Festa della mamma 2020. Chi sono le 20 mamme più cattive del cinema

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Mamme buone, mamme sollecite, mamme chioccia

. Il cinema ne è pieno. È pieno anche di mamme non proprio buone, proprio belle cattive. Ma che in fondo, molto in fondo, vogliono bene ai loro figli anche se spietate. E per la Festa della mamma 2020 abbiamo raccolto le più rappresentative. Figure che anche quando non hanno le caratteristiche delle cattivi Disney ricordano comunque, nei comportamenti e nel look, il loro stile camp. Violenza, fraseggio, capacità di rifilare stilettate e commenti acidi anche al figlio più bisognoso di cure, le mamme cattive fanno danni da subito.

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Difficile arrivare a una conciliazione. In alcuni casi succede solo per lettera, come tra Ingrid Bergman e Liv Ullmann in Sinfonia d’autunno. In altri non accade mia, e sono trasformate in assassine senza aver commesso nessun reato. Pensate per esempio alla mamma di Norman Bates, fino alla fine del film la sospettata principale, e poi che twist. Altrove invece perdono la testa, e si vendicano di chi non si è preso cura dei loro bambini, giurandola a chiunque. Dando così inizio a saghe cinematografiche ultradecennali.

1. Lily Dillon (Anjelica Huston) in Rischiosi abitudini (1990)

Lily lavora per un boss della mala “grattando” sulle scommesse dei cavalli, ma ogni volta ne tiene una parte per se, che anno dopo anno diventa un bel gruzzolo. Ha anche un figlio, criminale come lei e di cui il film non chiarisce quale sia in verità il rapporto di parentela. Sicché quando Lily ne sfrutta senza pietà l’ambiguità per rubargli i soldi, braccata com’è dai sicari, sembra quasi il principio di un incesto. Morale: i figli so’ pezzi ‘e core ma pure casseforti da svuotare. Specie per una dark lady.

2. Monica Swinton (Frances O’Connor) in A.I. – Intelligenza artificiale (2001)

Una “mamma” che si sbarazza del giocattolo con cui aveva sostituito il figlio ibernato in attesa di una cura, poi redivivo. C’è di che essere disgustati. Molto di più quando di scopre che David, un mecha-bambino progettato per il massimo del realismo ma senza esperienza, spera di risolvere la situazione attraverso l’unica favola che ha imparato: Pinocchio. La Fata Turchina che ha trasformato il burattino in un bambino in carne e ossa si occuperà certamente anche del suo caso. Mamma Monica, allora, non potrà che riprenderlo con se.

3. La regina aliena in Aliens – Scontro finale (1986)

Sì, deposita uova che contengono mostriciattoli cattivelli che dovranno (a loro volta) depositare parassiti nel corpo degli esseri umani. Però lo fa con amore, mettendoli uno in fila all’altro. Perché ogni scarrafone è bello a mamma sua. Solo che è proprio difficile avere un contraddittorio con lei. Tantomeno pensare di farla franca bruciandole l’intera nidiata in un colpo solo, come fa Sigourney Weaver per risolvere una vecchia questione tra madri di pianeti diversi.

4. Senatrice Eleonor Shaw (Angela Lansbury) in Va’ e uccidi (1962)

A farla spregevole ci ha provato anche Meryl Streep nel remake di Jonathan Demme del 2004. Ma niente da fare. Come madre di famiglia che non vuole dominare solo figlio e marito, ma pure il mondo intero, Angela Lansbury resta il prototipo dell’ambiziosa con velleità politiche di riferimento. Nel film di John Frankenheimer riesce anche a dare forse il bacio a un figlio più viscido e doppiogiochista della storia del cinema.

5. La Signora Robinson (Anne Bancroft) in Il Laureto (1968)

Libertina e profondamente classista la leggendaria Signora Robinson. Un bel matrimonio, una bella casa, una bella figlia, amici, vacanze, guardaroba animalier, e qualche ossessione. Tipo quella per figlio imbranato del socio del marito, Benjamin. Che seduce fino a, quasi, farlo impazzire. Anche perché col cavolo che gli permetterà di sposare la sua Elaine. Un conto è trovare un diversivo a un matrimonio insulso, un altro condividere le feste comandate con un ex amante.

6. La Signora Taggart (Bette Davis) in L’anniversario (1968)

Perfida, sadica e con un eye patch da pirata, la Signora Taggart festeggia ogni anno il suo anniversario di matrimonio, nonostante il marito sia morto da 10 anni. All’evento non mancano mai i suoi figli: Henry, timido e feticista; Terry, sposato e con cinque figli, e Tom, irrequieto e testardo. Non mancano perché il suo divertimento sta nel trattarli male. Loro, la nuora e anche le fidanzate. Tutti trattati come servi, e scacciati perché “puzzano”.

