciuti che le fissano come un leone a digiuno da giorni guarderebbe una gazzella, così come non tollerano, anzi temono volgari apprezzamenti urlati sul ciglio della strada, clacson ignobili e fischi indesiderati. Morelli, invece, è convinto del contrario. É convinto che una donna viva in funzione di un riconoscimento maschile. Che si faccia bella certamente non per sé stessa, ma per gli altri, principalmente gli uomini.

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Ciò che conta è solo ed esclusivamente la femminilità

“Puoi fare l’avvocato o il magistrato e ottenere tutto il successo che vuoi, ma il femminile in una donna è la base su cui avviene il processo. Il femminile è il luogo che suscita il desiderio. Le donne lo sanno bene, perché se la donna non si sente a suo agio con un vestito, torna in casa a cambiarselo. La donna è la regina della forma. La donna suscita il desiderio, guai se non fosse così”.

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In pratica, volendo interpretare le parole del professore, non importa quanto una donna possa essere realizzata, quanti traguardi sia stata in grado di raggiungere con le sue sole forze e la sua determinazione, ciò che conta, alla fine, è solo ed esclusivamente la sua femminilità. Tolta questa, una donna non ha senso di esistere, come tiene a ribadire nuovamente durante un altro programma radiofonico, in cui è stato invitato a spiegare e trovare una giustificazione – se una giustificazione esiste – a queste parole.

Il confronto-scontro con Michela Murgia

Michela Murgia, scrittrice, speaker radiofonica e femminista convinta, mette alle strette Morelli, chiedendo delle delucidazioni su quanto precedentemente affermato, ma il dottore sembra tutt’altro che persuaso a rivedere le proprie posizioni e il confronto si trasforma presto in uno scontro. L’uomo arriva ad affermare assurdità come: “se il femminile viene soffocato, una donna perde la possibilità di realizzare la sua identità” e che proprio per mantenere questa femminilità, le bambine devono giocare con le bambole. Alle contestazioni della Murgia, Morelli non trova risposte sensate ed è a questo punto che attacca la conduttrice a suon di “Zitta, zitta e ascolta”, optando in fine per chiuderle il telefono in faccia, battendo in ritirata con la coda tra le gambe.

Direi che già questo epilogo da solo basta a mettere a tacere l’insensatezza di certe uscite e a renderci conto di che stoffa è fatto questo individuo. Una stoffa direi, quasi certamente, sintetica.

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