I tumori femminili sono quelli che colpiscono specificatamente le donne, ossia i tumori al seno e ai genitali femminili (cosiddetti tumori ginecologici). Seconde le stime più aggiornate, in Italia nel 2018 è stato diagnosticato il tumore a circa 178.000 donne.
Quali sono i tumori più frequenti? Primo tra tutti quello al seno, che in Italia colpisce il 29% del totale, seguito da quello del colon-retto (13%), del polmone (8%), della tiroide (6%) e del corpo dell’utero (5%). Il tumore al seno rimane il più frequente anche se si conidera l’insieme dei tumori che colpiscono sia uomini che donne.
Fortunatamente le diagnosi precoci e le terapie sempre più efficaci permettono oggi una maggiore possibilità di sopravvivere ai tumori, anche a quelli femminili: a 5 anni dalla diagnosi, sono vive l’87% delle donne colpite da neoplasia al seno, il 77% di quelle che hanno affrontato un tumore al corpo dell’utero, il 68% di chi ha avuto un cancro della cervice uterina, il 40% delle donne cui è stato diagnosticato un tumore dell’ovaio.
I progressi della ricerca sono importantissimi e vanno sostenuti. Prima di arrivare a capire cosa puoi fare per la tua salute e per quella di tutte le donne, approfondiamo insieme quali sono i tumori femminili, le cause e i fattori di rischio, i metodi di prevenzione più efficaci e il rapporto con fertilità e gravidanza. Intanto – a proposito di prevenzione – ecco a te un video per imparare l’autopalpazione al seno:
Quali sono i tumori femminili e quali sono i più frequenti?
I tumori femminili, come dicevamo, sono quelli specifici del genere femminile, e appartengono a due categorie: tumore al seno e tumori ginecologici. Il tumore al seno colpisce 1 donna su 8 e solo il 5-7% è di carattere ereditario. Esistono 4 diversi sottotipi di tumore al seno: due che dipendono da ricettori degli ormoni (estrogeni, ER e progesterone, PR), un terzo che dipende da un recettore per un fattore di crescita (detto HER2) che promuove la proliferazione delle cellule tumorali (rappresenta il 20% dei casi) e il quarto, il più aggressivo, il cosiddetto triplo negativo, che invece non dipende da nessuno dei fattori sopracitati in quanto le cellule tumorali non presentano nessuno di questi recettori rendendole particolarmente difficili da trattare perché prive di possibili bersagli terapeutici. In base allo stadio della malattia, si parlerà poi di stadio 0, I, II, III e IV. Grazie ai progressi della scienza, ben l’80% delle donne colpite da tumore al seno oggi sono vive a 10 anni dalla diagnosi. I tumori ginecologici sono diversi. C’è il tumore del corpo dell’utero, il più frequente tra i tumori dei genitali femminili, che si sviluppa per lo più dalle cellule dell’endometrio. Il tumore della cervice uterina (o del collo dell’utero), invece, si può classificare in carciroma a cellule squamose (il più frequente) o adenocarcinoma (il 15%), ed è associato ad alcuni ceppi di papillomavirus. Rispetto ad altri tipi di tumore, il tumore della cervice uterina può essere precocemente diagnosticato, con varie metodologie di screening, rendendolo pertanto anche ben curabile. Il tumore dell’ovaio è maligno solo nel 15-20% dei casi, mentre la maggior parte delle volte si tratta di forme benigne come cisti ovariche o è il cosiddetto “borderline” perché ha una forma di malignità intermedia. La maggior parte di questi tumori si origina dalle cellule che rivestono l’ovaio, e circa il 10-20% dipende dalla mutazione dei geni BRACA1 e BRACA2. Il tumore della vulva e della vagina, infine, nel 90% è un carcinoma a cellule squamose e rappresenta circa il 5% delle neoplasie dei genitali femminili.
Quali sono le cause e i principali fattori di rischio dei tumori femminili ai genitali o al seno?
