Fase 2 e matrimonio: abiti, location, caparre. Parola alla wedding planner Anna Frascisco

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Il matrimonio in tempi di coronavirus: un momento di festa che si trasforma in un dramma, non solo per l’intero settore wedding, ma soprattutto per le future spose, costrette nella maggior parte dei casi a rimandare il giorno più bello della loro vita. Al momento non c’è nessuna certezza sul futuro dei matrimoni, ma in compenso le domande e i dubbi sul da farsi tra le brides-to-be abbondano: come agire per rispettare le regole di distanziamento sociale imposte dal Governo e contenere i rischi, senza perdere la magia di questo momento così speciale? Lo abbiamo chiesto a una wedding planner di comprovata esperienza, Anna Francisco.

Anna Frascisco, wedding planner, mamma e moglie. Nel 2019 è stata la vincitrice di Elle International Bridal Awards 2019 come Best World Wedding Planner.

Madre e moglie oltre che imprenditrice, forte di una carriera ventennale nel settore eventi a livello internazionale, Frascisco è salda per il quinto anno consecutivo nella classifica stilata da Zankyou relativa ai 10 migliori Event and Wedding Planner d’Italia. Come rimandare praticamente il matrimonio, cosa fare dell’abito da sposa già acquistato, come affrontare le prove del vestito e la cerimonia rispettando le norme? Le abbiamo rivolto queste e altre domande per capire come devono muoversi le spose che non hanno la fortuna di avere una wedding planner al loro fianco, in questo momento così delicato.

Matrimonio e fase 2: cos’è cambiato?

Ad oggi non si sa ancora assolutamente nulla, non ci sono certezze sul futuro dei matrimoni. Il 4 maggio Chiesa e Governo hanno stabilito che sarà possibile riprendere le celebrazioni in senso lato a partire da metà maggio, ma continueranno a vigere restrizioni ancora parecchio severe. Non sono state ancora fornite direttive precise in merito all’organizzazione degli eventi, così come riguardo agli aiuti in campo economico. Per chi opera solo ed esclusivamente nel wedding, è un annus horribilis (la pandemia ha lasciato all’altare 17mila sposi e la perdita stimata per l’intero comparto rispetto al 2018 è di 26 miliardi, dati Istat, Sole 24ore, Assoeventi, ndr). 

Qual è la prima cosa che deve fare una futura sposa in questo momento?

La cosa più importante, da fare con urgenza, è il cambio data. Consiglio alle spose di maggio, giugno e, direi, anche luglio 2020 di spostare il matrimonio a dopo l’estate, in autunno o dicembre, che dal mio punto di vista sono mesi bellissimi per sposarsi (senza sudare!). Parallelamente al piano b, pensare a un piano c per il 2021, stabilendo una data di backup. Oltre alle spose che già prevedevano di sposarsi l’anno prossimo, a oggi sono stati già spostati i matrimoni organizzati da consulenti e wedding planner, che per ovvie ragioni di esperienza si sono mossi appena subodorata l’emergenza, trovando soluzioni alternative nell’immediato. Per quanto mi riguarda, da febbraio a oggi ho rimandato circa 60 eventi privati e matrimoni, ma non ho ricevuto alcuna richiesta di cancellazione.

Sembra che la primavera 2021 sia già praticamente sold out…

In Italia tutti si vogliono sposare di sabato. In questo modo, il luogo del ricevimento incassa un anno solo di quello che avrebbe guadagnato in due anni pre-pandemia, quindi l’alternativa che al momento tutti stanno proponendo alle spose – mi hanno scritto circa 1000 di loro in merito (tramite Instagram: Frascisco è molto seguita sui social media, ndr) è quella di rimandare in un giorno della settimana, di venerdì o domenica. Il ragionamento è semplice: buchiamo già questa stagione, non possiamo bucare anche la prossima. Ovviamente ci sono location molto richieste, dove è altamente probabile che la proposta sarà quella di offrire una soluzione alternativa ai giorni canonici, e location meno specializzate in matrimoni, che quindi hanno più possibilità nei sabati.

Matrimonio rimandato al 2021, come affrontarlo in 5 step?

