Mamma natura che non ne può più di noi
. Come darle torto. Quando però E venne il giorno usciva nei cinema nel 2008 – lo potete rivedere stasera alle 21.20 su Rai4 – l’ansia era riversata tutta su quale altra diavoleria assassina si fosse inventato M. Night Shyamalan. Il regista che, dopo “vedo la gente morta”, gli alieni dei cerchi di grano, le creature malvagie che circondano The village, sembrava passare a un livello superiore di raffinatezza diabolica. Con un nemico stavolta ineffabile, delle tossine rilasciate dalle piante che se inalate danno l’ordine agli umani di suicidarsi, qualcosa dunque di lontanissimo dalle soggettive di esseri pronti a scattare in avanti.
Una sfida cinematografica non indifferente, perché un conto è appunto un lupo cattivo nascosto tra le frasche, un altro riprendere il vento che muove il fogliame per dare l’idea che in quel preciso momento si sta diffondendo un nemico invisibile. Difficile, ma affascinante. Si può sfuggire infatti all’aria? Nello stesso tempo non si capisce se la vendetta contro l’uomo sia una motivazione condivisa da tutto il verde, oppure il progetto solitario di alcune specie. I castagni ma non le querce. I frassini ma non i ciliegi. Si capisce tuttavia che gli alberi dei parchi sono i più incazzati. E che un gruppo numeroso e chiassoso di persone non ha speranze, disturbati dal vociare e dal calpestio della loro amica erba i fusti non hanno pietà. Ma gli eroi Mark Wahlberg e Zooey Deschanel si devono pur salvare, e come lo fanno è abbastanza rocambolesco.
B-movie consapevole
Il primo sintomo è una difficoltà nel parlare. Il secondo una perdità di orientamento. Il terzo il collasso. Ecco come colpisce la neurotossina che inizialmente si crede essere parte di un attacco terroristico, iniziato a Central Park. Ma i suicidi sono troppo bizzarri, e soprattutto dei terroristi manco l’ombra. Mentre anche nelle zone verdi di altre città scoppiano suicidi collettivi, tipo Philadelphia, nonché in tutta la cintura del nord est degli Stati Uniti. Poi il responso delle analisi: la tossina è di origine naturale. Non resta perciò che un unico colpevole, Mamma Natura. L’attacco feroce dura meno di 24 ore. Quando finisce nessuno ha una risposta convincente, e nei talk show gli esperti brancolano nel buio. Salvo avvertire che se è successo una volta, potrebbe succedere ancora, chissà dove e con quale potenza.
Le idee che sostengono la suspence di E venne il giorno sono tutte buone. Come fuggire dal vento, si diceva. Il problema è avere come interlocutore ostile un nemico silente eppure onnipresente, che è come non averlo. Dopo un po’ la sensazione è di essere presi in giro. Come guardare Gli Uccelli di Hitchcock senza gli uccelli, ha scritto il critico Rumsey Taylor. Perché a parte il messaggio ecologista chiaro e ridondante, e dieci anni dopo più che condivisibile (durante questa quarantena i “siamo il virus del pianeta” si sono sprecati”), un fenomeno di quel tipo annienterebbe l’umanità di colpo. Sicché mentre la tensione per la minaccia verde cala aumenta la pazzia più pazza degli uomini: quelli rintanati in casa che sparano ai ragazzini; la “madre” di una bambola che va fuori di testa.
Elementi che assieme al budget ridotto a zero (alla natura villain i contributi non vanno pagati) e ad alcuni momenti spassosi – tra cui Mark che prega una pianta di appartamento di essere buona, salvo scoprire che è di plastica –, ne fanno uno dei pochi b-movie mainstream di genere apocalittico più spudorati e sciocchi del nuovo millennio. Un impianto confermato negli anni dallo stesso Shyamalan.
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