Da quando il libro Spare è uscito, il 10 gennaio scorso, non si parla d’altro. Da giorni le prime pagine dei tabloid inglesi sono invase dalle rivelazioni del Principe Harry. Un dettaglio in particolare ha attirato l’attenzione del regime Iraniano, che ha iniziato ad utilizzare alcuni estratti del libro come strumento di propaganda. Il ministro degli esteri ha infatti accusato Harry di crimini di guerra, utilizzando questo come pretesto per colpire il governo britannico. Ecco nel dettaglio cosa è successo.
Principe Harry crimini di guerra: un’accusa pesantissima
Il regime totalitario, che negli scorsi mesi ha ucciso massacrandoli centinaia di manifestanti disarmati e continua a farlo, sta sfruttando i contenuti del libro di Harry come leva politica. In un tweet il ministero degli Esteri iraniano ha scritto: “Il regime britannico, il cui membro della famiglia reale è colpevole dell’uccisione di 25 persone innocenti come la rimozione di pezzi degli scacchi e non ha rimpianti per la questione, chiude un occhio davanti a questo crimine di guerra e non sono in posizione di predicare ad altri sui diritti umani”.
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Principe Harry nesw: le risposte del governo britannico
Il tweet del ministro iraniano ha suscitato immediatamente le reazioni della Gran Bretagna. Il colonnello Richard Kemp , ex comandante delle forze britanniche in Afghanistan, ha dichiarato: “Il regime iraniano è colpevole di crimini contro l’umanità per il trattamento riservato al proprio popolo e per l’uso di deleghe per uccidere cittadini in tutto il mondo. È anche un atto criminale sostenere la guerra di Putin in Ucraina . Attaccare Harry è la prova che si stanno arrampicando sugli specchi per difendere la loro esecuzione di Alireza Akbari ex vice ministro della Difesa”. È poi intervento anche l’ex First Sea Lord, ammiraglio Lord West, difendendo Harry: “Harry era uno stupido ragazzo che diceva quello che diceva, ma non c’è paragone con quello che sta facendo l’Iran“.
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Come era già stato previsto dai deputati britannici e dagli ex veterani, le rivelazioni di Harry contenute nel suo libro avrebbero gettato un’ombra sull’esercito britannico. Harry infatti, dopo aver parlato dell’uccisione di 25 talebani ha scritto: “Non era una statistica che mi rendeva orgoglioso, ma non mi metteva nemmeno in imbarazzo. Quando mi trovavo nella foga del combattimento, non pensavo a quei 25 come a persone. Erano pezzi degli scacchi rimossi dalla scacchiera, i cattivi eliminati per primi, prima che potessero uccidere i buoni”.