Ogni bambina e ogni bambino hanno diritto a sviluppare il loro pieno potenziale, ma le disuguaglianze di genere nella loro vita ostacolano questa realtà.
Le ragazze e i ragazzi hanno evidenza delle disuguaglianze di genere nelle loro case e nelle loro comunità quotidianamente: nei libri di testo, nei mezzi di informazione, tra le figure che si prendono cura di loro.
E questo accade in tutto il mondo.
A livello globale, nella primissima infanzia le disuguaglianze di genere tra bambine e bambini si manifestano in misura relativamente ridotta.
Le bambine hanno tassi di sopravvivenza alla nascita più alti, hanno maggiori probabilità di essere in linea con le fasi di sviluppo e hanno la stessa probabilità di partecipare ad attività prescolari dei loro coetanei.
Con il passare degli anni le barriere crescono: le faccende domestiche, la cura dei fratelli o delle sorelle più piccole e altre attività familiari precludono alle bambine di andare a scuola, mentre nei bambini uno dei fattori che contribuisce all’abbandono scolastico è la possibilità di avere un lavoro remunerato.
La pubertà rappresenta un altro passaggio cruciale. Le mestruazioni – ad esempio – rimangono in molti casi un tabù e senza le informazioni corrette e i prodotti igienici disponibili rimangono preclusi il benessere e le prospettive di istruzione per milioni di ragazze in tutto il mondo.
In alcuni contesti sociali questi pregiudizi si evolvono in situazioni ben tragiche come mutilazioni genitali o matrimoni prematuri, le così dette “spose bambine”, per colpa di una cultura patriarcale che vede le donne come soggetti inferiori.
Nel 2020 l’istruzione e la sicurezza dovrebbero essere diritti comuni in tutto il mondo e non solo un concetto elitario per i ragazzi.
Sono ancora troppi i casi di disparità e disuguaglianza di genere nella comunicazione: dagli anni ’50 ad oggi nel marketing sono stati compiuti importanti progressi verso l’eliminazione di alcuni stereotipi di genere che oggi sono oggettivamente considerati offensivi e discriminatori.Tuttavia questa politica non è stata applicata a livello globale ed il pregiudizio che vede la donna come casalinga e l’uomo come leader è ancora radicata in moltissimi contesti.
L’UNICEF Italia è partner del progetto Education for Equality
Il progetto si rivolge a insegnanti, alunne e alunni con strumenti pratici, quali ad esempio consigli di letture, una checklist che aiuti a valutare la propria libreria in base all’uguaglianza di genere e laboratori che sensibilizzano a un utilizzo corretto del linguaggio.
Dal 2016, grazie a un accordo di collaborazione con il ministero dell’Interno, l’UNICEF internazionale è presente anche in Italia con programmi di assistenza alle bambine e ai bambini rifugiati e migranti.
Per sostenere il progetto visita la pagina dedicata sul sito di UNICEF Italia
Fonte articolo Alfemminile