I sintomi dell’avvicinamento al parto non sono sempre chiarissimi: se si tratta della tua prima gravidanza, in particolar modo, l’inizio del travaglio potrebbe non apparirti così lampante. Non sempre la cosiddetta “rottura delle acque” implica l’imminenza del parto, e le stesse contrazioni vanno distinte da quelle di Braxton Hicks. Come capire, allora, quando la gravidanza è agli sgoccioli e ci si deve recare in ospedale? Ecco a te tutti i sintomi dell’avvicinamento al parto che ti porteranno presto a conoscere il tuo bambino!
Sintomi dell’avvicinamento al parto: le prime contrazioni
Il primo tra i sintomi dell’avvicinamento al parto sono le contrazioni. Si tratta delle prime contrazioni, quelle che servono al tuo corpo per prepararsi al travaglio e che danno inizio alla cosiddetta “fase prodromica”, ossia la prima delle fasi del travaglio stesso.
Queste contrazioni sono piuttosto irregolari: il loro scopo è quello di determinare in maniera graduale la dilatazione, l’ammorbidimento e l’assottigliamento del corpo dell’utero, che consentiranno al tuo bambino di muoversi lungo il canale del parto per poter finalmente venire alla luce!
Nelle settimane di gravidanza precedenti al momento del travaglio avrai probabilmente avvertito le contrazioni di Braxton Hicks. Non preoccuparti: quando si presenteranno le contrazioni del travaglio vero e proprio saprai ben riconoscerle perché decisamente più dolorose. Il pancione, inoltre, diventerà più duro per un periodo di 30-90 secondi, per poi rilassarsi. Le contrazioni che segnano la prima fase dell’avvicinamento al parto potrebbero portarti dolori anche alla schiena o alle gambe, ma si tratta di un’esperienza sempre diversa da donna a donna.
Queste prime contrazioni, via via che il tempo scorre, si faranno sempre più vicine e regolari. Quando andare all’ospedale per il parto? Nel momento in cui le contrazioni arrivano a intervalli regolari di tre-cinque minuti da circa due ore. Se non si tratta della prima gravidanza, è bene invece recarsi in ospedale non appena le doglie si regolarizzano sul ritmo di una ogni tre-cinque minuti. La cosa migliore per ogni futura mamma, ad ogni modo, è sempre quella di ascoltare il proprio corpo!
La perdita del tappo mucoso
Un altro dei sintomi dell’avvicinamento al parto è la perdita del tappo mucoso: si tratta di un vero e proprio tappo presente per tutta la durata della gravidanza nel collo dell’utero, utile a proteggere l’utero stesso da eventuali infezioni. Quando il collo dell’utero si ammorbidisce e si dilata, il tappo mucoso viene espulso.
Potrai accorgerti di una sorta di perdita vaginale piuttosto vischiosa e biancastra, con qualche possibile striatura rosa. Alcune donne, tuttavia, non se ne accorgono neppure! Attenzione, però: l’aver perso il tappo mucoso non significa che il parto è imminente. Si tratta semplicemente di uno dei sintomi che dimostrano che il collo dell’utero si sta modificando per poter dare alla luce il tuo bambino. Inutile, quindi, prendere la borsa e recarsi in ospedale! Potrebbe esserci ancora da aspettare.
La rottura delle acque
Un altro dei sintomi da prendere in considerazione nelle ultime settimane di gravidanza è quello che viene comunemente definito come “rottura delle acque”, ma che sarebbe più proprio chiamare “rottura delle membrane”.
Si tratta infatti della rottura delle membrane del sacco che contiene il liquido amniotico: a seconda del punto in cui il sacco si è lacerato si potrà assistere a un vero e proprio getto di liquido amniotico, oppure semplicemente alla fuoriuscita di un filo d’acqua. Solitamente il liquido amniotico è di colore chiaro, con dei piccoli grumi, ma può dare anche sul verde. Capita spesso che la rottura delle acque segua immediatamente la perdita del tappo mucoso.
Nella maggior parte dei casi, la rottura delle acque avviene quando le doglie sono già iniziate, ma può anche succedere prima che si verifichino le contrazioni. In questo caso si tratterà di una rottura prematura delle membrane. Può succedere, anche se è molto raro, che un bambino venga al mondo ancora avvolto nel sacco amniotico: in questi casi non ci sarà alcun problema, anzi! Il bambino risulterà ancora più protetto nel momento del parto dagli agenti esterni.
Attenzione, invece, se la rottura delle membrane dovesse verificarsi prima della 37a settimana di gravidanza, o se il liquido amniotico dovesse presentarsi di colore verde scuro: in questo caso sarà bene recarsi subito al pronto soccorso.
Altri sintomi dell’avvicinamento al parto
Al di là di questi sintomi inequivocabili, è possibile che si presentino degli altri segnali che indicano l’avvicinamento del momento del parto: mal di schiena molto forte, diarrea, tremore e vertigini, problemi del sonno, forte senso di spossatezza. Non preoccuparti, è del tutto normale e dovuto agli ormoni: significa che il tuo bambino è sempre più vicino!
Quanto dura la fase prodromica e quando comincia il travaglio vero e proprio?
La fase prodromica può avere durate diverse, specie se si tratta di una prima gravidanza: potrebbe durare da qualche ora a diversi giorni! Non farti prendere dal panico, quindi, se avverti i primi sintomi di avvicinamento al parto, ma prova a riposare, a rilassarti con un bel bagno caldo, a stenderti a letto o sul divano concentrandoti sulla respirazione…
La fase del travaglio attivo avrà inizio quando il collo dell’utero raggiungerà una dilatazione di 10 centimetri. A quel punto il dolore delle contrazioni si farà sempre più forte e si ripresenterà ogni 10-5 minuti, poi ogni 2 minuti. Il dolore non colpirà solo la parte bassa dell’utero: le contrazioni interesseranno anche la parte più alta, per fare in modo che la testa del neonato venga spinta contro il collo dell’utero. Ecco che, finalmente, il momento della nascita si avvicina!
Per ulteriori informazioni scientifiche sui sintomi dell’avvicinamento al parto, puoi consultare il sito di Humanitas – San Pio X.