18 marzo 1981. È sera. Milioni di italiani hanno terminato di cenare e come rito impone, si dispongono ordinatamente sul divano di casa in attesa di vedere cosa proporrà la programmazione di Mamma Rai. Sono da poco passate le 21.30, quando una splendida melodia risuona nei saloni e nelle cucine o ovunque vi sia un apparecchio televisivo funzionante. La melodia è di Johann Sebastian Bach e sulle sue note parte la sigla che introduce un nuovo programma.
Il suo titolo? “QUARK” e il suo sottotitolo recita: “Viaggi nel mondo della scienza”. Immaginiamo che molti, allora, abbiano storto il naso, pensando si trattasse di una trasmissione sì interessante, ma non propriamente “leggera”. Ideatore e conduttore della trasmissione è un volto noto del giornalismo televisivo, il suo nome è Piero Angela.
In tutti i campi della vita occorre davvero poco per comprendere quando si ha a che fare con un “fuoriclasse”, qualunque sia il suo campo di azione. Infatti bastarono pochi minuti per comprendere che qualcosa di veramente innovativo si stava concretizzando nella programmazione RAI e che stava entrando, lievemente, discretamente nelle nostre case, per poi diventare, nel corso di tanti anni, un ospite graditissimo delle nostre serate.
Buon compleanno!
Il resto è storia. Storia della RAI, della televisione, di Piero Angela. Festeggiamo i primi quant’anni di vita di una trasmissione che ha fatto comprendere a tutti il vero significato di Servizio Pubblico. “Quark”, e tutte le trasmissioni nate come sue figlie naturali, è stato una di quelle realizzazioni televisive della Radio Televisione Italiana che non ci hanno fatto rimpiangere il pagamento del canone. Tecnologia, alimentazione, evoluzione dell’uomo, astronomia, medicina, fisica e tanto altro, raccontato con assoluta competenza attraverso le collaborazioni di illustri scienziati utilizzando, sempre, un linguaggio comprensibile a tutti.
Da quel momento, la Scienza, nelle sue millanta forme, diviene un patrimonio che tutti sentono loro.
Per certi versi ricordava un’altra, storica trasmissione della RAI, “Non è mai troppo tardi”. Nata nel 1960, in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione, durò quasi un decennio. Vedeva protagonista il maestro elementare Alberto Manziche insegnava a donne e uomini a leggere e a scrivere. Erano spesso persone che di giorno lavoravano nei campi, nelle fabbriche e che la sera seguivano le lezioni del maestro. Alberto Manzi è stato un divulgatore “ante litteram”, Piero Angela lo è poi diventato a pieno titolo, attraverso decenni di trasmissioni dove si davano risposte ai tanti perché della scienza.
Come nasce il titolo “Quark”
“Il titolo Quark è un po’ curioso e lo abbiamo preso a prestito dalla fisica, dove molti studi sono in corso su certe ipotetiche particelle subnucleari chiamate appunto quarks, che sarebbero i più piccoli mattoni della materia finora conosciuti. È quindi un po’ un andare dentro le cose. La prima volta che siamo andati in onda c’era ancora l’Unione Sovietica e si parlava di rifugi antiatomici. Nel 1981 nasceva anche il primo personal computer, mentre il telefonino e internet erano lontani. Andare in onda alle 21.35 significava essere già in seconda serata: in quella storica prima puntata portammo a casa un risultato di oltre 9 milioni di telespettatori“.
Sui quarant’anni di Quark, dice che non c’è una puntata che ama di più: “Sono come figli, impossibile preferirne una. Se dovessi guardare alla mia vita, non la cambierei: il lavoro mi ha permesso di incontrare tantissime persone e avere tante soddisfazioni dal pubblico”.
“Non sarà Alberto il mio erede”
Per quanto riguarda la sua pesante eredità professionale, non pensa che sarà raccolta da suo figlio, Alberto Angela: “Non mio figlio Alberto. Lui si occupa di altre cose, ha fatto anche lui divulgazione. Ha una formazione scientifica: si è laureato in scienze naturali, poi ha fatto il ricercatore per molte campagne di scavo in Africa e altrove. Ci sono dei giovani che stanno crescendo e che abbiamo arruolato in “Superquark+” per RaiPlay. I più bravi a fare divulgazione scientifica non sono coloro che hanno lauree scientifiche, ma i laureati in filosofia della scienza“.
Piero Angela racconta anche il suo primo incontro con la scienza: “Una delle prime occasioni di avvicinarmi alla scienza la ebbi quando mi regalarono l’Enciclopedia dei ragazzi, dieci bei volumi con un mobiletto contenitore. Il mio volume preferito, il più consunto, era quello dei Perché. Probabilmente lì è nato il piacere di capire“.
Nel 1994 gli astronomi Andrea Boattini e Maura Tombelli scoprirono un asteroide, cui diedero il nome “7197 Pieroangela” in suo onore.