10 nuovi libri da leggere ad Aprile

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Se siete in cerca di nuovi libri da leggere, abbiamo la risposta. Thriller, noir o storie d’amore: ecco le nuove uscite da non perdere ad Aprile

I consigli sui nuovi libri da leggere sono materiale prezioso tutto l’anno, ma mai come ora adesso.

** 4 trucchi psicologici per sopravvivere alla quarantena senza impazzire **

In questi giorni in cui siamo costretti in casa un libro appena uscito da divorare può essere davvero d’aiuto.

** 30 attività da fare a casa per passare il tempo in quarantena **

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Sfruttiamo il tempo che abbiamo a disposizione nel migliore dei modi, abbandonandoci all’evasione che solo la lettura di un bel romanzo può regalare.

Dai thriller ai noir, dai romanzi d’amore a quelli d’avventura, ce n’è per ogni genere, gusto, mood e personalità.

**6 profili da seguire su Instagram per (ottimi) consigli sui nuovi libri da leggere**

Ecco 10 nuovi libri bellissimi da leggere ad Aprile

(Nel caso ve li foste persi, questi erano i nostri consigli sui libri da leggere a Marzo).

(Continua dopo la foto)

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Il rifugio, di Tana French

Patrick Spain e i suoi due bambini vengono ritrovati morti in un complesso residenziale mezzo abbandonato.

Intanto Jenny, la madre, è in fin di vita. A occuparsi delle indagini è Mick “Scorcher” Kennedy che inizialmente penserà alla soluzione più ovvia: un padre travolto dai debiti e dalla crisi ha tentato di uccidere la famiglia e si è tolto poi la vita. Eppure qualcosa non torna: telecamere nascoste nell’appartamento, file cancellati su uno dei computer…

Se volete un thriller mozzafiato che vi terrà incollati alla pagina dall’inizio alla fine, allora Il rifugio di Tana French è il titolo che fa per voi.

Un giallo dalle tinte forti che racconta uno spaccato di recessione venato di sangue.

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I cerchi nell’acqua, di Alessandro Robecchi

Ghezzi e Carella sono i due poliziotti protagonisti di tanti capitoli della saga noir e thriller firmata da Alessandro Robecchi.

Anche I cerchi nell’acqua li vedono in prima linea, intenti a indagare su casi molto particolari.

Ghezzi cerca uno scassinatore che è sparito lasciando un sinistro messaggio alla sua amante, una ben conosciuta da quella che si chiamava una volta la Buoncostume… Carella intanto se la gode tra macchinone e locali di dubbio perbenismo, così il vicequestore Gregori incaricherà proprio Ghezzi di indagare sul collega.

Nel frattempo un misterioso omicidio tiene occupati tutti: un antiquario molto rinomato, trovato senza vita.

L’ideale per chi vuole un bel poliziesco pieno di azione e malinconia, degno della migliore tradizione del noir americano ma ambientato in una Milano fredda e metallica.

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Finché il caffè è caldo, di Toshikazu Kawaguchi

Finché il caffè è caldo di Toshikazu Kawaguchi è una chicca tutta da gustare, esattamente come il buon caffè caldo messo a titolo.

In Giappone c’è una caffetteria speciale, aperta da più di cento anni su cui circolano innumerevoli leggende.

Si dice che, dopo esserci entrati, non si sia più gli stessi. Si racconta che bevendo il caffè sia possibile rivivere il momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si è detta l’unica parola che era meglio non pronunciare, si è lasciata andare via la persona che non bisognava perdere.
E, soprattutto, si narra che con un semplice gesto tutto possa cambiare. Ma c’è una regola ferrea da rispettare: bisogna assolutamente finire il caffè prima che si raffreddi.

Non tutti hanno il coraggio di entrare nella caffetteria, ma qualcuno decide di sfidare il destino e scoprire che cosa può accadere. Tra quelli che si siedono davanti a una tazza fumante c’è Fumiko, la ragazza che non è riuscita a tenersi il ragazzo che amava. C’è Kòtake, la donna che insieme ai ricordi di suo marito crede di aver perso anche se stessa. Hirai che non è mai stata sincera fino in fondo con la sorella. Infine Kei, madre che cerca di raccogliere tutta la forza che ha dentro per essere un buon genitore.
Ciascuno di loro ha un rimpianto. Ognuno sentirà riaffiorare un ricordo doloroso. Ma tutte scoprono che il passato non è importante, quello che conta è il presente. La vita, come il caffè, va gustata sorso dopo sorso, cogliendo ogni attimo.

