La maratona tv di Harry Potter
che, anche per ragioni di attualità sanitaria, ha fatto il pieno di spettatori si conclude oggi e domani con su Italia 1 I doni della morte 1 e 2. Stesso film ma diviso in due capitoli. Scelta mirata in vista del box office ma anche scelta inevitabile, visto l’ammontare di informazioni contenute nel settimo volume scritto da J.K. Rowling.
Un volume che ha tenuto i fan di Harry Potter con il fiato sospeso per anni. Perché vista la strage di personaggi perpetuata nei libri precedenti, il terrore era che la saga terminasse con la morte del maghetto. Un pericolo reale confessato dalla stessa Rowling. Ed evitato grazie all’intervento del marito, che ha suggerito di evitare scelte radicali. Non solo per Harry ma anche per altri protagonisti.
I doni della morte parte 1
Nel primo capitolo de I doni della morte, Harry si trova a una svolta: da Sirius Black ad Albus Silente, i suoi mentori si sono sacrificati uno ad uno per contrastare l’avanzata di Lord Voldemort, proprio come i genitori Lily e James quando era ancora in fasce. La battaglia, però, continua con altri spargimenti di sangue, inclusi quelli di Malocchio Moody e della civetta Edvige. Intanto il trio (Harry, Hermione e Ron) scappa e riesce rocambolescamente a recuperare un Horcrux, ossia uno degli oggetti che il Signore Oscuro ha stregato con un incantesimo, incatenandovi pezzi della propria anima per raggiungere l’immortalità. Grazie agli oggetti lasciati loro in eredità dal preside, man mano riescono a distruggerne alcuni, ma vogliono scoprire lo strano simbolo triangolare con un cerchio e un’asticella nel mezzo che sembra ricorrere frequentemente.
Si tratta dei tre Doni della Morte, ossia la Bacchetta di Sambuco, la Pietra della Resurrezione il Mantello dell’Invisibilità, gli oggetti più potenti al mondo che combinati regalano un potere imbattibile. Durante una delle varie lotte contro i Mangiamore, Bellatrix trafigge a morte Dobby, che muore da elfo libero e amico di Harry (lo si può “incontrare” al WB Studio Tour di Londra, il parco degli studi dei film che riaprirà dopo l’emergenza). Intanto Voldemort ruba la Bacchetta dalla tomba di Albus Silente. In questo capitolo tutta la mitologia magica della Rowling si dipana lentamente e finalmente i vari pezzi del puzzle iniziano a combaciare: persino alcuni oggetti magici di scarso valore all’apparenza, come il Deluminatore (o Spegnino), assumono un ruolo cruciale nella Lotta tra il Bene e il Male.
Effetto nostalgia
Con le vicende che procedono verso la conclusione spuntano anche presenze familiari e vicine al cuore dei fan, come Olivander (il compianto John Hurt), che appare nella pellicola dopo la presentazione nel primo libro. Quando spiega a Harry che è la bacchetta a scegliere il mago, e che la piuma gemella della stessa fenice è appartenuta ad un uomo molto crudele. Tra i dettagli di scena che solo i più attenti hanno notato, si vede il poster della piece teatrale di Equus, nel caffè dove il trio ricompare a Londra: lo spettacolo è il primo lavoro accettato da Daniel Radcliffe dopo l’ingaggio decennale come maghetto e lo vede sul palco in un nudo frontale.
I doni della morte parte 2
Nell’ottavo incasso più alto di tutta la storia del cinema, Harry continua la sua ricerca degli Horcrux, introducendosi con Ron ed Hermione nella Banca Gringott per recuperare la coppa di Tosca Tassorosso, fondatrice dell’omonima casa di Hogwarts (per la scena sono state coniate 210 mila monete). Grazie all’aiuto del fratello di Abus Silente, ossia Aberforth, s’introducono in un passaggio segreto che li conduce al castello, dove il neopreside Severus Piton dà la caccia ad Harry, difeso invece dalla professoressa Minerva McGranitt.
Hermione riesce a distruggere con la zanna del Basilisco la coppa nella Camera dei Segreti, dove scambia il primo, apocalittico bacio con Ron. L’oggetto serve anche ad annientare il diadema di Priscilla Corvonero, altro Horcrux. Intanto Voldemort uccide Piton pensando di diventare il possessore della Bacchetta di Sambuco, che cambia padrone una volta disarmato. Si pensa che l’ultimo “pezzo” sia Nagini, ma invece è Harry, che deve morire per mano del suo nemico. Il Bambino sopravvissuto si avvia allora verso la morte, ma nulla è come sembra e, grazie ad una serie d’incastri magici, alla fine è il Signore Oscuro a soccombere.
Il bilancio
Molti sono i caduti ad Hogwarts, ma finalmente il mondo magico è libero da Colui che non deve essere nominato. L’ultima scena si svolge al binario 9 e ¾ con il trio adulto e ormai diventato un quartetto (Harry sposa Ginny e Ron sposa Hermione) con prole pronta a partire per la Scuola. Per le scene di lotta sono state create oltre 500 bacchette, per essere prontamente sostituite con quelle gemelle. Daniel Radcliffe ne ha spezzate o rotte almeno 80, perché le usava per suonare la batteria sul set. Non stupisce: in otto film ha fatto fuori 160 paia di occhiali. Con le scope volanti è stato più facile: per renderle più confortevole gli attori principali (Emma Watson e Rupert Grint, per esempio) si erano fatti fare un calco del lato B in modo da costruire una sorta di sostegno personalizzato.
Una delle scene improvvisate, invece, vede Voldemort abbracciare Draco: lo ha svelato l’attore Tom Felton, che sembra particolarmente confuso nel ciak perché lo era davvero. Un’altra curiosità? Rupert Grint ha regalato a Daniel Radcliffe ed Emma Watson a fine riprese una tromba ciascuno come ricordo, ma senza alcun motivo o connessione magica. Sembra la metafora perfetta per tutti i potterhead, che spesso si fanno domande che sono destinate a rimanere senza risposta o che magari non ne hanno una.
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