I tumori femminili possono dipendere da fattori di rischio non modificabili (ad esempio fattori ormonali o relativi alla mutazione genetica, es. BRACA1 e BRACA2), ma allo stesso tempo utili per fare una prevenzione e diagnosi efficace, o da altri, invece, su cui è possibile intervenire, mettendo da parte cattive abitudini e migliorando il proprio stile di vita. Il fumo, ad esempio, è un fattore di rischio altissimo e non soltanto per il tumore ai polmoni, ma anche per quello al seno, all’ovio e alla cervice uterina. Smettere di fumare è fondamentale per prevenire l’insorgenza di tumori! Anche l’obesità rappresenta un fattore di rischio importante. In Europa si stima che il 9% dei tumori femminili sia causato dall’obesità. I dati dimostrano che la possibilità di sviluppare un cancro al seno è nettamente superiore nelle donne obese dopo la menopausa. Come se non bastasse, l’obesità rende anche meno efficaci le cure. Un altro fattore di rischio è la sedentarietà: la mancanza di movimento sarebbe causa dell’insorgere del 9-19% dei tumori. Un ultimo fattore, infine, sono i virus, e tra questi in particolare alcuni ceppi del papillomavirus (HPV), trasmessi per via sessuale: nelle donne possono provocare, tra gli altri, il cancro alla cervice uterina, alla vulva, alla vagina. Fortunatamente oggi esistono dei vaccini che aiutano a prevenire la malattia.
Quali sono i metodi di prevenzione più efficaci?
I metodi di prevenzione dei tumori femminili si distinguono in primari e secondari. Nella prevenzione primaria rientrano le vaccinazioni specifiche contro lo sviluppo dei tumori e l’adozione di uno stile di vita sano. Se quest’ultimo venisse adottato sin da babini, si stima che in Italia oggi sarebbe possibile evitare circa il 40% dei tumori!
Il vaccino contro il papillomavirus è offerto gratuitamente nel nostro Paese all’età di dodici anni. Si può comunque richiederlo anche da adulti (fino ai 45 anni), ma è meglio parlarne col proprio medico di fiducia. Se la copertura vaccinale arrivasse a coprire il 95% della popolazione, s’interromperebbe la catena del contagio!
Per il fumo, come dicevamo, meglio non cominciare affatto, altrimenti è consigliato smettere il prima possibile: chi smette di fumare a qualsiasi età riduce del 30-40% la possibilità di morire per cancro!
Tra le regole di uno stile di vita sano, c’è anche una corretta alimentazione. Tenere sotto controllo il proprio peso è fondamentale, così come limitare il consumo di alcol, carni rosse lavorate, bevande zuccherate, cibi confezionati ricchi di grassi, zuccheri e amidi. Vanno invece privilegiati i cereali integrali, i legumi, la frutta e la verdura. Ecco a te, nel nostro album, alcuni cibi consigliati contro il tumore al seno:
Anche l’esercizio fisico è importantissimo per la prevenzione del tumore. Chi lo pratica con regolarità abbassa del 7% le possibilità di contrarlo! Per i tumori femminili, poi, la percentuale è anche superiore: l’attività sportiva regolare riduce del 21% la possibilità di essere colpite da tumore all’endometrio e del 10% quella di contrarre tumore al seno. Non serve essere delle atlete: basta circa una mezzora/un’ora di attività aerobica moderata-intensa al giorno, almeno 5 volte a settimana
La prevenzione secondaria, invece, è quella che permette di individuare lesioni premaligne, asportabili prima che si sviluppi il cancro, e tumori allo stadio inziale, che è quindi possibile trattare con più possibilità di successo. Il nostro Sistema sanitario nazionale offre gratuitamente tre programmi di screening: la mammografia per il tumore al seno (da effettuare ogni 2 anni per le donne tra i 50 e i 69) e il Pap test per il tumore alla cervice uterina (ogni tre anni per le donne tra i 25 e i 64), da associarsi al test HPV, da ripetere ogni 5 anni.
Tumori femminili: fertilità e gravidanza
Le cure contro i tumori femminili possono compromettere la fertilità di una donna. Per questa ragione è importante che le donne giovani si affidino a centri oncologici con un team specializzato, capace di offrire entro 48 ore dalla diagnosi una consulenza strategica per proteggere la fertilità.