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L’apprendista, di Barbara A. Shapiro

L’apprendista di Barbara A. Shapiro è ambientato a Parigi nell’estate del 1922 e ha come protagonista la giovane Paulien Mertens, il cuore a pezzi e duecento franchi in tasca.

Diseredata e ripudiata dai genitori a causa della truffa finanziaria messa in atto dal suo fidanzato George Everard (che ha condotto le Fabbriche tessili Mertens della sua famiglia sull’orlo della bancarotta), Paulien vaga per la città chiedendosi come riuscirà a dimostrare la propria innocenza e a restituire al padre almeno una piccola parte di ciò che ha perso.

Si taglia i capelli e cambia il proprio nome in Vivienne Gregsby, dopodiché decide di sfruttare le sue competenze nel campo dell’arte per rientrare in possesso della collezione di dipinti post-impressionisti di suo padre e ottenere così il perdono.

Diventerà l’assistente del dottor Edwin Bradley, collezionista d’arte americano che ambisce a creare un museo a Philadelphia. Vivienne dovrà accompagnarlo nelle sue visite agli studi degli artisti, fargli da interprete, da segretaria, aiutarlo a fissare gli appuntamenti e a prendere accuratamente nota delle transazioni. Un lavoro che la giovane accetta con entusiasmo perché così potrà incontrare gli artisti i cui dipinti la emozionano di più. Fra questi c’è anche il mitico Henri Matisse, pittore cult che con la sua barba folta, lo sguardo intelligente e uno charme pazzesco non mancherà di fare breccia nel suo cuore. Ma il suo lavoro ha anche molti rischi, come pagina dopo pagina si scoprirà…

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La donna mancina, di Peter Handke

Nel salotto vuoto di Marianne risuonano ogni notte le parole della stessa canzone, The Left-Handed Woman:Vederti in un continente straniero / io vorrei / perché finalmente in mezzo agli altri / ti vedrei sola…

Sono versi che evocano il destino di solitudine scelto dalla protagonista.
La mattina dopo aver passato una notte d’amore con il marito Bruno, appena rientrato da un viaggio di lavoro, senza alcun motivo apparente decide di lasciarlo. Rimasta nella sua casa con il figlio di otto anni, Marianne può cominciare una nuova vita e riprendere il lavoro da traduttrice.

Una storia che narra di una donna che, attraverso un isolamento desiderato ma al contempo sofferto, tenta di trovare se stessa. Diciamo che in questo periodo di clausura forzata a causa dell’emergenza Coronavirus è una narrazione in cui rispecchiarsi.

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Le cose da salvare, di Ilaria Rossetti

Le cose da salvare di Ilaria Rossetti è un romanzo che emoziona straziandoti, mettendoti di fronte alla domanda: cosa salveresti se avessi pochi minuti per fuggire dalla tua casa?

Quello che succede al sessantaquattrenne Gabriele Maestrale è proprio questo. Il Ponte è appena crollato, lui è affacciato alla finestra della cucina e osserva incredulo la voragine che si spalanca ai piedi del suo condominio.
Dal baratro si levano grida. Voci angosciate echeggiano nella tromba delle scale.

Durante la loro corsa a precipizio, alcuni si fermano a picchiare alla sua porta: “Forza, raccolga quel che può e scenda, qui potrebbe venire giù tutto!”.

Gabriele, però, non riesce a muoversi, preda di un dilemma che non lo fa respirare: quali sono le cose da salvare? Gli oggetti utili, prima di tutto: il portafogli, i documenti, la giacca, un paio di scarpe. Poi, forse, le fotografie, il cellulare, il libretto degli assegni, quel romanzo di Pavese appartenuto a Elisabetta, prima che se ne andasse.

Che cosa salvare di una vita intera quando tutto crolla? Incapace di decidere che cosa portare con sé, Gabriele si lascia cadere sul divano e non si alzerà. Non si alzerà nemmeno all’arrivo dei vigili del fuoco, della polizia, di chiunque venga a intimargli di abbandonare la sua casa e mettersi al sicuro.