In primis, risentire la location e rischedulare il matrimonio fissando due date. Secondo, in parallelo, contattare il prete e il Comune. Terzo, raggiungere i fornitori e capire se possono allinearsi con le nuove date prescelte. Una volta che tutti sono d’accordo e gli sposi sono tranquilli, a questo punto non bisogna dimenticare gli ospiti: se le partecipazioni sono già state inviate, il mio consiglio è quello di mandare un save the date digitale per comunicare lo spostamento delle nozze.

Salvare il salvabile, a partire dalle caparre. Se ho già pagato, come faccio?

Chi si è affidato a fornitori seri, che lavorano in modo ligio, non ha nulla da temere. I contratti, in un’emergenza come questa, tutelano il consumatore: la pandemia rientra nei casi di forza maggiore. Quindi le caparre devono essere tenute buone come acconto per il prossimo anno, se tutto è in regola. Se c’è solo un accordo verbale tra le parti, la situazione diventa molto più difficile da un punto di vista legale.

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Questione pubblicazioni: come fare?

Le pubblicazioni, in Italia, hanno una validità limitata in termini di tempo. Nonostante siano state per la maggior parte congelate in questo periodo, consiglio assolutamente di chiamare il Comune e fare una seconda verifica, che non guasta mai. Immaginiamo in che situazione potrebbe trovarsi una coppia: puoi sposarti perché lo Stato lo permette, ma non hai le pubblicazioni… da piangere! Meglio fare adesso tutti i controlli del caso.

Abito già preso, matrimonio rinviato… e ora?

L’abito è l’aspetto che, a mio parere, deve preoccupare meno le spose. Per esperienza, posso assicurare che la sposa ha nella sua testa il proprio vestito da quando è bambina. Quindi l’abito che ha scelto pre coronavirus è quello che ha provato e sentito suo. L’abito da sposa è uno e uno solo, oltre le stagioni e le pandemie: anche ad occhi chiusi tra mille, lo riconosceresti sempre come tuo. Quindi, non c’è da preoccuparsi. Certo, è necessario renderlo adeguato alla situazione climatica: se il matrimonio era previsto a luglio e viene rimandato a dicembre, il mio consiglio non è di certo quello di comprare un abito nuovo, ma piuttosto un coprispalle di cashmere o eco-pelliccia. I sandali gioiello si possono riutilizzare al momento del taglio della torta (tanto lì i piedi non patiscono) ed essere sostituiti durante le celebrazioni con un paio di décolleté classiche. La spesa per aggiustare il tiro, in questo modo, è ridotta al minimo.

E se la sposa è stata spinta nella scelta dell’abito dalle tendenze del momento?

La fortuna è che in Italia si punta molto sul classico. Il 99% delle spose preferisce ancora un abito da sposa che va dal bianco al crema. I colori diversi proposti dagli stilisti nel corso del tempo non hanno avuto grande successo, quindi dal punto di vista della tonalità le future spose sono al sicuro. A livello di taglio ci sono tre linee di pensiero sempre valide, che ogni anno vengono rivisitate: l’abito principesco ad A, con bustino stretto e gonna larga; l’abito da sposa più moderno, bucolico; infine, il modello a sirena per chi desidera sentirsi sexy. Questi sono i vestiti che ogni anno nelle collezioni si declinano con delle novità: ad esempio, per l’inverno 2020 cristalli, pizzi e stili Anni Venti vanno per la maggiore. Insomma, le variazioni sono così minime che non c’è da preoccuparsi: l’abito da sposa è attuale oggi come ieri, o tra 30 anni.

La prova dell’abito. Come si stanno muovendo gli atelier per fronteggiare la situazione?

Chi sposta il matrimonio, si trova costretto a rischedulare gli appuntamenti. Per chi invece muove ora i primi passi – quindi le spose del 2021, perché non dimentichiamo che ci sono anche loro – gli showroom mentre prima lasciavano aperta la possibilità di fare la prova con quante persone si volesse, adesso consigliano di andare da sole o al massimo accompagnate da un’unica persona, meglio se un familiare o un affetto fidato, in modo da evitare ogni rischio. Tutti gli atelier con cui lavoro mi hanno garantito di aver preso le dovute precauzioni e stanno seguendo i protocolli di sanificazione per la riapertura che lo Stato ha fornito: la data, al momento, dovrebbe essere il 18 maggio.

