PSICOLOGIA DELLA CASA: convivere serenamente ed essere produttivi in casa al tempo del Covid

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Le misure restrittive connesse al Coronavirus che ci hanno accompagnato in questo ultimo anno hanno portato grandi cambiamenti nelle nostre abitudini connesse all’abitare.  

Per molti di noi, la casa è passata da essere un rifugio in cui ritirarsi alla sera, dopo una giornata trascorsa fuori, a diventare una “compagna di vita” quasi costante. 

Questa “nuova normalità” ha portato a conseguenze importanti anche nella gestione delle relazioni con coloro che abitano con noi. Da una parte trascorriamo molto più tempo a casa con familiari o coinquilini, con cui prima condividevamo solo alcune ore; dall’altra, con il diffondersi dello smartworking, ogni abitante porta dentro le mura domestiche il proprio mondo sociale (colleghi, amici, compagni di scuola, ecc.) attraverso le videochiamate. 

Il risultato? C’è il rischio che i nostri spazi si affollino, generando mancanza di privacy, stress e tensioni, soprattutto se gli ambienti che abbiamo a disposizione sono limitati.

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Non sappiamo che cosa ci riserverà il futuro, ma questa situazione contestuale ha fatto emergere, per coloro che abitano insieme, almeno due esigenze che occorre considerare. Da un lato quella di riorganizzare gli spazi casalinghi nella direzione di una maggior praticità e intimità, dall’altro quella di lavorare su di noi per sviluppare sempre di più le nostre abilità di comunicazione e di relazione, per appianare efficacemente le possibili tensioni dovute alla condivisione forzata di spazi e vivere una vita familiare più serena.

In questo articolo vediamo alcuni spunti in questa direzione.

1. Confini sani

Una ricerca svolta a settembre 2020 sul rapporto che le persone hanno con l’ambiente domestico ha mostrato come la privacy, ovvero poter disconnetterci, riflettere e scegliere quando interagire con gli altri, sia uno dei nostri bisogni fondamentali, soprattutto in un periodo come questo. 

È essenziale quindi imparare a stabilire con i nostri conviventi dei confini sani e far loro notare quando questi non vengono rispettati.

2. Angoli personali

Una prima cosa che si può iniziare a fare in questa direzione è lavorare sui nostri ambienti organizzando dei corner per ciascun membro della famiglia o abitante di casa, degli angoli personali e opportunamente attrezzati che si possano usare per lavorare, fare i compiti, o più semplicemente leggere, riflettere, rilassarsi o dedicarsi ad un hobby.

A questo scopo è possibile anche utilizzare dei separè, quei paraventi che possono circoscrivere una piccola area. Ovviamente tali angoli devono essere riconosciuti come privati anche dagli altri membri della famiglia.


3. Creare il proprio silenzio

Ci sono persone che ben tollerano i rumori esterni, e altre che, invece, non li sopportano. Date le numerose videochiamate, conferenze, o lezioni scolastiche, è quasi impossibile non disturbarsi a vicenda e questo rischia di creare un clima spiacevole per tutti.

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Per ovviare a questo problema si possono utilizzare dei tappi per le orecchie o delle cuffie anti suono che permettono di attutire i rumori dell’ambiente e, così facendo, di creare un nostro silenzio, all’interno del quale lavorare in pace. È importante farlo per evitare di litigare e danneggiare non solo il nostro rendimento lavorativo, ma anche le relazioni con i nostri familiari e conviventi.

4. Allenare l’ascolto

In tema di una miglior gestione delle relazioni con chi abita con noi, è indispensabile allenare l’ascolto, che è lo strumento di comunicazione più importante in assoluto che abbiamo a disposizione.

Ascoltare l’altro lo fa sentire considerato e compreso, e predispone l’interlocutore ad ascoltarci a sua volta, portando la relazione ad un nuovo e migliore livello qualitativo.

5. Non criticare la persona, ma il comportamento

Se dobbiamo muovere delle critiche a ci sta intorno, impegniamoci a non rivolgerle mai all’identità della persona ma al comportamento specifico, e a iniziare sempre la frase con IO e non con TU. 

Ad esempio, non dire al nostro partner: “Sei il solito egoista che pensa solo a se stesso” (TU + CRITICA ALLA PERSONA). Ma dire: “Mi sono sentito ferito quando non mi hai considerato nei tuoi piani ieri sera” (IO + CRITICA AL COMPORTAMENTO).

6. Usare la tecnica del time out

In momenti di particolare tensione, quando magari una discussione si sta facendo troppo accesa e rischia di sfociare in insulti e offese, utilizziamo la tecnica del time out. Questa tecnica consiste nel fermarsi e allontanarsi dalla situazione per 10 o 20 minuti.

In quel lasso di tempo possiamo prendere carta e penna e sfogare sul foglio la nostra rabbia e le nostre motivazioni. Poi possiamo rileggere quanto scritto e ragionarci su. Quando saremo più tranquilli e padroni delle cose, allora, potremo tornare dall’altra persona e contestualizzare meglio il tema.

Abbiamo bisogno di sentirci parte di un gruppo che ci rispetti per come siamo e di trovarci in un luogo che ci faccia sentire a casa e al sicuro, in un mondo pieno di incertezze come quello di oggi. Questi erano 6 piccole indicazioni per iniziare a farlo.


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