Un anno dopo, la giornalista Petra Capoani viene incaricata dal direttore del giornale per cui lavora di scrivere la storia dell’uomo che dal crollo del Ponte vive asserragliato nella propria casa. 

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Caffè Voltaire, di Laura Campiglio

Caffè Voltaire di Laura Campiglio ha come protagonista Anna Naldini, giornalista che conosciamo nelle prime pagine proprio nel giorno del suo trentacinquesimo compleanno. Si sentirà arrivata a un bivio, a un punto di non ritorno in cui dal fare progetti si deve passare a fare bilanci.


Perderà proprio in quel giorno speciale la più importante tra le otto collaborazioni precarie su cui poteva contare: il lavoro di reporter per “La Locomotiva”, quotidiano di sinistra per antonomasia.

Non si scoraggia e, dopo una bevuta di festeggiamento, si rimetterà in gioco dal tavolino del Caffè Voltaire, il suo bar di riferimento. Sarà il giornale più a destra del paese a proporle di seguire una campagna elettorale che si preannuncia agguerritissima dopo l’improvvisa caduta del governo.

Perfetto, se non fosse che “La Locomotiva” la richiama: ad Anna non resta che celarsi dietro due pseudonimi – Voltaire e Rousseau – e gettarsi nell’agone politico, prestandosi a un doppio gioco in cui vero e falso si confondono sempre di più. Tra slogan elettorali, scorrettezze di bassa lega, fake news e incontri romantici, Anna si renderà conto che fare la cosa giusta non è facile come sembra.

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L’inverno più nero. Un’indagine del commissario De Luca, di Carlo Lucarelli

Torna un Carlo Lucarelli da leggere tutto d’un fiato, quello che firma L’inverno più nero. Un’indagine del commissario De Luca.

Ambientato nella Bologna del 1944 con la città occupata e ferita dai bombardamenti, vede guerriglia partigiana e Brigate Nere che si scontrano. Ma quest’ultime risponderanno ai partigiani con tale ferocia da mettere in difficoltà lo stesso comando germanico.

Anche per il commissario De Luca, ormai inquadrato nella polizia politica di Salò, quei mesi equivalgono a un inesorabile sprofondare all’inferno.

Verranno ritrovati tre cadaveri e De Luca dovrà indagare su altrettanti casi di omicidio, per conto di tre committenti diversi e con interessi contrastanti.

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Uomini color cielo, di Anais Llobet

Nei primi giorni dell’estate del 2017, un liceo dell’Aia è il bersaglio di un attentato terroristico. Due bombe sotto i tavoli della mensa del liceo provocano la morte di ventidue studenti e di due professori.

I sospetti si concentrano su un alunno ceceno, Kirem, ombroso, asociale e molto religioso, e su suo fratello Omar che invece è aperto, integrato, occidentale nello stile di vita e segretamente omosessuale.

Dell’attentato viene accusata anche la loro professoressa di russo, Alissa, cecena come loro, da sempre attenta a nascondere la propria identità così come la propria fede religiosa musulmana, desiderosa di integrarsi nella società olandese.

Verrà accusata di non essersi accorta della radicalizzazione dei suoi studenti. Ma in realtà colpevoli, dinamica e moventi dell’attentato resteranno a lungo misteriosi, in un susseguirsi di colpi di scena, omissioni e testimonianze.

Uomini color cielo è un romanzo che si muove come un serrato racconto poliziesco. I pezzi della storia si incastrano gradualmente, seguendo l’alternarsi delle voci dei suoi protagonisti, da Omar ad Alissa e a Kirem. 

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Sete, di Amélie Nothomb

Sete di Amélie Nothomb ha come protagonista la figura più universalmente nota al mondo occidentale: Gesù Cristo. Dopo il processo e il giudizio di Pilato, Gesù trascorre la sua ultima notte in cella, profondamente afflitto dalle testimonianze dei suoi miracolati. “Non lo ripeterò mai abbastanza: avere un corpo è quanto di più bello possa mai capitare” affermerà, parlando in prima persona in un romanzo scritto come se fosse una preghiera urlata.

Un tributo alla vita, un inno alla fragilità dell’uomo, alla gioia del corpo, all’abbandono dei sensi, alla paura, alla sofferenza, alla compassione. E a quella strana cosa che si chiama amore.

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