Se per saloni e centri estetici si prevede una ripartenza dilatata, sia nei tempi che nei modi e con una lunga serie di nuove attenzioni igienico-sanitarie da osservare (disinfezione di tutti gli strumenti e le postazioni tra un cliente e l’altro, così come di distanze di sicurezza tra cliente e cliente e dispositivi di protezione per i professionisti), il lato vendite e commercio beauty si chiede che ne sarà dopo questa cris globale.
WWD ha condotto un’analisi e tracciato alcune ipotesi prendendo a esempio proprio la Cina, dove la vita e il commercio stanno lentamente tornando alla normalità dopo più di due mesi di lockdown totale.
Cosa ne sarà del settore, per quando si prevedono le riprese? E come cambieranno le nostre routine d’acquisto, di trucco e di accesso ai servizi?
L’online è il “salvagente”
«La bellezza ha sofferto un po ‘meno di altri settori, soprattutto nel segmento del lusso» ha raccontato a WWD Felicia Schwartz, fondatrice e direttrice di China Insight, società di consulenza con sede a Londra e Pechino. Uno dei motivi è che la bellezza in Cina è già enormemente digitale, con altissime quote di acquisti online. Gli e-commerce «possono facilmente generare dal 20% al 40% delle vendite di un brand di bellezza in Cina», ha aggiunto Jason Yu, amministratore delegato Kantar Worldpanel.
Le perdite non sono ancora ben quantificabili in numeri su un settore che solo in Asia muove 66 miliardi di dollari con un andamento al +9% circa fisso l’anno, ma è probabile che sarà proprio il canale di vendita online a “tamponare”, anche in Europa e America – a patto di saperlo nel frattempo potenziare e valorizzare – parte delle perdite al dettaglio dei negozi fisici, che hanno perso le festività chiave del capodanno cinese, della festa della donna e di San Valentino.
Quanto ci vorrà per riprendersi?
Nessuno può dirlo con certezza, ma, in Cina, considerato lo sblocco precedente rispetto al resto del mondo e la portata del settore cosmetico, gli analisi ipotizzano che «le attività commerciali potrebbero tornare alla normalità entro luglio», ha affermato Michael Nolte, direttore creativo di BeautyStreams. Ma attenzione, si parla appunto di Asia.
Nel resto del mondo, vista anche l’incidenza di import ed export (molte aziende che acquistano materie prime dall’estero trovano ora interrotta la catena di approvvigionamento), «gli scambi internazionali saranno ridotti almeno fino alla fine del 2020, aggiungendo complicazioni e rallentamenti nell’intero business beauty mondiale» riporta WWD.
Trucco e skincare sotto la mascherina
Se in passato il rossetto è stato un fattore chiave per la cosmesi in ogni periodo storico di crisi, sia dopo la Prima che la seconda Guerra Mondiale, non è detto che potrebbe ripetersi anche ora: le labbra saranno nascoste sotto la mascherina per qualche tempo.
Indosseremo mascherine per diversi mesi. Così, è prevedibile «aumenteranno le richieste di skincare lenitivi e rinfrescanti per l’estate, e di make up long lasting ma traspirante» aggiunge Amy Tan, team director Ifop Asia.
Già in picco di crescite, in Cina, prodotti per il contorno occhi e make up occhi, d’altronde, l’unica parte del viso esposta e da valorizzare.
Diventeranno un segmento solido i prodotti per le mani, tra igienizzanti e creme riparatrici.
E la ripresa aiuterà lo skincare perché, dicono gli esperti del settore, il tempo trascorso a casa ha indotto molte a dedicare più tempo per la cura della pelle, cosa che resterà una buona abitudine anche a fine lockdown.
Addio tester, è ora dei cucchiaini
Addio tester e prodottini da provare e riporre sui banconi in profumeria. Bisognerà ricorrere a piccoli samples monouso, oppure a flaconi con erogazioni più sicure e “contactless” come gli spray, possibilmente con tecnologie antibatteriche incluse. Probabile anche qualche timore riguardo alle tradizionali texture in crema: metterci il dito non sarà più un gesto da fare con leggerezza. Potrebbero così diventare di moda cucchiaini e bastoncini usa e getta o da disinfettare ad ogni applicazione, anche a casa.
Puntare sui brand nazionali
Il trampolino di lancio per la ripresa saranno sicuramente i marchi di bellezza nazionali. «I cinesi stanno prediligendo l’acquisto di marchi cinesi con il desiderio di supportare i connazionali che hanno dato un grande contributo nella lotta contro il virus» ha spiegato Amy Tan, team director e responsabile qualitativo Ifop Asia. L’Italia, a solidarietà, sarà imbattibile.
Boom di wellness e integratori
Michael Nolte, direttore creativo di BeautyStreams, scommette che «ci sarà una crescente attenzione su un nuovo stile di vita sano ed equilibrato, e sul wellness, incluse pratiche come fitness, yoga e meditazione, privilegiando come ci si sente piuttosto che l’aspetto esteriore». La cosmesi ci andrà a braccetto, rinforzando il legame già evidente tra i due settori.
Già dato per scontato un boom di richieste per gli integratori che aumentano l’immunità. «In Cina già tornano alla ribalta tutti gli ingredienti della medicina tradizionale cinese e rituali ad essa ispirati».
Più formule “green” e controlli
«Sicurezza e provenienza diventeranno argomenti ancora più importanti di quanto non siano, con conseguenti maggiori richieste di trasparenza nelle catene di approvvigionamento e produzione» continua Nolte.
Il Coronavirus sensibilizzerà molti, soprattutto le giovani generazioni, al consumo ecologico e al problema della sostenibilità, il che significa che «i prodotti con elementi ecocompatibili otterranno maggiori preferenze e probabilità di successo» . Così, la sostenibilità e la produzione etica saranno enormi opportunità di ripresa. Non resta che aspettare.
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