Ancora pochi giorni e l’attesa sarà finita. Il week end del 26-27-28 Marzo segnerà il ritorno in pista dei bolidi della Formula 1, il rombo, anche se sordo, delle Power Unit riecheggerà nel deserto del Bahrein riaprendo la caccia a quel titolo iridato ormai appannaggio di Lewis Hamilton da quattro stagioni consecutive.
Mandato in archivio il campionato più stravagante della storia, la stagione 2021 non può che presentarsi come una stagione di transizione, e verso l’epocale modifica dei regolamenti che entrerà in vigore nel 2022, e verso, speriamo un po’ tutti, la fine dell’emergenza sanitaria da Covid-19 che tanto ha condizionato e tanto sta condizionando anche il mondo della F1.
Indicativo il pochissimo spazio dedicato ai canonici test invernali: una tre giorni mordi e fuggi proprio in Bahrein che ha lasciato più di qualche punto interrogativo sul campionato che verrà, forse alimentando ancora di più la curiosità verso il nuovo “Circus”: team storici in cerca di riscatto, “rookies” giovani e talentuosi, tanti piloti che hanno cambiato scuderia, campioni in cerca della consacrazione o della gloria eterna sono solo alcuni degli spunti che le “free practice” di inizio stagione ci hanno lasciato e che il mondiale approfondirà curva dopo curva, kilometro dopo kilometro.
Mai come in questo inverno abbiamo assistito a tanti cambi di sedile, soprattutto nei top team. La fine, brutta, della love story più romantica dell’ultimo decennio di F1 tra Vettel e la Ferrari ha innescato un effetto domino che ha coinvolto altri tre importanti piloti dello schieramento, Perez, Ricciardo e Sainz. Partiamo da quest’ultimo, pilota giovane ma esperto, affidabile e costante, è stata la scelta di Ferrari per affiancare il “predestinato” Charles Leclerc.
Lo spagnolo, lasciato il sedile libero in Mclaren, ha consentito il trasferimento del buon Ricciardo, un po’ scottato dal deludente biennio in Renault e in cerca di quella che è forse l’ultima occasione buona della carriera. Il quattro volte campione del mondo Vettel, dopo un lungo corteggiamento, ha infine ceduto alle lusinghe Mercedes, accasandosi però al team satellite Aston Martin, dove affiancherà il rampollo del patron della scuderia Stroll prendendo il posto che era proprio di Perez.
Il messicano, uno dei primi talenti di scuola FDA, ha seriamente rischiato di trovarsi a piedi nonostante nel 2020 avesse ottenuto la prima vittoria in carriera prima della chiamata, tanto acclamata anche dal pubblico, della Red Bull che, probabilmente, avrà così nello schieramento la coppia di piloti più forte del lotto.
I ROOKIES
YUKI TSUNODA
Il giapponesino dell’Alpha Tauri sarà il primo “millennials” a correre in F1. Messosi in mostra nell’ultimo campionato di F2, nell’autunno scorso ha fatto storcere il naso a più di qualcuno su un suo eventuale salto nella categoria maggiore per via del fisico minuto. Per ora Yuki ha risposto presente con prestazioni da subito convincenti nei test invernali e dalla sua ha anche la tradizione nelle scelte, molto spesso oculate, che la casa madre Red Bull ha fatto sui suoi giovani piloti.
NEKITA MAZEPIN
Già salito alla ribalta per le sue manovre ai limiti del regolamento in F2 e per le sue “gaffe” sui social network, il giovane e veloce Mazepin, scuola Ferrari Driver Academy, sarà sicuramente ricordato per aver portato una scuderia americana, la Haas, a correre con sulla livrea i colori della bandiera russa. Al russo non dovranno quindi mancare spalle larghe sia per risollevare le sorti di un team in picchiata, sia per mettersi in mostra per le sue prestazioni velocistiche all’ombra di un compagno di squadra quanto meno mediaticamente ingombrante.
MICK SCHUMACHER
Dici Schumacher e pensi alla F1. Dici F1 e pensi a Schumacher. Quello che Michael ha lasciato nella storia di questo sport è veramente qualcosa di raro. Ed ora, dopo tanta gavetta e qualche titolo nelle serie minori, tocca al figlio Mick raccogliere e proseguire l’eredità del padre. Cresciuto in FDA, dotato di grande costanza, Schumi jr si affaccia nel palcoscenico dei grandi con una Haas tutta da scoprire ricalcando le orme del padre che all’epoca bagnò il suo debutto su una claudicante Jordan. Intanto il giovane tedesco ha voluto subito riaccendere i tanti e forse anche sopiti animi di vecchi appassionati di F1, iniziando a richiamare il padre sul tabellone dei tempi con l’abbreviativo MSC.
FERNANDO ALONSO
Menzione speciale per il vecchio leone asturiano, tornato in F1 dopo un paio di stagioni passate a girovagare per il mondo. Il bicampione del mondo è tornato a casa, in quella Renault che l’ha consacrato per dare slancio al nuovo progetto Alpine: che sotto quella affascinante livrea ci sia qualcos’altro di altrettanto spettacolare?
