Ogni volta che ci capita il fenomeno del déjà vu rimaniamo con una sensazione particolarmente strana. Percepiamo come se quel preciso momento o evento l’avessimo già visto o vissuto nel passato. Quella vicenda precedentemente sperimentata sarebbe stata come una premonizione del futuro, senza averla inizialmente compresa. In realtà, nella spiegazione dei déjà vu entrano in gioco diversi fattori, tra cui anche i sogni. Nel mondo onirico, infatti, appaiono svariati elementi, alcuni più comuni di altri, che possono ripresentarsi sotto forma di realtà.
Che cos’è un déjà vu?
Normalmente il déjà vu è collegato a un fenomeno quasi paranormale, secondo cui un determinato momento della vita è già stato vissuto in passato oppure un certo posto è già visitato. Il termine francese di “déjà vu” significa, infatti, “già visto“, anche se alcune persone recentemente l’hanno ribattezzato “déjà véçu“, ovvero “già vissuto“. Qualsiasi sia l’espressione che gli si voglia dare, quella del déjà vu consiste essenzialmente in una sensazione di familiarità, che dura pochi secondi, ma che sembra fare da tramite a passato, presente e futuro.
Il déjà vu è da sempre un fenomeno che affascina e intriga, perché avvolto da quell’aura di mistero e dalla possibilità di riuscire a compiere uno dei più grandi desideri ancora irrealizzati dell’uomo, ovvero predire il futuro. Oggi la scienza ha, però, cercato di sfatare questa esperienza della mente umana, provando a dare spiegazioni più razionali sul possibile significato del déjà vu.
I déjà vu e i sogni
Durante le diverse ricerche su questo fenomeno, è stato spesso collegato ai sogni. Per alcuni studiosi, infatti, inizialmente i déjà vu non sarebbero stati altro che reminiscenze dei sogni. Capita sicuramente più di una volta nella vita di ognuno di dimenticare un sogno fatto di notte. Il materiale onirico andato disperso nell’inconscio rimarrebbe nascosto nella memoria profonda e recuperato poi in modo inaspettato e improvviso sotto forma di déjà vu.
Tuttavia, è stato dimostrato come questa connessione non abbia un vero fondamento scientifico. Tutto ciò perché le aree del cervello predisposte a tali fenomeni sono differenti. L’area cerebrale dove avvengono gli impulsi elettrici che stanno all’origine dei sogni si trova alla base del tronco encefalico, nel cosiddetto ponte di Varolio. La parte del cervello dove avverrebbero i déjà vu è, invece, quella legata alle attività cognitive, ovvero la corteccia cerebrale, legata già anche a facoltà come memoria, apprendimento e udito.
Ciò che lega sogni e déjà vu sarebbe, essenzialmente, l’insieme delle sensazioni che si provano in entrambi i casi. Ogni volta essi appaiono come una scappatoia dalla realtà e un intervento al pari del sovrannaturale rispetto alla monotonia del quotidiano.
Déjà vu: che cosa dice la scienza
Quindi, se i sogni non possono essere la spiegazione del fenomeno dei déjà vu, qual è la conclusione a cui è giunta la comunità scientifica? I primi studi portati avanti erano stati di tipo psicanalitico, ovvero una branca compresa tra lo studio psicologico e la scienza vera e propria. Per esempio, già Freud aveva parlato dei déjà vu, considerandoli come il fenomeno che riconduceva nella realtà desideri e impulsi repressi o ricordi rimossi. Secondo questa teoria si sarebbe potuta spiegare così la sensazione di familiarità che le persone con déjà vu provano durante tale esperienza.
Oggi, però, benché la scienza non sia arrivata a una conclusione ben precisa, ha fatto comunque chiarezza su questo episodio della mente. I déjà vu sarebbero il risultato della sovrapposizione tra la memoria a lungo termine e quella a breve termine. Quando questo avviene, si scaturisce una breve epilessia cerebrale, che grava sul sistema nervoso. Così, per pochi attimi, si danneggia il meccanismo di recupero della memoria.
Perciò, sarebbe una breve epilessia a livello cerebrale che causerebbe quello strano senso di “eterno ritorno“. Quindi, sì, quel momento lo si è già vissuto, quel luogo lo si è già visitato e quell’immagine o quel qualcosa è già stato visto, ma esattamente un attimo prima del fatidico déjà vu. È un ricordo recente che per un black out del cervello è stato inconsapevolmente rimosso e poi ripresentato.
Qual è il vero significato dei déjà vu?
«Il deja-vu è assai differente da una sorpresa che archiviamo in fretta perché la giudichiamo insensata. Esso ci mostra che il tempo non passa. È il ritorno ad una situazione già realmente vissuta e che, in quel momento, si ripresenta identica».
Paulo Coelho
Per quanto questa citazione tratta dal romanzo Adeph di Paulo Coelho sia sicuramente affascinante, bisogna prendere atto di come qualsiasi elemento o caratteristica sovrannaturale non intervenga in nessun modo nel fenomeno dei déjà vu. È interessante notare come per anni questa esperienza della mente umana sia stata condannata dalla cultura cristiana perché avrebbe rimandato alla possibilità della reincarnazione e, quindi, sarebbe andata contro alla tesi della vita eterna.
Nonostante sia stato sfatato così il mito, il déjà vu resta nell’immaginario collettivo un fenomeno intrigante soprattutto in quanto richiama la possibile evasione degli schemi comuni. Pensare di aver già visto qualcosa e provare quel senso di strana familiarità esaudisce in parte quel desiderio tutto umano di mistero e magia, che rifugge dalla banale quotidianità.