Ecco cosa non va nello scherzo de “Le Iene” a Natalia e Andrea

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Ieri sera è andato in onda su Italia 1 uno scherzo messo in scena dal programma “Le Iene”. E voi vi chiederete, che c’è di male? Lo show non è nuovo a questo tipo di contenuti, nè a questo tipo di polemiche. Perché, si sa, dove ci sono Le Iene, ci sono le controversie. Questa volta, però, ci si è spinti troppo oltre. Protagonisti dello scherzo, Natalia Paragoni e Andrea Zelletta, una coppia nata negli studi televisivi, precisamente durante il programma di Maria De Filippi “Uomini e Donne”. Quello che era stato pensato come un gioco è degenerato in un crescendo di violenza fisica e verbale, trasformandosi in uno spettacolo che nulla ha a che fare con l’intrattenimento. Non è trascorso molto tempo prima che gli utenti del web facessero sentire la propria voce, condannando in un coro unanime autori e protagonisti. Ma entriamo nel dettaglio e vediamo tutto ciò che c’è di sbagliato in questa messa in scena.

Un servizio di diseducazione in diretta tv

“Andrea, ma Natalia ti ama davvero? Per scoprirlo, lui fingerà di averla tradita”, è così che il narratore introduce lo scherzo, spiegandone l’intento. E allora vien da chiederci, il metro di giudizio con cui valutare se una persona ci ama veramente è dato dalla reazione di quest’ultima di fronte a un eventuale tradimento? Metodo davvero bizzarro. La stessa protagonista, Natalia, durante alcune stories postate sul suo profilo Instagram a seguito della messa in onda, scherza col fidanzato, facendo notare che ci sono altri modi, forse anche più adeguati, per avere questo tipo di conferme e noi non possiamo che assentire.

“Mamma, fatti i c***i tuoi”, frasi di questo tipo non sono passate inosservate. Tra le critiche, infatti, figurano molti attacchi al linguaggio scurrile utilizzato da Natalia nei confronti dei propri genitori. Certo, di fronte a situazioni delicate come questa, è piuttosto comune che una persona esploda in un impeto di rabbia, ma è bene cercare di farlo nel rispetto di chi ci troviamo di fronte, soprattutto se si tratta della propria famiglia.

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“Sei un pezzo di m***a”, calci, pugni, insulti, a cui si aggiungono una tirata di capelli e il lancio di un bicchiere d’acqua. È così che Natalia reagisce di fronte alla conferma di un avvenuto tradimento da parte del fidanzato. E allora ci viene da chiederci, come avremmo reagito se ciò fosse accaduto a parti inverse? Se fosse stato lui a trattare la fidanzata in questo modo? Saremmo tutti insorti gridando, giustamente, alla violenza di genere. Di fronte a uno spettacolo tanto riprovevole, sarebbe opportuno imparare a condannare la violenza a priori, senza fare distinzioni di sesso.

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“Mi ha fatto prendere la pillola”, questa è una tra le affermazioni esclamate da Natalia quando scopre che la finta amante di Andrea è al secondo mese di gravidanza. Cosa c’è di sbagliato in questa frase? Semplice, è l’ennesima conferma di un retaggio sessista per cui è l’uomo a imporre le proprie decisioni sulla sessualità della donna. Ognuna di noi è libera di proteggersi come meglio crede da gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili, ciò che conta è che lo faccia in piena autonomia, senza costrizioni o pressioni da parte di altri. L’uso di una costruzione causativa lascia intendere un certo grado di passitività da parte della ragazza di fronte a una scelta che riguarda il suo corpo. In una coppia è fondamentale comunicare, senza che il parere di uno sovrasti l’altro.

“Sei una p*****a!”, non è mai bello né giusto rivolgersi a un’altra donna utilizzando termini offensivi di questo tipo. No, nemmeno se si tratta dell’amante del proprio fidanzato. Spesso, infatti, si cade nell’errore di indirizzare tutta la propria rabbia sull’altra, quando l’unico vero responsabile è il partner, colui che, tradendo, è venuto meno al vostro impegno di fedeltà reciproca.

“Cosa vuoi dire al tuo fidanzato?”, chiede la Iena, dopo aver rivelato si trattasse di uno scherzo, e Natalia risponde: “Che adesso gli controllerò sempre di più il telefono”. Cogliamo l’occasione per fare chiarezza una volta per tutte: controllare il cellulare, il computer o il tablet dell’altra persona non è un comportamento sano né maturo, tutto il contrario. Sebbene spesso se ne rida, si tratta di un atteggiamento che denota mancanza di fiducia nel partner e violazione della privacy. Il consiglio è di stare insieme a qualcuno che non ci dia motivo di cadere in questa tentazione.

Infine, vien da chiederci: era davvero necessario portare questo “scherzo” fino in fondo, nonostante la ragazza fosse in preda a una crisi isterica? É questo il prezzo da pagare per avere qualche ascolto in più?

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