La guerra in testa, la ricerca continua di un nemico a qualunque costo. Micce che regalano la forza di una motivazione a lungo celata, motore unico di ispirazione artistica, musicale. La capitale del nord d’Italia ha messo da parte il fascino distaccato e surreale della moda, per aspirare alle false sembianze di un quartiere di Compton, ma intriso di ipocrita borghesia che ha fatto da sfondo al dissing del momento. Una pulsione briosa al dormiente gossip italiano che, tra sentimenti commercializzati come bibite e prodotti usati come espedienti per rime baciate, ha messo in scena uno spettacolo di sconfitti. Ma a trionfare è la musica di chi, quando imbraccia le armi delle barre, riesce a ritrovare la propria arte.
Fedez, continua il dissing contro Tony Effe e attacca l’ex moglie. Ma quando finirà?
Il dissing tra Fedez e Tony Effe
La corona del campione perde valore quando a parlare è la musica. La provocazione di Tony Effe ha servito a Fedez, su un piatto di platino, la gloria ritrovata. Messo di fronte a un nuovo nemico – il preferito resta quello riflesso sullo specchio -, il rapper di Rozzano ha ritrovato la motivazione (ormai data per defunta) per trasformare in musica non il privilegio, non i banali motivetti, ma la rabbia tradotta in frasi taglienti che profumano di brutale verità.
Chiara Ferragni commenta il dissing tra l’ex marito e Tony Effe: “Voglio essere lasciata in pace”
”La Chiara dice che mi adora” attacca Tony Effe. E Fedez risponde: “Scrivevi a mia moglie mentre mi abbracciavi, io quelli come te li chiamo infami”. La storia di un dissing che prende vita propria, con tanto di comparse – Chiara Ferragni, Taylor Mega, Chiara Biasi, Vittoria Ceretti, Andrea Damante – usate come product placement. Lucrare sulle relazioni come unica religione che Fedez perpetua con grande diligenza, almeno fino al laconico “lasciatemi in pace” pronunciato a mezzo social da Ferragni, che mette fine al dissing.
Fedez, il suicidio e la dedica a Ferragni nella nuova canzone
Ma la battaglia degli annoiati è finita solo quando il vittimismo prende il sopravvento. Ed è così che Fedez con Allucinazione collettiva chiude il capitolo. Dedica all’ex moglie – “mi chiedo se c’è un lieto fine a una favola infelice” -, il tumore e il tentato suicidio, i figli – “e comunque lo so, che mi hai donato le cose più belle che ho” -, tra il Purgatorio e gli Inferi. Ma nello spettacolo degli sconfitti c’è una vincitrice: non Fedez, ma la sua musica. Un ritorno alla vecchia gloria del passato, con testi lucidi nella brutalità e sonorità alla Si scrive schiavitù ma si legge libertà, che resta la luce in fondo al tunnel. A dimostrare che l’arte è nella motivazione.
| Da Rumors.it