“Attrazione fatale”, in tv su La7 D il film con Glenn Close più antianimalista di sempre

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Un uomo ha una scappatella con una donna che decide di non vedere più. La donna, ora incinta, cerca in tutti i modi la conciliazione ma è, prima con le buone, poi con le cattive, costantemente rifiutata. Umiliata e offesa si uccide passandosi un coltello sulla gola. Questa in breve la trama di Madama Butterfly di Giacomo Puccini; ma anche la trama di Attrazione fatale, il film del 1987 in onda stasera su La7 D alle 21.30, che sposta il set dal Giappone Imperiale alla New York anni Ottanta. Da Pinkerton Cio-Cio San a Dan e Alex Forrest. Le influenze dell’opera non sono però solo a livello di struttura, scendono anche nel dettagli.

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Con due scene in cui la musica di Puccini è utilizzata in modo esplicito, soprattutto per sottolineare il parallelismo tragico tra il personaggio di Glenn Close e Cio-Cio San: quando l’aria Con Onor Muore spinge Alex Forrest a tagliarsi i polsi per far costringere Dan a restare; e quando sempre Alex ascolta l’opera in totale solitudine accendendo e spegnendo una lampada mentre è seduta sul pavimento, depressa perché Dan ha rifiutato di andare a vedere con lei Madama Butterfly a teatro. Poi ci sarebbero in misura altrettanto notevole il fatto che il guardaroba di Alex è composto principalmente di abiti bianchi; che l’aspetto di Alex è quello di una creatura stranamente esotica, non solo un’altra donna ma proprio “l’altra donna”; che Dan e Alex si incontrano per la prima volta a un business party a tema giapponese.

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Per non parlare di Maurice Jarre, e dell’utilizzo mascherato dell’opera di Puccini nella sua colonna sonora.

attrazione fatale

Bunny bolier

Ma mentre Cio-Cio San è un’eroina tragica passiva, Alex è tutt’altro. Non vuole essere ignorata, per niente. È una stalker, e il modello originale di una definizione nata proprio in occasione dell’uscita del film: bunny boiler. Altresì “donna che dopo aver fallito il piano A – far innamorare con pressioni e ricatti l’oggetto del suo desiderio –, passa al piano B – distruggerlo, cominciamo dall’animale di compagnia di sua figlia, un coniglio –, fallimentare come quello A”. Vero, prima tenta un suicidio e sempre prima di cucinare il coniglio alla figlia di Dan la recuperare da scuola e le fa fare un giro sull’ottovolante, perché il brucomela era in riparazione. All’epoca dell’uscita Attrazione fatale scatenò il dibattito per mesi sulle conseguenze dell’infedeltà coniugale, spaventando moltissimo gli uomini e facendo un disservizio alle donne in carriera, creature da cui guardarsi.

Che si inventano ogni stratagemma per tenerti legato, mentono, si fingono acquirenti di appartamenti e alla fine te le fanno pagare. Pazze vere. O come ha sempre detto Glenn Close a proposito di Alex e di altre donne nella stessa situazione “donne angosciate”, non sociopatiche che fanno irruzione in casa con il coltello. Nel finale originale, che di nuovo utilizzava Madama Butterfly, Alex si suicidava proprio come l’eroina dell’opera. Secondo Glenn l’unica soluzione possibile per il personaggio, instabile, certo, ma incapace – a parte il coniglio – di fare sul serio del male. Pure il fatto che la sua morte incastrava Dan per le impronte sul coltello sembrava più un pasticcio che vera strategia da femme fatale, soprattutto perché poi sbucava un nastro in cui Alex confessava l’intenzione di farla finita.

Ma la produzione scelse appunto di girarne un altro: quello della cattiva che assale la famiglia, la quale per ristabilire la pace è costretta a ucciderla. Un finale meno nobile ma decisamente più spettacolare, “ingresso” immediato di Alex Forrest nel mito cinematografico. Anche per quel bellissimo loft newyorchese con mattoni a vista, né troppo piccolo né troppo grande. Trovarne oggi.


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