Quando una persona si trova davanti al bivio tra cambiare la propria idea o provare che non c’è alcun bisogno di farlo, il 99% delle volte ricorre a produrre prove a proprio sostegno.
Questo non è razionalmente corretto, perché parrebbe che i fatti non hanno il potere di cambiare le nostre menti e che la gente continui a credere imperterrita a un’idea falsa o comunque imprecisa.
Gli esseri umani hanno bisogno di una visione ragionevolmente accurata del mondo per sopravvivere e se il tuo modello di realtà è troppo diverso dal mondo reale, va da sé che farai fatica ad intraprendere azioni efficaci ogni giorno.
Le riflessioni sul tema sono diverse e vorrei esporle per punti. Il primo è Verità Vs Appartenenza…
1. Verità VS Apparenza
Se è vero che comprendere la verità di una situazione è importante, agli occhi della mente umana parrebbe contare maggiormente un altro fattore: il desiderio di appartenenza.
Lo psicologo di Harvard Steven Pinker ha sottolineato che, siccome le persone vengono accettate o condannate in base alle convinzioni che possiedono, allora la mente tende a mantenere quelle credenze che ci portano ad avere il maggior numero di alleati, protettori o discepoli, a discapito di altre credenze magari più vere, ma meno utili da questo punto di vista. Cioè parrebbe che non crediamo sempre alle cose perché sono corrette, ma a volte lo facciamo perché ci fanno vedere positivamente dalle persone a cui teniamo.
In questo modo quando dobbiamo scegliere tra “la verità” e la socialità, scegliamo la famiglia rispetto ai fatti. Ecco perché quando i tuoi genitori ti dicono qualcosa di offensivo potresti scegliere di guardare dall’altra parte, per intenderci, ma ecco anche che questa dinamica ci indica un modo più efficace per cambiare la mente degli altri. Vediamolo con il secondo punto, ovvero che…
2. I fatti non cambiano la nostra idea. L’amicizia sì
Convincere qualcuno a cambiare idea è come convincerlo a cambiare la sua tribù. Se abbandona le sue convinzioni, corre il rischio di perdere i legami sociali che lo circondano. Se da domani iniziassi a pensare che la crescita personale è una grande cagata e la psicologia è una boiata pazzesca, capisci bene che mi ritroverei ben presto isolato, senza più i miei legami di sempre. Allora, non puoi aspettarti che qualcuno cambi idea se questo comporta il fatto che perderà anche la comunità che lo circonda. Devi prima dargli un posto dove andare.
Ecco allora che il modo forse più efficace per cambiare le idee delle persone è diventare loro amici, integrarli nella tua tribù, portarli nella tua cerchia. Ora sì che possono cambiare le loro convinzioni senza il rischio di essere abbandonati socialmente.
Il filosofo britannico Alain de Botton suggerisce che dovremmo semplicemente condividere i pasti con coloro che non sono d’accordo con noi: con l’aumentare della prossimità, aumenta anche la comprensione. Mi viene in mente la citazione di Abraham Lincoln, “Non mi piace quell’uomo, devo conoscerlo meglio“.
I fatti non cambiano la nostra mente. L’amicizia sì. E ovviamente questo vale al contrario anche per l’inimicizia.
3. Cambiare per similitudine
Il terzo punto nasce dalla riflessione che le persone che hanno maggiori probabilità di farti cambiare idea sono quelle con le quali condividi già il 98% degli argomenti.
Cioè se qualcuno che conosci, che ti va a genio, e di cui hai fiducia, ti porta un’idea radicale, sconvolgente, cui mai avresti dato credito prima… allora è più probabile che tu gli dia considerazione. Il pensiero che ti prende è che se già sei d’accordo con lui nella maggior parte delle aree della vita, forse allora dovresti cambiare idea anche su quella questione. Ma se invece quella stessa idea te la portasse qualcuno molto diverso da te, beh, è facile che lo ignorerai già in partenza perché lo percepirai come più distante e quindi minaccioso.
Invece, il posto migliore per riflettere su un’idea minacciosa è un ambiente non minaccioso. Ecco perché i libri sono spesso un veicolo forte per trasformare le convinzioni rispetto alle conversazioni e i dibattiti. Nella conversazione le persone vogliono salvarsi la faccia ed evitare di sembrare stupidi. Di fronte a una serie di fatti scomodi, la tendenza è spesso quella di raddoppiare la propria posizione attuale invece che ammettere pubblicamente di sbagliare.
I libri risolvono questa tensione: la conversazione avviene all’interno della testa di qualcuno e senza il rischio di essere giudicati dagli altri. Inoltre, èpiù facile avere una mentalità aperta quando non ti senti sulla difensiva.
4. Uccidere le false idee con il silenzio
Un quarto spunto di riflessione ha a che fare con l’uccidere le false idee con il silenzio. Cioè se le idee scorrette continuano a esistere è perché la gente continua a parlarne. Il silenzio, invece, rappresenta la morte per qualsiasi idea. Un’idea che non viene mai pronunciata o scritta muore con la persona che l’ha concepita. Le idee possono essere ricordate e credute solo quando vengono ripetute.
Quindi magari non te ne accorgi, sei lì che ti lamenti di una idea ma nel farlo la ripeti, e più tu continui a parlare, più le persone se le ricorderanno, e più ci crederanno.
Il tuo tempo è speso meglio se lo passi a difendere le buone idee invece che ad abbattere quelle cattive. Non perdere tempo a spiegare perché le cattive idee sono cattive. La cosa migliore che può capitare ad una cattiva idea è essere dimenticata. La cosa migliore che può capitare a una buona idea è essere condivisa.
5. Ricorda il tuo obiettivo
Non sto dicendo che non sia mai utile segnalare un errore o criticare una cattiva idea. Ma devi sempre partire da questa domanda: “Qual è il tuo obiettivo?”
Presumibilmente, se vuoi criticare le cattive idee perché pensi che il mondo migliorerebbe se le persone cambiassero idea su alcuni argomenti importanti.
Se l’obiettivo è questo, fare cambiare idea, allora non credo che criticare l’altro sia l’approccio migliore. Perché le critiche non fanno breccia quasi mai in chi ti ascolta, rimandano a un clima di lotta e nella lotta si vuole vincere, non imparare. E tu devi essere da questo punto di vista disposto a non vincere, in modo da mantenere viva la conversazione.
Perché come ci ricorda lo scrittore giapponese Haruki Murakami: “Argomentare e vincere è abbattere la realtà della persona contro cui stai litigando. È doloroso perdere la tua realtà, quindi sii gentile, anche se hai ragione”.
Quando sei gentile con qualcuno, significa che lo stai trattando come un membro della famiglia. Questo, penso, sia buon metodo per cambiare davvero la mente di qualcuno.
Sii gentile prima, sii giusto dopo.
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L’articolo Far cambiare idea agli altri senza manipolazione mentale sembra essere il primo su Psicologo Milano.