In questo periodo abbiamo la testa piena di emergenze.
Tutte iper giustificate, iper comprensibili e di enorme attualità.
L’emergenza sanitaria. Caspita, ma quanto stanno facendo i nostri medici? In prima linea giorno e notte a lavorare fino allo stremo. In trincea a combattere con la malattia rischiando la loro vita per salvare quella degli altri.
L’emergenza sanitaria è la priorità e tutti noi dobbiamo affrontarla in modo compatto e rigoroso: giusto e sacrosanto.
Poi c’è l’emergenza economica. Non tutti ancora hanno realizzato che dopo l’ondata del Covid-19 ci sarà una crisi economica molto pericolosa che manderà in recessione il paese. É un’emergenza che temo farà stragi e danni gravi, almeno tanto quanto quelli prodotti dall’emergenza sanitaria.
Di questa emergenza si preoccupano soprattuto i liberi professionisti o gli imprenditori e i loro manager. In realtà travolgerà tutti quanti, a prescindere dal contratto di lavoro in loro tutela.
Ma c’è in tutto questo un’altra emergenza, che è l’emergenza dell’essere umano, ma che in pochi vedono. O se la vedono, tendono a posticipare il momento in cui andrà affrontata. Ma è un errore rimandarla a domani perché domani sarà troppo tardi.
La testa delle persone in questo momento è riempita solo e soltanto dalle prime due emergenze: sanitaria ed economica. Anche la testa delle aziende è principalmente rivolta al fatturato in calo. Io stesso lavoro con tante aziende, ne ho una anche io, e capisco la loro preoccupazione perché per primo la vivo sulla mia pelle.
Ma in questo modo, se noi ci concentriamo solo sull’emergenza sanitaria ed economica, perdiamo di vista l’anello di congiunzione tra l’oggi e il domani, perdiamo di vista il campo di battaglia sul quale si gioca l’emergenza decisiva e più costosa in assoluto: l’emergenza umana.
Sto parlando con diversi imprenditori ultimamente, per lavoro e per motivi di amicizia. Quando faccio loro questa domanda è come se si aprisse un nuovo mondo di consapevolezza: ma secondo te, quando tutto questo sarà finito, quando l’emergenza sanitaria sarà passata, i tuoi uomini come torneranno al lavoro? Torneranno così, dall’oggi al domani, come se nulla fosse successo? Riprenderanno a comportarsi come dal giorno prima dell’arrivo della pandemia? Dopo 2-3 mesi di lock down, uno esce di casa e ricomincia la sua normalità come se si trattasse di spostare un interruttore da spento ad acceso?
No ragazzi, non sarà così. Niente tornerà come prima.
Questo periodo di fermo ci sta cambiando. Alcuni saranno cambiati per sempre. Nella pausa, in nuovi ambienti, con nuovi comportamenti e abitudini, le persone prendono delle decisioni. Riabbracciano valori dimenticati. Abbandonano valori prima considerati importanti. Decidono di lasciare il lavoro. Scoprono di non amare il partner. Oppure il contrario, ovviamente, il punto è che le persone cambiano.
Io lavoro con piccole e medie imprese e anche con importanti multinazionali: troppe realtà hanno gli occhi chiusi su questo punto. Non hanno ancora realizzato il fatto che i loro dipendenti in questa pausa stanno cambiando e che quando torneranno al lavoro non saranno più quelli di prima.
E se tu che mi stai ascoltando lavori in una azienda o ne hai una, allora fai attenzione, perché devi pensarci adesso e non domani, quando riaprirai i cancelli. Ora è il momento di mettere al centro l’emergenza dell’uomo, perché è ora che devi adoperarti per capire come avviare un ritorno alla normalità che sia graduale ma efficace a tutti gli effetti per i tuoi uomini, e quindi per la tua attività.
É ora che devi agire per rinforzare le soft skills e la psicologia dei tuoi uomini.
É ora che devi lavorare sull’uomo.
É ora che devi capire quali saranno le persone con più difficoltà al rientro.
Più tardi farai questi ragionamenti, più tardi volgerai il tuo sguardo all’uomo e alla sua psicologia, più difficile sarà recuperare la situazione e più complesso e costoso sarà far ripartire la macchina.
Tra la malattia e la recessione, la gente dimentica l’uomo. E per lottare contro la recessione serve un uomo forte, soprattutto forte mentalmente, perché creare aziende di successo, riprendersi dalla crisi, rilanciare l’economia, è prima di tutto una questione di atteggiamento mentale.
Come farà la tua azienda a reagire alla recessione se i tuoi uomini saranno psicologicamente distrutti o psicologicamente trasformati da questi 3 mesi vissuti su un altra dimensione?
Le aziende devono svegliarsi dal torpore della crisi economica e prendere una decisione ora. É ora è il momento di portare la psicologia in azienda. Di creare sportelli di ascolto per i tuoi uomini. Di comprare loro dei video corsi psicologici. Di programmare come riaprirà la tua azienda e come tratterà le persone. Di capire quale formazione far fare subito al rientro alle tue figure chiave.
Dopo sarà troppo tardi. Dopo sarà più difficile.
Alza il telefono e chiama il tuo consulente aziendale. Chiama il tuo psicologo del lavoro di riferimento e chiedigli di attivarsi in questa direzione. E se non hai nessuno che sappia aiutarti, io e la mia azienda facciamo questo e ci siamo, ti aiuteremo e ti verremo incontro come possiamo.
L’emergenza dell’essere umano costerà molto di più dell’emergenza economica.
Non perdere tempo. Ora è il tempo dell’essere umano, ora è il tempo della buona psicologia.
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Le riflessioni di questo articolo sono state ispirate dalla lettura di questo post di Gianmarco Pinto su LinkedIn: https://bit.ly/2JrzzjP
L’articolo Coronavirus ed emergenza umana: le persone e le aziende sono pronte per il post pandemia? sembra essere il primo su Psicologo Milano.