Esistono protezioni farmacologiche, la possibilità di congelare gli embrioni o gli ovociti o, ancora il tessuto ovarico, oppure forme di chirurgia di conservazione della fertilità. Grazie ai risultati di uno studio realizzato col sostgno di AIRC, si è dimostrata ad esempio molto efficace l’uso della triptorelina per proteggere la fertilità: dopo i trattamenti, le donne hanno ricominciato regolarmente ad evere il ciclo.
Nel caso in cui un tumore venga diagnosticato durante una gravidanza, oggi si è dimostrato che le possibilità di sopravvivenza sono le stesse per le donne non incinte. La gravidanza, infatti, non aggrava il tumore e ci si può sottoporre alle terapie a partire dal secondo trimestre.
I rischi che corre il bambino sono limitati, legati soprattutto alla possibilità di parto prematuro o basso peso alla nascita. Ogni donna deve essere informata su questi aspetti e sostenuta sul piano psicologico prima di decidere se interrompere o meno la gravidanza.
Cosa puoi fare per la tua salute e per aiutare la ricerca?
Se ti stai domandando cosa puoi fare per prevenire i tumori femminili, è presto detto! Per prevenire il tumore al seno fai il giusto controllo a ogni età: tra i 30 e i 40 la visita annuale dal ginecologo; tra i 40 e i 50 gli esami specifici in caso di familiarità; tra i 40 e i 70 la mammografia ogni 2 anni. Inoltre non fumare, fai attività fisica, scegli un’alimentazione equilibrata e ricca di vegetali e se sei o sarai mamma e ci sono le condizioni, prosegui l’allattamento del bambino fino a 6 mesi e oltre. Fai poi attenzione ai campanelli d’allarme, ossia la presenza di un nodulo, rossore e ispessimento della pelle attorno al capezzolo, modifiche della forma del capezzolo, perdita di sangue, siero o latte, tumefazione ascellare. Per i tumori ginecologici, invece fai Pap-test e HPV test dall’inizio della tua attività sessuale fino ai 70 anni, ogni 3 anni, e ricorda la tua visita annuale dal ginecologo. Se hai una figlia tra gli 11 e i 12 anni vaccinala contro l’HPV! È importante poi la prevenzione quotidiana: anche in questo caso non fumare, fai sport, mangia sano e limita le possibilità di infezioni con l’uso del preservativo.
Inoltre, un aspetto fondamentale è sostenere la ricerca. attraverso donazioni o rispondendo alle molte iniziative che AIRC propone durante l’anno.
In occasione della festa della mamma ad esempio, AIRC permette di dare il nostro contributo con un semplice gesto: acquistare una azalea, fiore simbolo della festa della mamma e della ricerca sui tumori delle donne, a fronte di una donazione di 15 euro.
Quest’anno, per ovvie ragioni, non verranno distribuite in piazza dai volontari AIRC, ma le si potrà ordinare solo su Amazon.it a partire da lunedì 27 aprile 2020 e riceverle direttamente a casa grazie al contributo di Banco BPM.
Non solo però, come anticipato, è possibile garantire la continuità del lavoro prezioso e fondamentale dei ricercatori AIRC anche attraverso una donazione:
• con tutte le carte di credito su airc.it o chiamando un operatore AIRC al numero verde 800 350 350 (attivo dal lunedì al sabato dalle ore 8.30 alle 19.30)
• chiamando il 45521 da telefono fisso per donare 5 o 10 euro o inviando sempre al 45521 uno o più SMS del valore di 2 euro
• Banco BPM con bonifico bancario IT63R0503401633000000007226, per i clienti presso tutti gli sportelli bancomat abilitati e attraverso home banking.
Le informazioni sono state fornite da AIRC
Testo corretto e rivisto da Carlotta Giorgi, ricercatrice presso il Dipartimento di Morfologia, Chirurgia e Medicina Sperimentale dell’Università di Ferrara.