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7. Margaret White (Piper Laurie) in Carrie – Lo sguardo di Satana (1976)

Invasata religiosa che segue alla lettera la Bibbia, Margaret sogna per la figlia Carrie una vita fatta di rettitudine e cilicio. Come donna, del resto, porta inevitabilmente con se il seme del demonio. Vietato dunque truccarsi, vestirsi, guardarsi allo specchio con vanità. Sennò c’è lo sgabuzzino buio dove pregare il crocefisso con gli occhi più realistici dell’arte sacra. Un metodo d’insegnamento vivamente sconsigliato, perché Carrie a un certo punto non ne può più e si vendica. Di Margaret, della casa, dei compagni di liceo che la prendono in giro.

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8. Joan Crawford (Faye Dunaway) in Mammina cara (1981)

La “mamma cattiva” per antonomasia: impareggiabile psicopatica per davvero oppure solo la sintesi sgangherata di una figlia adottiva con desideri di vendetta? Chissà se sapremo mai il grado di perfidia reale. Ma le azioni contro i figli messe in atto da Joan-Faye sono ormai letteratura camp. Dalle grucce di ferro brandite come armi al vitello al sangue servito per tre cene di fila a Christina, fino alla putrefazione.

9. Agatha “Mamma” Fratelli (Anne Ramsey) in I Gonnies (1985)

La mamma boss genio del male di una banda di criminali scemi, tutti figli suoi. Una condanna. Ma anche uno dei topos del genere poliziesco. E Mamma fratelli è senza pietà. Pur di avere il tesoro di Willy l’Orbo tutto per se, getterebbe i Goonies in pasto agli squali, e perché no, anche i suoi pargoli idioti. Ci prova pure, a dire il vero.

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10. Charlotte Andergast (Ingrid Bergman) in Sinfonia d’autunno (1978)

Charlotte, madre pianista celebre va a trovare la figlia Eva che non vede da anni. La visita fa riaffiorare da subito l’attrito di un rapporto impari, in cui Charlotte non perde occasione per rinfacciare il dilettantismo della figlia, anche lei musicista. Il soggiorno finirà in uno scontro acerrimo di stilettate reciproche, inferte con la pazienza del torturatore.

11. Viola Fields (Jane Fonda) in Quel mostro di suocera (2005)

Una Signora Robinson ma con figlio maschio, ecco chi è Viola. Una star della tv che pasteggia solo a vino bianco e che di certo non ha sognato per il figlio una moglie dog sitter. Pure se ha l’aspetto di JLo, che cerca infatti di far fuori appena sa che è allergica alle noci. La nuora in fieri finisce quasi all’altro mondo ma da quel momento in poi è guerra totale.

12. Violet Venable (Katharine Hepburn) in Improvvisamente l’estate scorsa (1959)

Cosa fa Violet? Progetta una lobotomia per zittire una volta per tutte la nipote che blatera sulla condotta del figlio, morto durante un viaggio in circostanze ambigue mai chiarite. E con la scusa di un finanziamento all’ospedale, quasi ci riesce. Ma il dramma è tutto suo, madre involuta chiusa in una rapporto perverso di autocompiacimento con il figlio omosessuale, di cui si è “divorata”. Come lui del resto, ma solo fino a quando la giovinezza della madre poteva assicurargli la conoscenza delle persone che lo interessavano. La cugina ha rappresentato solo un cambio di carrozzeria.

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13. La madre di Erika (Annie Girardot) in La pianista (2001)

Non conosciamo il suo nome ma molto bene la sua natura. Gretta e ipocrita quanto la figlia è masochista e perversa. E perciò riservata. Ma la mamma di Erika è un vero sergente che controlla tutto. Entrate e uscite di casa, il conto corrente, la vita sociale. Se la porta della stanza di Erika è chiusa, protesta. E in mezzo alla gente la osserva da lontano, come si muove e con chi parla. Un dialogo tra frustrate portato avanti anche attraverso le mani, in lotte corpo a corpo in cui Erika arriva persino a strappare i capelli della madre.

