Sono le donne a portare i pantaloni

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Per tutte le vere FEMMINISTE!

Nel giorno tanto atteso, in cui si proclama la lotta contro la violenza sulle donne e contro i femminicidi, l’argomento che vorrei trattare è quello dell’emancipazione femminile; parlando di abbigliamento però ho scelto di incentrarmi in particolar modo sulla lotta femminile per poter indossare i PANTALONI, considerati in occidente abbigliamento esclusivamente maschile.

In realtà c’è da precisare che i pantaloni sono nati circa più di duemila anni fa, grazie alle tribù nomadi delle steppe euroasiatiche ed erano usati anche dalle donne, forse è proprio da qui arrivano le leggende sulle donne amazzoni.

I  pantaloni, in seguito, non entrarono subito a far  parte del vestiario del mondo occidentale; i Greci infatti prediligevano tuniche per entrambi i sessi. L’arrivo  di questi, nell’abbigliamento maschile, risale all’epoca Romana.

Non è molto chiaro il motivo per cui alle donne fu vietato l’utilizzo dei pantaloni, qualcuno ipotizza per la paura derivata dalle leggende sulle amazzoni, donne guerriere.  Il divieto fu comunque sancito ulteriormente da un versetto del Deuteronomio.

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Durante il medioevo l’abito maschile si accorciò fino a mostrare cosce o glutei mentre quello femminile rimase invariato e ancorato alla tradizione. La famosa Giovanna D’Arco fu condannata al rogo anche perché indossava panni maschili e aveva i capelli molto corti.

 

Un particolare interessante è che nei secoli che seguirono, nonostante lo stanziamento dell’abbigliamento, ci fu la comparsa di un nuovo capo, dei  pantaloncini corti in tessuto prezioso che venivano indossati sotto ai vestiti: le cosiddette “braghesse”, queste sono considerate il primo esempio di biancheria sexy, furono per questo usate da molte cortigiane  entrando a far parte del loro arsenale seduttivo. Le braghesse furono indossate per la prima volta da Caterina De Medici, in Francia, che le indossava per andare a cavallo. Pare che questi pantaloncini eccitassero le fantasie maschili.

Nonostante i principi proposti dalla Francia, quali “ Libertè, Fraternitè, Egalitè” , diffusi dopo la rivoluzione, le donne erano ancora private della possibilità di indossare i pantaloni. Il 17 novembre del 1800 fu costituita una legge che vietava alle donne di indossare i pantaloni, la cosa assurda è che la legge non fu eliminata in Francia fino al 2013.

Durante l’ottocento molte donne coraggiose si vestirono da uomini e si arruolarono in marina o combatterono sul fronte, volevano manifestare la loro indipendenza.

Nel mondo occidentale le deroghe su tali leggi si potevano ottenere solo per questioni lavorative, così molte donne scandalizzarono la società mettendo i pantaloni e andando a lavorare in miniera o come cercatrici d’oro o come mandriani nei ranch.

Grazie alla diffusione degli sport le norme si addolcirono.

Le prime manifestazioni di emancipazione ci furono nel 1820, la prima ad indossare i pantaloni fu Elizabeth Smith Miller quasi venti anni dopo, e Amalia Bloomer che criticava la scomodità degli abiti classici femminili , proponendo sulla sua rivista “ the Lily” l’abito che avrebbero dovuto indossare le donne, composto da una tunica fino al ginocchio da cui spuntavano pantaloni alla turca. Le loro idee e il loro mostrarsi in pubblico con tale abbigliamento le rese vittime di insulti, tanto che furono accusate di oltraggio alla decenza. A fine 1800 la viscontessa Heberton fondò in Inghilterra “ the Rational Dress Society”, un movimento che cambiò l’utilizzo dell’abito femminile in nome dell’igiene , proponendo pantaloni alla turca o gonne pantaloni.

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Un’ulteriore svolta ci fu nel ‘900 con l’arrivo dei conflitti mondiali, le donne furono costrette a sostituire gli uomini a lavoro, acquisendo un certo tipo di intraprendenza. Anche la fama delle dive fotografate in giro con i pantaloni influirono sull’idea dell’abbigliamento femminile, tanto che oltreoceano iniziarono ad indossarli con disinvoltura. In Italia il fascismo ancora si scagliava contro l’utilizzo dei pantaloni per il sesso femminile.


L’ultimo grande passo avvenne con l’arrivo degli anni ’60 ed il successo del jersey, l’uniforme del movimento hippy, l’uso del pantalone femminile era ormai al centro del successo.

Il completo, giacca  pantalone, da donna resta uno degli out-fit più sexy e femminili che si possano indossare, inoltre all’occhio ha ancora un forte impatto, la donna che indossa il completo emana eleganza, forza e intraprendenza; non importa se abbinato con top corti o body di pizzo, che danno un tocco accattivante o abbinato ad una semplice t-shirt, per un look più sportivo, o in perfetto stile uomo accompagnato da una camicia, non importa se il completo sia dalle mille fantasie o monocolore, di pizzo o in altro tessuto ma è sicuramente un look sempre perfetto per ogni tipo di occasione.

Proprio per questa giornata direi importante e delicata per la coscienza di tutte le donne, soprattutto per le femministe più agguerrite, vi faccio una proposta, questa sera indossate un completo giacca pantalone, o più semplicemente un pantalone, perché ogni donna deve potersi sentire alla pari degli uomini, con gli stessi diritti e forse direi anche con un pizzico di intelligenza in più, ma io sono di parte!!!

Questi sono alcuni look a cui potete ispirarvi… da Zara, Asos a Elisabetta Franchi, Gucci  o Balmain.

Zara

  Asos

 

Elisabetta Franchi

Balmain

Gucci

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