L’equazione per risolvere i problemi della vita

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La vita di tutti noi è costellata da problemi. 


C’è poco da girarci intorno: ne abbiamo tutti quanti e siamo lì a doverci quotidianamente confrontare con loro e con le emozioni che ci fanno vivere. 

Magari qualcosa che non va al lavoro, a casa, o con il tuo partner. Oppure problemi del tipo capire come funziona il software per la fatturazione, o come faccio a registrare un video decente, etc. 

Ogni volta che cresci e che risolvi un problema, inoltre, se ne presenta tendenzialmente uno nuovo da affrontare. E se risolverai anche quello, crescerai quel poche basta per trovarti ad affrontare un nuovo problema di livello superiore: è parte del gioco della vita. 

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In questo articolo provo a rispondere a questa domanda: fermo restando che ce ne saranno probabilmente sempre, come risolviamo i problemi della nostra vita? 

 

1. Approccio mentale: sfida o sfiga?

Alla luce di quanto detto in apertura, la prima cosa da tenere a mente è che i problemi probabilmente ti accompagneranno sempre.

Si tratta secondo me di vederli in unottica diversa da quella più in voga, che io riassumo in questo motto: i problemi sono per la mente, quello che gli esercizi sono per i nostri muscoli. Cioè ti allenano, ti rendono più forte.

Sì, li vivi stressandoti, ti senti sotto pressione, ma in fin dei conti un diamante nasce proprio in mezzo a pressioni fortissime prolungate per tempi estremamente lunghi. É grazie a quelle pressioni che oggi brilla e forse un destino simile è quello che dovrai affrontare anche tu. Forse per brillare devi proprio attraversare questi problemi e lasciarti forgiare da loro.

Trovo affascinante pensare al fatto che i problemi che ci provocano quella sensazione di resistenza nella vita, siano in realtà capaci di farci diventare più abili. Questa visione non cambia probabilmente il fatto che devi darti molto da fare, ma la faccenda si trasforma da sfiga in sfida, e non è poco. 

 

2. Il problema della troppa indulgenza

Seconda riflessione riguarda lessere eccessivamente comprensivi con noi stessi quando viviamo un problema.

Ad esempio: dopo una giornataccia, per consolarci del fatto che tutto ci è andato male, ci concediamo x o y. Quindi che ne so, il cane si è ammalato e non posso più andare alla festa di Gianmarco, allora sto a casa e mi guardo la tv tutta la sera, finendo il gelato che ho in freezer.  

Bene, certo di tanto in tanto un podi indulgenza con noi stessi è necessaria, ma stiamo attenti a non farla diventare abitudine. 

La piccola indulgenza che ci fornisce un appagamento istantaneo, infatti, tampona sulla breve corsa quella sensazione spiacevole, ma non ci cambia in meglio. Quando si tratta di risolvere i nostri problemi, al contrario, dobbiamo creare un metodo che ci porti benefici sul lungo termine, non solo sul breve termine. 

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Ci serve cioè una equazione che non ci porti a ripetere sempre gli stessi comportamenti…

 

3. L’equazione per risolvere i problemi

É composta da 3 fattori: 

  1. Problemi. Possono essere finanziari, mentali, fisici, spiritualisappiamo tutti di cosa parliamo. 
  2. Tempo. Abbiamo tutti le stesse 24 ore al giorno. A nessuno interessa quanto tu sia forte o bello, quanti soldi o quanti follower tu abbia: non puoi cambiare la quantità di tempo che hai a disposizione ogni giorno. É ciò che fai con il tuo tempo che fa la differenza. Ti fai consumare dal tempo davanti allo schermo del cellulare, oppure consumi tu il tempo per risolvere il problema?  
  3. Conoscenza. Tutti noi abbiamo un certo livello di competenze e informazioni. Il problema è che molti di noi smettono di imparare e studiare dopo che finiscono la scuola e non è sufficiente. Quando la conoscenza aumenta, infatti, i nostri problemi diminuiscono. Quando la nostra conoscenza si arresta o diminuisce, i problemi diventano sempre più grandi. 

Quando la conoscenza aumenta, siamo capaci di vedere i problemi da unaltra prospettiva. Se non aumenta la conoscenza pensiamo che si tratti sempre della stessa porta chiusa sulla quale sbattiamo la testa. Il principio è quello di chi affronta una maratona senza allenarsi: pura follia. 

Franklin diceva che linvestimento in conoscenza è quello che ti restituisce i migliori interessi ed aveva ragione: se cresce la tua conoscenza, cresci anche tu. Allora la partita si sposta su come usare il tuo tempo per acquisire più conoscenza e quindi costruire una vita dalla quale non vuoi più scappare.

Le vie per acquisire conoscenza sono 3, vediamole nel prossimo punto.

 

4. Le tre vie per acquisire conoscenza

La prima è quella più scontata: imparare. Libri, podcast, audiobooks, mentori, coach. È una strada indubbiamente importante e utile, ma non lunica. 

La seconda, infatti, è riflettere. Prendersi del tempo per riflettere su noi stessi, sulle azioni che abbiamo messo in atto, in modo da imparare e crescere attorno ai concetti che abbiamo appreso. 

E poi la terza è sperimentare. Cioè agire, imparare come applicare le conoscenze, testare. Facendo, impari un sacco.

Queste tre tipologie di acquisizione di conoscenza (imparare, riflettere e sperimentare) dovrebbero essere presenti e ben bilanciate nella nostra vita. 

In fin dei conti, amici, buona parte della partita si gioca attorno alla conoscenza. Voi come fate a conoscere ogni giorno un podi più voi stessi e le situazioni che dovete affrontare? 

Personalmente mi appoggio molto sulle buone abitudini: meditare, leggere, sperimentare ogni giorno un 1% di novità nella mia vita. Ne parlo anche nel mio libro Fattore 1%, dove ti insegno come automatizzare alcuni comportamenti per te vincentie farli diventare appunto abitudinari. 

 

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L’articolo L’equazione per risolvere i problemi della vita sembra essere il primo su Psicologo Milano.

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