The Social Distance Project, lo sguardo irresistibile sulla quarantena degli altri

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Man self isolating at home

Tutto è iniziato con un tweet

: «Se stai condividendo con qualcuno la quarantena e pensi che questa esperienza ti farà crollare, inviami un’e-mail su gmail dot com». 

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Storie dalla quarantena

Pochi giorni dopo, Meg Zukin, scrittrice e social media manager di Variety, quell’invito a raccontare la propria storia l’ha trasformato in “The Social Distance Project”, un sito (c’è anche il canale Instagram) su cui raccoglie le storie anonime di coppie, familiari e amici costretti in isolamento a causa del Coronavirus.

Quanto è difficile la convivenza

Per la maggior parte le storie sono divertenti e profondamente riconoscibili: troviamo la ragazza che ha scoperto, tramite Zoom, che il suo ragazzo la stava tradendo. La madre single con la figlia di 12 anni che è disperata di non vedere il suo ragazzo. Poi ci sono coppie che si sono lasciate ma, dovendo rispettare le regole della quarantena, sono intrappolate insieme in piccoli appartamenti.

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Nato per gioco e poi…

Il Social Distance Project è nato per gioco, ma poi si è trasformato: «Quando ho iniziato a ricevere da 10 a 20 e-mail – racconta Zukin –  ho pensato, ok, il progetto ha riscosso interesse, è chiaramente in sintonia con le persone. Forse dovrei farne qualcosa». 

Ed è cosi che ha preso la forma anche di un progetto benefico che incoraggia, infatti, all’azione con donazioni a enti di beneficenza, come banche alimentari e ospedali negli Stati Uniti. C’è da dire che la solidarietà non è mancata: nel giro di pochi giorni, afferma Zukin, sono stati raccolti quasi $ 6.000.

Tutte le storie sono state raccolte sul sito e sono  leggibili per tutti. Dal sito è ovviamente possibile anche fare la donazione

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