I ragazzi ai tempi del Coronavirus: irresponsabili a chi? Sono altruisti e resilienti

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Rispettosi delle regole

, analitici rispetto al futuro, protagonisti della trasformazione digitale dentro alla famiglia, delusi dalle istituzioni lente a reagire ma fiduciosi nelle risorse solidali di una riscoperta comunità nazionale.

È questo l’identikit dei giovani italiani tratteggiato durante questa emergenza sanitaria dall’Osservatorio Giovani e Futuro di MTV, l’indagine sugli under-30 italiani promossa da ViacomCBS Networks Italia.

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Ripartiamo dalla Gen Z

I dati raccolti dicono una cosa sola: «Dobbiamo ripartire dai ragazzi – commenta Andrea Castellari, EVP e Amministratore Delegato ViacomCBS Networks – ribaltando la cronica condizione di marginalità economica, sociale e culturale in cui si trovano.I ragazzi chiedono a gran voce di essere riconosciuti come risorsa su cui investire, nel lungo percorso verso il rilancio della nostra economia, e di non essere più considerati solo come un onere di sistema».

Di cosa hanno paura 

Preoccupati, rispettosi, altruisti e resilienti. I ragazzi vivono la situazione indotta dal Coronavirus con un caleidoscopio di emozioni: ma la paura maggiore, per l’86 per cento, è per la situazione economica in Italia e nel mondo e il forte impatto psicologico che avrà sulle persone. 

A preoccupare i ragazzi però c’è anche la salute dei familiari, la tenuta del sistema sanitario, la diffusione dell’epidemia nelle regioni del Sud  e il proprio benessere psicologico.

Irresponsabili a chi?

A differenza di come spesso vengono descritti, indisciplinati e immaturi, la grande maggioranza degli intervistati, l’86 per cento, afferma di condividere e rispettare le regole imposte dai decreti e di aver modificato velocemente le proprie abitudini.

E anche se c’è un 13 per cento di ragazzi che le ritiene “non giuste”, dichiara di rispettarle ugualmente.

Come rispettare le regole

Il modo in cui gestiscono le nuove norme a cui sono sottoposti sono diverse: per esempio, per ovviare al distanziamento sociale sperimentano nuovi modi per stare in contatto: la maggior parte ricorre alle videochiamate, singole o di gruppo. Ma un’altra parte sempre consistente, condivide video o immagini divertenti per sdrammatizzare o affida il proprio pensiero a post o foto sui social o partecipa a eventi on line.

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Generosi

Non se ne stanno tutto il giorno davanti allo smartphone, ma sono altruisti e pieni di voglia di mettersi al servizio della comunità. Così che, il 51 per cento ha trovato il modo di rendersi utile per parenti stretti e vicini di casa; il 22 per cento ha iniziato a partecipare a iniziative di volontariato; il 35 per cento ha promosso e/o partecipato a raccolte fondi o donazioni.

Arrivano gli On-Lifers

Le restrizioni imposte dal lockdown hanno cambiato tante abitudini, ma soprattutto quelle di vita all’interno delle famiglie, amplificando la dimensione della convivenza e della vicinanza. E i ragazzi all’interno delle famiglie stanno svecchiando abitudini e convenzioni decennali.

Per cui, per esempio, il 36 per cento del campione sta riscoprendo relazioni importanti che prima dava per scontate e il 38% pensa che la propria famiglia sarà più unita, al termine dell’emergenza.

È pur vero che il 23% dei ragazzi non nasconde, tuttavia, che passare molto più tempo con i familiari sia un elemento di stress (il 32,5 per cento dei 16-19enni).

E quindi alla compagnia dei familiari, i ragazzi cercano alternative attraverso momenti di informazione e intrattenimento, sul display del cellulare, del tablet, del PC. Ambasciatori di queste nuove modalità di fruizione dei contenuti, i ragazzi diventano così anche ‘acceleratori’ della trasformazione digitale dentro le proprie case, nei confronti dei genitori e degli adulti.

E-learning e maturità

Il nuovo modo di studiare non convince del tutto i ragazzi: il loro pensiero è che rappresentino senz’altro un’opportunità, ma al momento lo vivono come strumento solo alternativo: la scuola resta il luogo di crescita per eccellenza. Soddisfatti  per il 65% dell’e-learning, 8 ragazzi su 10, però, pensano che la relazione diretta con compagni e insegnanti sia insostituibile.

E per quanto riguarda la promozione la maggior parte, il 66 per cento, ritiene che si dovrebbe promuovere tutti, organizzando poi corsi successivi per colmare le lacune.

E ancora sull’esame di Maturità non chiedono l’annullamento, ma una revisione che lo semplifichi: una prova d’esame commisurata al programma svolto; una commissione interna; l’ammissione per tutti gli studenti.

Fiducia nelle istituzioni

Per quanto riguarda le istituzioni, i ragazzi si fidano, per l’82 per cento della Protezione Civile molto più di prima. Diminuisce, invece, la fiducia nell’Europa, solo 1 intervistato su 4 pensa che aiuterà l’Italia a uscire dalla crisi, nei partiti politici e nei Media come  la Tv.

Il Mondo che verrà

Consapevoli dei giorni difficili che stanno  arrivando, sanno perfettamente che la pandemia sarà uno spartiacque, ma sono convinti che il senso di appartenenza ad una comunità nazionale solidale possa essere la risorsa decisiva.

Parlando con loro del lavoro, ritengono che i lavoratori autonomi potranno trovarsi in difficoltà economiche serie (86 per cento). Credono fortemente che serviranno competenze scientifiche e che la digitalizzazione (74 per cento) sarà una risorsa molto più utilizzata per lavorare e studiare. Anche se, la dotazione casalinga, dovrà essere molto più adeguata al lavoro agile, rispetto all’oggi.

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