F1 LE SCUDERIE
WILLIAMS
Il recente passaggio di consegne della storica famiglia Williams alla nuova proprietà è per ora la novità più importante che ha coinvolto la scuderia da cui ci si aspetta un cambio di passo, soprattutto in termini di budget, rispetto agli ultimi deludenti anni che non hanno reso onore al suo glorioso passato. Al volante c’è sempre quel purosangue che risponde al nome di George Russell il quale insieme a Leclerc e Verstappen, rappresenta il futuro più promettente di questa F1.
ALFA ROMEO
Probabilmente si presenta come la vettura più bella nello schieramento. Peccato che conti la velocità aspetto sul quale passi avanti rispetto a un 2020 disastroso sembrano siano stati fatti: è stata la scuderia ad aver totalizzato il maggior numero di giri percorsi nei test invernali, con un campione del mondo come Kimi Raikkonen apparso abbastanza in forma e potrà contare su una PU Ferrari sicuramente migliorata.
HAAS
Team completamente rinnovato, dalla line-up piloti agli investitori legati soprattutto a Mazepin. In quanto team satellite Ferrari, come per la scuderia madre fare peggio della passata stagione sarà difficile e questo sembra già poter essere scongiurato dalle indicazioni dei test invernali ma molto dipenderà, come per l’Alfa, dai reali progressi della PU.
ALPHA TAURI
I test invernali e l’esperienza acquisita nella passata stagione la candidano a potenziale sopresa del centro gruppo. La scuderia di Faenza può contare su un solido Gasly e su un velocissimo Tsunoda al volante di un’auto che sulla scia della Red Bull Honda diventa di anno in anno più consistente. L’exploit di Monza 2020 potrebbe non rimanere un caso isolato.
FERRARI
Ci sarebbe tanto da dire sulla Rossa di Maranello, sono talmente tante le congetture e le ipotesi che hanno aleggiato fin troppo intorno alle pessime prestazioni della passata stagione che mai come quest’anno più che i soliti proclami i tifosi aspettano delle risposte in pista. La SF21 appare notevolmente modificata dal punto di vista aerodinamico, con concetti più estremi delle pance e del retrotreno che, insieme ad un’aggiornata PU, sembrano aver dato la spinta che mancava quanto meno sulla velocità di punta. Rimane un’incognita la tenuta sul passo gara dove la rossa nei test invernali non ha brillato manifestando la stessa problematica emersa l’anno scorso nel portare le gomme nel giusto range di temperatura. Recuperare l’enorme gap con i top team in un anno senza stravolgimenti di regolamento e con la rivoluzione del 2022 alle porte appare utopico, lottare per salvare la faccia con un terzo-quarto posto costruttori è però doveroso.
ALPINE
Nuovo progetto, nuova livrea e nuove ambizioni per il team della casa Renault, che ha puntato forte sul ritorno di Fernando Alonso per rilanciarsi dopo un biennio di tante belle speranze e pochi risultati concreti in proporzione al budget a dispozione.
ASTON MARTIN
Nuovo team, marchio iconico per i dollari di Lawrence Stroll, che accantonato il progetto Racing Point, riparte da una base consolidata, quella Mercedes del 2020 (…) e da un pilota di indiscussa esperienza come Vettel. Tuttavia in questa stagione, vista la concorrenza a centro gruppo di team storici come Alpine e Ferrari, servirà quel qualcosa in più in termini di crescita del team, che per esempio già è un po’ mancato nei test invernali, per confermare il quarto posto iridato della passata stagione.
MCLAREN
Il team di Woking è in forte ascesa e molto probabilmente confermerà quanto di buono già fatto nel 2020. Il passaggio alle Power Unit Mercedes, con un ritorno a quel binomio che tanto aveva fatto sognare un paio di decenni fa, e la coppia di talenti puri al volante, Ricciardo-Norris, candidano ufficialmente la Mclaren a principale outsider della stagione.
RED BULL
Verstappen-Perez e un’accoppiata macchina-power unit sempre più matura. Queste sono le premesse con cui il team anglo-austriaco motorizzato Honda si presenta ai nastri di partenza della stagione 2021. Se è vero che i test invernali contano relativamente, è altrettanto chiaro che questi ultimi hanno detto che mai come quest’anno la lotta con Mercedes potrebbe essere accesa.
MERCEDES
Poco da dire, rimane comunque la grande favorita. Dopo sette doppiette consecutive piloti-costruttori, il team anglo-tedesco può beneficiare di un vantaggio consolidato negli anni e congelato dal non cambio del regolamento tecnico oltre che della voglia di Lewis Hamilton di ergersi a pilota ad aver vinto il maggior numero di titoli mondiali in assoluto. Raggiunto Schumacher nel 2020 con il settimo titolo infatti, Lewis, come molti prevedono, avrà l’occasione d’oro per chiudere la carriera fregiandosi dell’ottavo iride mondiale. Tuttavia c’è da dire che la scuderia ha sofferto più del dovuto nei recenti test, risultando il team con meno giri completati a causa di una problematica al cambio e di una guidabilità non ancora eccellente.
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