Fantascienza
, western, noir e metafora politica, mescolati a molto altro. È la formula di 1997: Fuga da New York – diretto da John Carpenter nel 1981 e stasera alle 21.00 su Iris. Un film che fa fatto epoca per set e trama da subito, diventando da subito una pietra di paragone per ogni esplorazione fanta-urbani del decennio, per esempio le atmosfere di Blade Runner.
Molto del fascino di 1997 Fuga da New York lo si deve però sia a Kurt Russell: ex teen idol Disney che con l’antieroe Jena Plissken – in originale Snake – tratteggia un personaggio epocale per carattere e anche per il look – benda sull’occhio, anfibi e pantaloni militari. E sia alla sceneggiatura che fotografa, con le dovute iperboli apocalittiche, la fine del sogno americano. Inscrivendo il film nel ristretto club di “opere che hanno saputo anticipare i tempi moderni”.
Il cinema prima di 1997. Fuga da New York
A metà degli anni 70 il “futuro” abbastanza distante – ma non troppo fantascientifico – su cui si potevano potevano proiettare tutte le angosce contemporanee erano gli anni Novanta. Allo svolta affascinante del nuovo millennio. Nell’immaginare dunque il 1997, e con in mano un budget considerevole dopo il successo di Halloween, Carpenter crea un mondo fortemente influenzato dall’America nel 1981, reduce dal Watergate e ipercriminalizzata.
Un deterioramento che non ha niente di luminoso e progressista, bensì è un’inferno di polizia e controllo. Con l’intera isola di Manhattan trasformata in una prigione di massima sicurezza a cielo aperto, dove la feccia peggiore ha creato una società parallela poiché libera di circolare tra ruderi e strade. Proprio in mezzo a quell’incrocio di grattacieli precipita a una certo punto l’aereo del presidente degli Stati Uniti – e la missione impossibile di salvarlo viene affidata all’ex militare Jena Plissken.
La trasformazione di Kurt Russell
Leggenda narra che al momento di morire le ultime parole di Walt Disney siano state “Kurt Russell”. Pare materia di Hollywood Babilonia, eppure sul giovane quindicenne che aveva recitato nel film I ragazzi di Camp Siddons, il mogul puntava moltissimo. E in effetti Kurt avrebbe continuato a comparire in altri classici per ragazzi, come Il computer con le scarpe da tennis e L’uomo più forte del mondo (del 1975). Ma proprio quando il destino per lui sembrava quello di volto della casa di Topolino da lì all’eternità, ecco spuntare Carpenter.
Che dà all’immagine acqua e sapone di Kurt il makeover definitivo, sostituendola con il rinnegato Jena Plissken. Un cambio shock a cui corrisponde però l’ingresso nella leggenda, con una fanbase tutta nuova. Molto più cool. Come se in un altro futuro dispotico Pollyanna diventasse Black widow. Con John Kurt tornerà a collaborare più volte: nel 1982 con La cosa; nel 1985 con Grosso guaio a Chinatown e nel 1996, con il sequel in cui torna Jena: Fuga da Los Angeles. Sono decenni che si favoleggia un remake di 1997, e qualche settimana fa sembrava proprio che le trattative si stessero concludendo. Ma ci dovrebbe essere il nuovo Jena? Ebbene, secondo indiscrezioni qualcuno con lo stesso dna: Wyatt Russell, figlio di Kurt e Goldie Hawn.
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