Se sei genitore di un bambino in età da scuola dell’obbligo, nel corso del 2020 potresti aver pensato per tuo figlio a questo tipo di approccio educativo, date le lunghe assenze a scuola dei bambini a causa del Coronavirus.
Conoscevi l’homeschooling? Qui ne riassumiamo le informazioni più importanti. Prima di proseguire con la lettura scopri come stimolare la creatività dei bambini nel video qui sotto, parola alla nostra esperta Chiara Grecchi!
Cos’è l’homeschooling e cosa vuol dire?
L’homeschooling o l’educazione parentale, come si può intendere dalla parola stessa, è l’istruzione che viene impartita dai genitori ai figli o da figure sostitutive. Alla fine di ogni anno, gli studenti a casa possono sostenere un esame (per passare alla classe successiva nel caso in cui si decida di mandarli a scuola) ed è necessario autocertificare alla scuola più vicina la scelta di istruire i bambini/ragazzi tra le mura di casa.
Educare in casa non vuol dire che i genitori o i tutori aprono delle scuole (in questo caso si parlerebbe di Scuole Parentali), ma che si accollano in toto l’istruzione dei minori.
Il concetto alla base è che con l’homeschooling la famiglia è il centro di tutto: chiunque ne abbia voglia può essere coinvolto in queste attività e può portare la sua personale esperienza e competenza, sfruttando anche l’ambiente intorno a sé. Non ci sono regole predefinite di orari o di giorni, l’organizzazione delle attività scolastiche è a discrezione delle famiglie. Alcuni genitori preferiscono seguire il modello scolastico vigente in termini di ore da dedicare allo studio, mentre altri se ne allontanano completamente, preferendo un apprendimento più spontaneo e senza testi predefiniti. Questo non vuol dire che non si debba sottostare a delle regole burocratiche; infatti chi sceglie di educare i propri figli in casa è comunque sottoposto alla Legislazione Statale. È anche vero che non si è soggetti a norme regionali o provinciali.
Quanto può durare un percorso di homeschooling? Sempre secondo queste regole generali, uno studente da casa può anche non andare mai fisicamente in un istituto scolastico, fino alla maggiore età, e quindi fino all’università.
Diffusione dell’educazione parentale in Italia e nel Mondo
Come accennavamo sopra, questa possibilità che le famiglie hanno di garantire un’istruzione ai propri figli fuori dai confini delle Istituzioni Pubbliche e Private, è poco diffusa in Italia, ma in crescita dopo gli avvenimenti sanitari dell’ultimo anno.
Nel corso del 2020 circa 2000 famiglie italiane hanno optato per questa modalità di istruzione, ma con l’arrivo dello scorso settembre, i dati sembrerebbero essersi triplicati (fonte: Associazione Istruzione Familiare).
Nel resto del mondo questa scelta è da tempo largamente abbracciata.
Negli Stati Uniti i bambini educati da casa sono oltre 2 milioni, mentre in Inghilterra e Canada, rispettivamente 80.000 e 70.000 famiglie hanno scelto l’homeschooling come metodo di istruzione per i propri figli. Altri paesi europei come Francia e Spagna invece, hanno delle adesioni numeriche simili al modello italiano. Per alcuni di questi Paesi, siamo alla terza generazione di ragazzi educati tra le mura di casa e persino i college più prestigiosi al mondo ammettono studenti che provengono da un’istruzione prettamente domestica (vedi Harvard, Princeton e Yale).
L’esperienza di homeschooling di Erika di Martino
Sul Web è possibile trovare diverse testimonianze di una delle pioniere dell’homeschooling italiano, Erika di Martino. Mamma di 5 figli in età scolastica, ha optato per lo stesso modello educativo per tutti i suoi ragazzi; quello che lei e suo marito hanno da offrire nel contesto sicuro della propria casa. Oggigiorno è portavoce di questa metodologia di insegnamento ed è anche consulente per le famiglie che decidono di intraprendere questo percorso. Insomma, una vera autorità in questo settore.
Anche a detta di Erika, l’educazione parentale in Italia è in forte crescita, con una particolare flessione nell’ultimo periodo, quando il numero è raddoppiato proprio dalla primavera 2020 ed esploso agli inizi di settembre.
Un fenomeno di cui vale la pena parlare e di cui è bene informare le famiglie.
I bambini istruiti ma non scolarizzati ci sono sempre stati in Italia, quei bambini che non hanno mai visto una lavagna nera con gessetti bianchi e che non si sono mai seduti in un banco scolastico.
Ma come arrivano le famiglie a questa decisione controcorrente?
Secondo l’esperienza di homeschooling di Erika, è stata principalmente la rigidità del sistema scolastico italiano, che non l’ha mai convinta fino in fondo. Dopo essersi informata anche sugli aspetti legali, ha deciso di partire con questa avventura in famiglia.
Chi decide di educare i figli a casa, secondo l’esperta, deve strutturare bene la giornata e le attività, per alternare il lavoro dei genitori con il supporto alla didattica.
Sempre secondo Erika, agli alunni delle Elementari possono bastare poche ore al giorno ben organizzate per far sì che i bambini coprano tutti gli argomenti che si affrontano a scuola. Il resto del tempo può essere dedicato ad attività ‘lato’ come fare passeggiate, passare del tempo insieme a cucinare, che formano il piccolo sotto altri aspetti. Per chi è alle medie, il tempo da dedicare alla didattica è ovviamente maggiore.
Quello che è per certo, dice l’esperta, è che la vera forza è la collaborazione che avviene all’interno della società, perché con l’homeschooling i ragazzi sono parte attiva della comunità stessa.
