Marina La Rosa: “Venir percepita come una “gatta morta” (il suo soprannome) ha lasciato liberi gli altri di provarci”

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Marina La Rosa è stata intervistata da Il Fatto Quotidiano in cui ha raccontato la sua esperienza all’interno della casa del Grande Fratello 20 anni per la prima edizione. Inoltre ha specificato molti dettagli riguardo l’uscita dove si è trovata un mondo diverso da quello che aveva lasciato.


Gli uomini come si sono rapportati a lei?




Venir percepita come una “gatta morta” (il suo soprannome) ha lasciato liberi gli altri di provarci senza riserve, anche solo quando l’appuntamento era per lavoro, o almeno credevo; così mi sono ritrovata lingue in bocca o persone già in mutande, altri che palesemente mettevano la condizione sessuale perché ottenessi un ruolo.

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La sua reazione?

Per molto tempo ho creduto fosse colpa mia, con annessi sensi di colpa.

E oggi?

È totalmente diverso; pochi giorni fa ero in montagna con i miei figli, giocavamo a nascondino. Dopo un po’ si avvicina un signore: “Mia moglie ti ha riconosciuta, vorrebbe salutarti e domandarti cosa fai ora”. E io: “Gioco con i miei figli”.

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Qual è la morale?

Che esistono delle categorie e il pubblico ha la necessità di incasellarti.

La sua casella?

Il bello è che oggi posso essere chiunque voglio; (ci pensa) però vorrei chiederle un favore.


fonte IL FATTO QUOTIDIANO

L’articolo Marina La Rosa: “Venir percepita come una “gatta morta” (il suo soprannome) ha lasciato liberi gli altri di provarci” proviene da Noi degli 80-90.

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