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14. Beth Jarrett (Mary Tyler Moore) in Gente comune (1980)

Indurita dalla morte del figlio maggiore, il prediletto, a cui segue il tentato suicidio dell’altro figlio, Beth si trasforma in un mostro dell’autocontrollo. Tutto regole, cose da dire, cose da non fare. Con la forza della volontà lavora affinché tutti torni come prima, al diavolo i traumi del figlio sopravvissuto. Se un piatto spezzato in due si può incollare senza problemi, perché non una famiglia? Ma l’edificio crolla sotto il peso del formalismo. Di fronte al figlio che cerca un dialogo e messa dal marito sul banco degli imputati come madre assente ed egoista, è costretta alla fuga, letterale.

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15. Mary Lee Johnston (Mo’Nique) in Precious (2009)

Mary è una madre disoccupata e violenta. Un mostro di proporzioni inaudite che prova piacere nell’offendere e picchiare la figlia obesa e analfabeta che dà il titolo al film. Bieca fino al punto di provare quasi invidia per gli abusi sessuali che il marito ha inflitto a Precious fin dall’infanzia. Avrà un moto di coscienza verso il finale, ma si tratta di uno spiraglio che l’assistente sociale (niente di meno che Mariah Carey) chiude immediatamente. Precious è già lontana, in un percorso di riabilitazione in cui ha ritrovato speranza e voglia di vivere.

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16. Evelyn Stoker (Nicole Kidman) in Stoker (2013)

La prima fatica in lingua inglese del regista coreano Park Chan-wook è un film malato ma non così malato da diventare cult, Lo si ricorda infatti soprattutto per gli sguardi – e i look – taglienti di mamma Kidman. Autrice di un monologo contro la figlia India (Mia Wasikowska) che culmina nell’augurio personale – rivolta in macchina – di vederla presto succube degli accidenti della vita. In sostanza di vederla marcire. Un bel vedere solo per la bravura dell’attrice.

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17. La Signora Vale (Cladys Cooper) in Perdutamente tua (1942)

Tra le madri del cinema classico di Hollywood Vale è una delle più feroci. La sua croce è Charlotte. Zitella brutta e dominata da Vale che, grazie a uno psichiatra, riesce però a maturare in una donna di polso. Non più paurosa della madre. Una ribellione che destabilizza la madre al punto tale da provocarle un infarto, proprio durante un semi alterco. E la sensazione è quella di un collasso pianificato: affinché tutti diano dell’assassina a Charlotte.

18. La Signora Bates in Psycho (1960)

Mamma Bates non appare mai ma aleggia per tutto il film, sagoma in controluce che urla al figlio Norman. Sappiamo che potrebbe essere l’assassina di Marion Crane, fatta a fette nella doccia del motel, e invece nella scena finale ecco la sorpresa: la mamma è in realtà il figlio Norman, travestito. Mentre il suo cadavere sta seduto per bene giù in cantina, da quando Norman l’ha uccisa insieme al suo compagno, di cui era geloso. La mamma è dunque un fantasma psichico con cui Norman convive sdoppiandosi. Alternando omaggi drag al comando severo di uccidere ogni donna che suscita in lui pulsioni sessuali, perché mamma è gelosa come lo era lui dell’amante.

19. Beverly R. Sutphin (Kathleen Turner) in Serial Mom (1994)

Immaginate Beverly che fa pulizia del vicinato indisciplinato in quest’epoca di guardiani dei balconi: una strage. Perché lei non vuole male ai figli, no, loro sono bravi. Beverly, da brava perfezionista corrotta da uno stile di vita borghese in cui la forma conta più della sostanza, uccide solo chi trasgredisce le regole. Qualunque regola. Per esempio chi non riavvolge il nastro del Vhs; oppure si ostina a non fare la raccolta differenziata nonostante i richiami. Cose che danno molto fastidio, siamo sinceri. Certo, fa anche telefonate anonime oscene a una povera divorziata da poco. Ma che volete farci, è una psicopatica.

20. Pamela Voorhees (Betsy Palmer) in Venerdì 13 (1980)

Pamela è la madre assassina per amore più popolare di sempre del genere horror. Diventata esperta di coltelli suo malgrado, cioè dopo che nel campeggio dove lavorava un gruppo di coetanei ha annegato il figlio deforme, Jason. Non sapendo che il figlio è in realtà vivo, Pamela comincia una lunga vendetta. Uccide gli animatori inadempienti e impedisce con una serie di incidenti la riapertura del campeggio, per anni. Fino a quella sciagurata del film, contro cui non può nulla. Ma in cui si sbarazza di tutti, tranne una, la final girl che riesce a ucciderla. E a provocare in Jason, che assiste da lontano alla scena, la furia omicida che dura (fino a oggi) da ben 12 film.

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