Sanificare un abito da sposa è possibile?

La vedo come una cosa utopica. I vestiti sono tantissimi, i costi sono alti. Le prove però ci saranno lo stesso, e ognuno farà del suo meglio per la sicurezza: la cosa più importante è che anche le future spose ci mettano del loro. Dove non ci sia urgenza – e, ammettiamolo, l’urgenza è davvero in pochi casi – meglio aspettare: chi si sposa il prossimo anno, adesso non ha bisogno di fare alcuna prova. Le spose 2021 possono attendere tranquillamente settembre per iniziare a muovere i primi passi. Provare l’abito è importantissimo, quindi il mio consiglio è quello di farlo in un periodo più sereno. Se il matrimonio è previsto a luglio del prossimo anno, che bisogno reale si ha di provare l’abito ora? Capisco la foga, perché è un momento che le spose attendono da tutta la vita. Ma più conteniamo il virus, più ci sono possibilità che anche i matrimoni ripartano prima.

I vestiti delle spose invernali saranno confezionati in tempo?

Tutti gli atelier si stanno organizzando con doppi turni e personale extra pur di non lasciare indietro nessuno. Non c’è da aver paura: la produzione è già ripartita, le sartorie hanno ripreso a lavorare dal 4 maggio.

C’è chi si sposa comunque, anche in tempi di Covid-19…

La legge non vieta il matrimonio in questo difficile periodo, a patto che siano presenti solo gli sposi, i testimoni e l’ufficiale di Stato. Si sposa ora secondo me solo chi ha un’urgenza: questioni di cittadinanza, spostamenti di lavoro, chi magari aspetta un figlio e vuole celebrare ora la cerimonia civile, rimandando al futuro i festeggiamenti, a cui però bisogna essere disposti a rinunciare. Per l’esperienza maturata in questi anni, dubito che una sposa italiana, che risparmia una vita per realizzare il suo sogno, desideri andare all’altare con la mascherina e festeggiare via Zoom. Non è una cosa facilmente digeribile per una sposa, considerato che il matrimonio è una voce di spesa molto importante. Poi magari ci sono spose che comunque al proprio matrimonio avrebbero invitato 30 persone: questo è un discorso diverso.

Realisticamente, quando sarà possibile fare quantomeno una cerimonia classica?

Questa è la domanda che ricevo più spesso anche da parte delle spose che mi scrivono tramite Instagram: “quando mi posso sposare?“. Non poter rispondere è bruttissimo per me, ma ad oggi non ci sono certezze, dipende tutto dalla curva dei contagi, adesso che in questa fase 2 ci stiamo riaprendo alla vita. Al momento non è assolutamente dato saperlo…

Nel caso le disposizioni non dovessero cambiare nel breve periodo, è possibile garantire il distanziamento sociale in chiesa o al ricevimento?

Secondo me, ciò che al momento è più a rischio è il festeggiamento da un punto di vista affettivo: gli abbracci, i baci. Immaginiamo due sposi che escono dalla chiesa senza nessuno ad applaudirli. Dopo il via libera del Governo, il buffet, il pranzo o la cena si possono organizzare, una soluzione in sicurezza si può trovare, e tutte le location con cui lavoro si stanno attivando in questo senso.

Un messaggio per tutte le future spose in crisi.

Sposarsi vuol dire compiere un passo importante. Sicuramente è triste doverlo rimandare o cambiare i piani, però sono convinta che nel momento in cui questi matrimoni si potranno finalmente realizzare, saranno ancora più carichi di gioia. La voglia di festeggiare sarà più forte, gli amici e i parenti saranno tutti presenti e con un altro spirito, quindi la cerimonia avrà più valore. L’evento è solo rimandato: quando diventerà realtà, sarà ancora più significativo. Per chi ha dubbi e si sente abbandonato a se stesso, è possibile contattare tramite social, soprattutto nella sezione Direct di Instagram, tutti i maggiori wedding planner: io e miei colleghi ci siamo messi sin da subito a disposizione anche con dirette live per sostenere le future spose, che al momento sono sole. Sfogarsi sulla rete e condividere il proprio sconforto è una soluzione.

Mai piangere sul latte versato?

Un pianto liberatorio aiuta. Ma le donne – e le spose – sono forti. Ce la fanno, sempre.

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