Kim Kardashian, non è stata lei a danneggiare il vestito di Marilyn

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kim kardashian

Il Ripley’s Believe it or Not! ha commentato le foto che sono girate in questi giorni sul web riguardo al danneggiamento dell’abito di Marilyn Monroe indossato la sera del Met Gala da Kim Kardashian. Il museo ha infatti negato le accuse ad esso indirizzate e ha pubblicato un articolo con tanto di post su Instagram per spiegare l’accaduto.

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Giovedì, Ripley’s ha raccontato la storia dell’abito, spiegando di averlo acquistato per la prima volta a un evento di Julien’s Auctions nel 2016 per 4,8 milioni di dollari, in un rapporto del 2017 avevano già segnalato che alcune cuciture fossero usurate: “Ci sono delle pieghe sul retro vicino ai ganci e agli occhielli”. Il museo ha insistito anche sul fatto che non si sono verificati ulteriori danni nel breve periodo in cui Kardashian l’ha indossato: “Dal fondo della scalinata del Met, dove Kim ha indossato l’abito, fino al punto in cui è stato restituito, l’abito era nelle stesse condizioni di partenza”, ha dichiarato Amanda Joiner, vicepresidente della divisione Publishing and Licensing di Ripley’s, che è sempre rimasta con l’abito.

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Ripley’s ha anche risposto alle domande incalzanti dei fan sulla decisione di prestare un abito così prezioso. “Non si può contestare la fragilità dell’abito e il rischio calcolato di indossarlo, ma Ripley’s colleziona da anni memorabilia della cultura pop, oggetti storici e manufatti incredibili”.

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Kim Kardashian vestito Marilyn: il commento di chi ha fotografato i danni

Il Ripley’s si difende ulteriormente affermando che: “Le autorità che stanno dietro al Met Gala hanno approvato la scelta di Kim”. Le immagini dei danni riportati sono state scattate da ChadMichael Morrisette che collabora con diverse aste tra cui quella in cui è stato acquistato l’iconico vestito. Morrisette ha raccontato a People di essere andato a vedere l’abito un mese dopo il Met, e a quel punto ha notato il presunto danno e ha scattato foto e video. “Conosco questo vestito e il danno è così evidente. Ho lasciato Ripley’s in lacrime. Sono corso fuori con la mano sulla bocca, trattenendo le lacrime, perché non potevo credere al danno che avevano permesso di fare per una trovata pubblicitaria”.

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Redazione MusaNews
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