Cosa bisogna fare per fare homeschooling?
Se ti stai già avvicinando a questo mondo ti illustriamo brevemente gli iter che dovrai affrontare.
Tieni presente che l’articolo 34 della Costituzione Italiana parte dal presupposto che “L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”. Di conseguenza è l’istruzione stessa a essere obbligatoria e non la scuola, e anche nell’art 30 si esplica che l’istruzione dei figli é in primis una responsabilità dei genitori.
Iniziando da questa consapevolezza sei pronta per iniziare! Ecco cosa devi sapere.
1- Invia una comunicazione scritta alla direzione didattica più vicina, tutti gli anni per l’anno a venire; allega anche un’autocertificazione che attesti le capacità tecniche e le possibilità economiche dei genitori. Questo perché, sebbene sia un tuo diritto istruire i figli a casa, la scuola può sempre fare dei controlli in caso di dubbi;
2- Tieniti sempre pronta al dialogo, in quanto, come abbiamo sottolineato più volte, è una pratica ancora poco diffusa in Italia, e le istituzioni, se dovessi mancare ai momenti di dialogo, potrebbero volerne sapere di più sulla tua situazione familiare e su come si stanno istruendo i bambini/ragazzi;
3- Dal 2018 i bambini/ragazzi Homeschoolers sono registrati presso l’ANS, Anagrafe Nazionale dello Studente, quindi il loro nome risulta categorizzato sotto la voce di ‘istruzione familiare’;
4- Sempre dal 2018, si prevede che gli studenti con istruzione parentale debbano sostenere un esame di idoneità per passare alla classe successiva. Questi esami di idoneità, fatti da privatista, sono formulati per formalizzare la carriera scolastica dell’alunno ed è necessario che tu presenti un programma scolastico entro la primavera (aprile) allegandolo alla richiesta di esame. I programmi devono rispettare le Linee Guida Nazionali del MIUR e non il programma della scuola presso cui hai scelto di far sostenere l’esame a tuo figlio;
5- È sempre possibile cambiare idea, dando la possibilità al tuo bambino di rientrare nel sistema didattico tradizionale.
Tutti i genitori possono insegnare da casa?
In generale la risposta è sì. A differenza degli insegnanti tradizionali, non vi è necessità di aver acquisito nel corso degli anni, competenze pedagogiche ed infantili. Quello che è necessario per un insegnante di homeschooling è instaurare un rapporto solido con il bambino/ragazzo, che solitamente già è presente in quanto genitore.
Una mamma o un papà si impegnano per trasmettere la propria conoscenza seguendo i ritmi e le capacità dell’alunno, cosa che in una classe scolastica non sempre è possibile, per i rigidi programmi e per le scadenze da rispettare.
Doti essenziali per educare materie di carattere scolastico da casa sono l’ascolto e il rispetto per l’altro, ma anche la capacità di saper rispondere correttamente a tutte le domande che inevitabilmente lo studente farà.
Al centro dell’educazione parentale c’è la personalizzazione del programma educativo, una preziosa opportunità che sempre più genitori hanno deciso di cogliere diventando figure educatrici a 360°. I genitori degli Homeschoolers studiano molto e programmano lezioni, cercando di fuoriuscire dagli schemi prefissati della scuola e se necessario si avvalgono dell’aiuto di figure esterne o fonti autorevoli. Anche nel caso dell’istruzione casalinga è necessario monitorare l’andamento del proprio metodo, osservando in questo caso i propri figli, non con un singolo test, ma con un’osservazione più ampia che va a toccare i diversi aspetti della persona.
Pro e contro di fare homeschooling
Se il tema ti ha appassionato, non resta che tirare le somme e vedere quali sono i pro e i contro di questo metodo educativo, anche guardandolo dal punto di vista dei pedagogisti.
Vantaggi: un benessere generale dell’individuo, in quanto l’istruzione domiciliare si basa su concetti come la flessibilità e l’approccio individuale. Per ovvi motivi, in classe i bambini possono essere poco seguiti e così possono tendere a non apprendere. Grazie all’Homeschooling il rapporto è 1:1.
Il programma è taylor made sul bambino/ragazzo e se un alunno ha difficoltà con una materia il genitore può tentare approcci più interattivi, minimizzando così quei sentimenti di frustrazione e difficoltà che sono spesso presenti in ambito didattico tradizionale.
Se siamo di fronte a bambini con difese immunitarie basse, l’istruzione parentale è sicuramente una valida opzione per prevenire malattie o ferite.
E, infine, non è da sottovalutare il grande beneficio di poter gestire i propri impegni e le dinamiche familiari come meglio si crede.
Svantaggi: la socializzazione con i compagni della stessa età viene un po’ a mancare; si rischia l’isolamento se il tutore ha poca esperienza nel settore. Per ovviare a questo problema gli esperti suggeriscono una forte organizzazione e integrazione con le attività sociali e culturali del territorio.
È necessario non far mancare delle regole, anche a casa, perché sono fondamentali per un corretto sviluppo del bambino.
Altro svantaggio per gli esperti è lo squilibrio che si viene a creare nel rapporto genitori-figli quando la mamma o il papà diventa anche insegnante: a scuola e nel lavoro, ci sono gerarchie e rapporti precisi. Ci si domanda pertanto come il bambino educato da casa possa gestire questo riconoscimento di ruoli.
Per concludere, questi sono aspetti generici che non riguardano le singole situazioni, ma che è bene tenere a mente nel caso in cui si voglia procedere con questa scelta delicata.
Fonte articolo Alfemminile