Un pezzo ogni 45 secondi. Il dato si riferisce alla frequenza d’acquisto delle dieci “watery essence” più vendute al mondo. Le texture fluide sono in realtà solo la forma fisica di una categoria di cosmetici peso piuma di grande tendenza che include tonici rinforzati, sieri, booster in gocce o conservati all’interno di ampolle monodose.
Ispirate alle esigenze delle donne asiatiche e poi sbarcate anche in Occidente, questa famiglia di prodotti trattanti hanno in comune il fatto di essere dei moltiplicatori di efficacia della beauty routine. E di contenere molta acqua.
Lozioni e acque beauty: a cosa servono
Ognuna di queste formule light e ultra fresche ha funzioni diverse. La lozione è quella che meglio prepara la pelle per i trattamenti successivi. Va usata subito dopo il detergente. «Il principio è quello già evidente in natura, dove irrorare è essenziale a rendere rigogliosa ogni forma di vita. Allo stesso modo, una pelle ben idratata assorbirà più in profondità le sostanze che arriveranno dopo» spiega il cosmetologo Nicola Lionetti della Rigano Laboratoires.
C’è anche un’altra ragione all’origine del successo del prodotto: «L’idea, di matrice asiatica, che la pelle assimila meglio i principi attivi se vengono stratificati progressivamente. Quindi, si comincia con il dosaggio diluito dell’essenza, per poi crescere pian piano sino al booster».
Come applicare le lozioni? Si picchiettano delicatamente su contorno e collo con i polpastrelli. Una volta alla settimana, poi, il consiglio è quello di trasformarla in impacco con una compressa monouso da lasciare in posa per una decina di minuti.
Le differenze tra lozione e tonico
Tonico e lozione sono la stessa cosa? «Le differenze si stanno assottigliando, ma l’uno continua a mantenere, di norma, la funzione originaria di ribilanciare il pH naturale contenendo anche una piccola componente acida, come acido lattico o citrico, ad azione riequilibrante e astringente. Mentre l’altra incorpora principalmente sostanze che creano una riserva idrica all’interno delle cellule, come proteine spugna e acido ialuronico, cui associa talvolta funzioni supplementari, detossinanti, antinquinamento e di peeling. Entrambe però eliminano il residuo oleoso di detergente rimasto in superficie, richiudendo i pori».
La lozione è preferibile nel caso in cui si cerchi maggior comfort e funziona non solo in presenza di cute secca, ma anche mista e grassa, per contrastare istantaneamente lucidità, disidratazione, segni di stanchezza. È un rimedio universale. Sarà lo skincare successivo a rispondere in modo mirato alle esigenze individuali.
Il siero
Il siero non è liquido come l’essenza ma, avendo anch’esso una base acquosa, ne mantiene la freschezza. In più è scorrevole ma, soprattutto, concentrato.
Tra le soluzioni ad azione urto da usare tutti i giorni, non è secondo a nessuno: abbrevia sia i tempi di trattamento sia quelli di applicazione, non va massaggiato ma semplicemente steso. Ideale per riprogrammare un’epidermide in difficoltà, può precedere la crema, essere miscelato a essa o sostituirla.
«Diventa il veicolo ideale per far arrivare in profondità sostanze specifiche come peptidi, vitamine, antiossidanti idrosolubili e pantenolo, con azioni nutrienti, detossinanti, antiossidanti, rassodanti. Questo perché la parte lipidica risulta assente o comunque ridotta, mentre quella acquosa viene subito assorbita» spiega il dermatologo Luigi Fracasso. «Inoltre, si preferiscono sostanze la cui composizione è simile a quelle già presenti naturalmente a livello cutaneo, proprio perché si assorbono meglio».
Oltre ad agire come ricostituenti, molti sieri hanno un effetto barriera. «In questo caso si usano polimeri naturali per creare un’impercettibile pellicola “stretch” sul viso, resistente e flessibile, che blocca il pulviscolo inquinante arrivando a filtrare particelle infinitamente piccole», prosegue il dermatologo.
Questo effetto tensore, poi, ha anche un vantaggio che si vede e si sente lasciando i tratti distesi, con rughe più appianate e ovale rimpolpato. L’ideale per prolungare e mantenere i risultati anche in caso di lifting, filler o altri ritocchi estetici».
Il booster, quando il siero è super attivo
Nella sua forma più “strong”, il siero si trasforma in booster, spesso venduto in piccoli flaconi con dosatore in gocce o fiale monodose per preservare le sostanze sino al momento dell’utilizzo. Dall’inglese to boost, incrementare, gli amplificatori di giovinezza, dalla texture sierosa o più fluida e con una formula ridotta all’essenziale, talvolta a base anche di un solo ingrediente, per un’applicazione molto personalizzata e mirata.
Di regola in gocce o fiale, come dicevamo, si mischiano alla crema per potenziarla e renderla più penetrante, ma anche al siero per rilanciarne l’efficacia, e vanno usati di tanto in tanto, prima dell’esposizione al sole, ai cambi di stagione o, in generale, quando si ha bisogno di una sferzata di vitalità. Possono contenere vitamine, acidi esfolianti, proteine come elastina e collagene» conclude Fracasso. Non sono un’alternativa al siero ma un valido complemento. Un po’ come gli integratori e i nutraceutici da bere.
Come applicare le formule
Come ottenere il massimo dal cosmetico? Compiendo i gesti corretti. «Prima di stendere il siero, pizzicottate lievemente il viso con pollice, indice e medio per aumentare l’irrorazione sanguigna, stimolando la vasodilatazione e l’ossigenazione dei tessuti» spiega Simona Discepoli, massoterapista e riflessologa.
«Dopo aver fatto penetrare la specialità per la zona occhi, invece, sempre con pollice e medio dilatate l’area del contorno, chiudendo e aprendo la palpebra per una decina di volte. Così facendo, manterrete allenata e tonica la parte». L’attenzione in più per l’ovale? «Il massaggio interno di labbra e guance con la lingua. Un’ottima ginnastica muscolare».
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