Peace Corps, l’organizzazione di volontariato internazionale
, creata dagli Usa e composta da 235.000 persone, per intervenire nei Paesi sottosviluppati, in una lettera aperta ai volontari pubblicata domenica sul loro sito, ha annunciato che: «Con i viaggi che diventano sempre più difficili di giorno in giorno, l’agenzia ha deciso di espandere le sospensioni e le evacuazioni».
L’organizzazione, aveva già evacuato 139 volontari dalla Cina a febbraio, da dove ha avuto origine l’epidemia.
La dichiarazione ufficiale
«Come sapete, di recente abbiamo evacuato volontari dalla Cina e dalla Mongolia a causa dell’epidemia di COVID-19 e dei relativi blocchi per i viaggi internazionali. È in questo contesto che – scrive il direttore dell’agenzia federale, Jody Olsen – ho preso la difficile decisione di sospendere temporaneamente tutte le operazioni del Corpo di Pace a livello globale ed evacuare tutti i nostri Volontari.
Mentre COVID-19 continua a diffondersi, stiamo agendo ora per salvaguardare il benessere e prevenire una situazione in cui i volontari non siano più in grado di lasciare i loro paesi ospitanti».
Cos’è Peace Corps
Il Peace Corps è stato istituito nel 1961 durante l’amministrazione Kennedy come programma di volontariato gestito dal governo al servizio delle nazioni più povere di tutto il mondo. I volontari sviluppano soluzioni sostenibili per affrontare le sfide in materia di istruzione, salute, sviluppo economico della comunità, agricoltura e ambiente.
Da quando il presidente John F. Kennedy ha fondato l’organizzazione, oltre 235.000 americani di tutte le età hanno prestato servizio in 141 paesi in tutto il mondo. (Facebook, Instagram and Twitter)
Cosa è cambiato con l’epidemia
Da quando l’epidemia è stata segnalata per la prima volta all’inizio di gennaio, il Peace Corps ha monitorato attentamente il coronavirus con il Department Bureaus of Medical Affairs and Diplomatic Security, con i Centri per il controllo delle malattie e l’Organizzazione mondiale della sanità, al fine di salvaguardare i volontari e il personale in tutto il mondo.
I funzionari medici hanno fornito tutte le informazioni ai volontari su come mitigare i rischi di esposizione, sviluppando protocolli specifici per affrontare il coronavirus. Ora però, aggiungendosi il problema degli spostamenti, il timore di non poter far ritornare i volontari a casa ha messo in ulteriore allerta i vertici dell’organizzazione. In ogni caso, al momento, nessun volontario in nessuna parte del mondo è stato infettato.
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