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Passeggiare nei boschi in autunno permette non soltanto di trascorrere qualche ora di relax immersi nella natura, ma anche di ammirarne tutte le sfumature di colore tipiche della stagione. Dai toni rossi e arancioni, fino al giallo e al marrone, le foglie ai piedi dell’albero e quelle che non sono ancora cadute dai rami creano un ambiente davvero suggestivo: del resto, con la complicità dei social network, in particolare di Instagram, il foliage è diventato uno dei fenomeni fotografati con più frequenza, in tutto il mondo. C’è un luogo, però, dove la tradizione di osservare i colori degli alberi in autunno ha radici antiche: in Giappone, infatti, la “caccia alle foglie d’acero”, momijigari (紅葉狩り), risale almeno ai secoli VII-XII d.C. e porta con sé anche alcune tradizioni culinarie. Le foglie d’acero in tempura, per esempio, sono tipiche di questo periodo dell’anno, ma non sono l’unica preparazione legata all’acero: pronti per saperne di più?
La caccia alle foglie d’acero: momijigari
Molti di voi conosceranno sicuramente l’hanami (“guardare i fiori”), un vero e proprio rito che in primavera conduce moltissimi giapponesi, ma ormai anche turisti, verso le località del Paese note per la fioritura dei ciliegi. In autunno, invece, il forte legame di questo popolo con la natura si manifesta in una celebrazione dei boschi che cambiano colore, mentre le foglie che cadono tessono tappeti ai piedi degli alberi. Le famiglie aristocratiche amavano osservare il paesaggio autunnale e il foliage, già nell’epoca Heian, a cavallo tra il VIII e il XII secolo d.C., e trascorrevano il tempo a godere di questa vista, che accompagnava i lauti pasti serali. La pratica si consolidò con passare degli anni, e nel periodo Edo (1603-1867) l’acero divenne l’albero più ricercato: momiji, in giapponese, da qui momijigari, la “caccia all’acero”, ovvero alle sue foglie, e in generale a tutte quelle che in autunno assumono un caratteristico dal giallo al rosso. Si tratta, in particolare, dell’acero palmato (Acer palmatum). Del momijigari si parla nel teatro tradizionale giapponese, il Nō e il Kabuki, così come in numerosi testi, per esempio il Genji Monogatari, capolavoro della letteratura mondiale.
Il periodo in cui si possono osservare gli aceri va da ottobre a fine novembre, con delle differenze nel nord, in Hokkaidō, dove già a settembre si può godere del paesaggio autunnale, e nel sud del Paese, dove la finestra temporale può arrivare anche a dicembre. Per conoscere i momenti migliori e la colorazione del fogliame, ci sono dei programmi meteo, che forniscono le indicazioni a seconda della regione.
Momiji manju, i dolci a forma di foglia d’acero
La foglia d’acero ricorre come motivo decorativo di tessuti per l’abbigliamento, nei paraventi, ma anche nella forma di alcuni utensili e stoviglie; non da ultimo, in torte e biscotti autunnali. Nella prefettura di Hiroshima, che ha come simbolo proprio un acero, questi alberi abbondano: Momijidani Park, ad esempio, ne accoglie più di 1000; da qui, per la precisione dalla città di Miyajima, arriva il momiji manju, praticamente impossibile da trovare altrove. Simili ai mochi, dolci giapponesi di piccole dimensioni a base di farina di riso o frumento e ripieni di pasta di fagioli rossi, i manju hanno un impasto meno elastico, che ricorda quello di una torta. Ne esistono moltissimi tipi diversi, soprattutto dolci, ma anche salati, con ripieni e aspetto che cambiano a seconda della zona di provenienza e dell’occasione per cui vengono preparati. Tra questi, i momiji manju che sono stati prodotti per la prima volta nel 1907: hanno la forma di una foglia d’acero e sono ripieni di marmellata di fagioli Azuki; tuttavia, anche di questa variante esistono molte tipologie ormai.
Le foglie d’acero in tempura: momiji no tenpura
Se i manjiu hanno soltanto la forma delle foglie di acero, nel periodo autunnale un altro risvolto culinario del momijigari è la momiji tenpura (もみじの天ぷら). Non è raro incontrare dei venditori di questa specialità: le foglie sono fritte al momento, dopo l’immersione nella pastella; vengono infatti consumate come street food, ma anche vendute confezionate. Secondo la tradizione, vanno raccolte selezionando soltanto le foglie d’acero integre e intatte (di colore giallo o rosso), poi immerse in una salamoia per un anno, prima della cottura in olio di sesamo zuccherato. Sebbene le sue origini risalgano a più di mille anni fa, solo nei primi del ‘900 questo snack si diffuse in modo capillare: con molta probabilità fu un pellegrino, colpito dalla bellezza di queste foglie, a friggerle per primo e a offrirle ai compagni di viaggio, nella zona di Ōsaka. Naturalmente, anche di questo snack esistono molte varianti, servite spesso con una tazza di tè.
Come preparare le foglie d’acero in tempura
Siamo certi di aver stuzzicato il vostro palato, con le foglie d’acero in tempura: la buona notizia è che, dopo aver trovato la materia prima (che potete reperire, ad esempio, se avete uno di questi alberi in giardino), potrete saltare la fase della salamoia, oppure ridurla a un paio d’ore se volete uno snack salato.
Ingredienti
- foglie di acero mature
- 1 tazza di farina
- 1 tazza di acqua ghiacciata
- q.b. di zucchero
- q.b. di semi di sesamo
- abbondante olio di semi di sesamo per la frittura
Procedimento
- Lavate e asciugate le foglie di acero.
- Preparate la pastella, versando in una ciotola prima la farina setacciata e poi l’acqua ghiacciata. Mescolate con cura. Aggiungete i semi di sesamo, lo zucchero, poi lasciate la pastella a riposo per dieci minuti.
- In una padella grande e dai bordi alti, scaldate l’olio. Immergete le foglie nella pastella, una per volta, poi friggetele per qualche minuto, girandole.
- Fate raffreddare e servite.
Conoscevate la tradizione del momijigari e gli snack giapponesi come le foglie d’acero in tempura? Raccontatecelo nei commenti e fateci sapere se siete mai stati a caccia di aceri e foglie d’autunno!
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